Kosovo (seconda parte): l'Impero Ottomano

(di Guglielmo Maria Barbetta)
18/09/23

In questo articolo analizzeremo i principali avvenimenti, dei quali non si possiedono numerose fonti certe, che seguirono la conclusione delle Grandi Battaglie del Kosovo, concluse con la conferma della dominazione ottomana, e arriveremo al 1912, anno che segnò l’inizio di una serie di conflitti conosciuti come “Guerre Balcaniche”.

Per cinquecento anni gran parte dei Balcani furono governati dai turchi ottomani, acquisendo il nome di Rumelia. Durante questo periodo, la penisola venne divisa in numerosi distretti amministrativi, detti sangiaccati ("bandiere" o distretti), ognuno retto da un sanjakbey ("signore del distretto") che agiva su determinate porzioni di territorio.

Grazie alla tolleranza religiosa, un gran numero di cristiani continuò a vivere e talvolta a prosperare sotto gli ottomani. Il processo di islamizzazione cominciò poco dopo l'inizio del dominio ottomano ma richiese un considerevole periodo di tempo, lungo più di un secolo, e fu concentrato dapprima nelle città e nelle aree urbane. Molti abitanti cristiani di etnia albanese si convertirono direttamente all'Islam, evitando quindi così di pagare tasse e incorrere in danni o svantaggi dovuti al loro credo. In gran parte i motivi della conversione furono probabilmente economici e sociali, dal momento che i musulmani godevano di assai maggior diritti e privilegi rispetto alla popolazione cristiana.

La vita religiosa cristiana continuò comunque ad esistere e gli ottomani permisero che fossero mantenute diverse chiese. Da precisare però che le chiese serbe ortodosse e quelle albanesi cattoliche, e tutte le loro congregazioni, subirono un altissimo livello di tassazione.

Verso il XVII secolo, si evidenzia un crescente aumento della popolazione albanese inizialmente concentrata in Metohija. Probabilmente questo fu il risultato di migrazioni provenienti da sud-ovest (ossia l’attuale Albania), con le quali gli emigrati portarono l'Islam nelle terre cristiane.

C'è traccia certa di numerose migrazioni ed è anche chiaro che un discreto numero di slavi, presumibilmente membri della Chiesa serba ortodossa, si convertirono all'Islam sotto il dominio ottomano.

Nel 1689 il Kosovo fu gravemente coinvolto nella Grande Guerra Turca (1683-1699), ossia uno degli eventi epocali della mitologia nazionale serba. Nell'ottobre di quell'anno, una piccola forza austriaca, guidata dal margravio Ludovico I di Baden, aprì una breccia nell'Impero ottomano e si spinse tanto lontano da giungere in Kosovo, a seguito della conquista di Belgrado.

Molti serbi e albanesi giurarono lealtà all'Impero asburgico, con alcuni di costoro che si unirono all'esercito di Ludovico guidati dal vescovo cattolico albanese Pietro Bogdano. Ciò non avvenne senza che vi fosse una reazione generale; numerosi altri serbi e albanesi combatterono dalla parte ottomana per resistere all'avanzata austriaca. Una massiccia contro-offensiva ottomana l'estate seguente obbligò gli austriaci a ripiegare nella loro fortezza di Niš, poi in quella di Belgrado e infine, attraversando il Danubio, nella stessa Austria.

L'offensiva ottomana fu accompagnata da rappresaglie e razzie, inducendo numerosi serbi a fuggire insieme agli austriaci. Questo evento è stato immortalato nella storia serba come il Velika Seoba ossia la "Grande Migrazione".

Si dice tradizionalmente che si ebbe un esodo così vasto, composto da centinaia di migliaia di rifugiati serbi dal Kosovo e dalla Serbia, da lasciare un vuoto riempito solo successivamente da un flusso di immigranti albanesi.

A partire dall'era napoleonica, l'Impero ottomano fu lacerato da una profonda crisi interna e si avviò verso un periodo di declino. La Serbia, sostenuta anche dall'Impero russo, ottenne la sua autonomia dall'Impero ottomano con due rivoluzioni: la prima nel 1804 (guidata da Đorđe Petrović1) e la seconda nel 1815 (con Miloš Obrenović2). Si strutturò così un semi-indipendente Principato di Serbia (1815), sebbene le truppe turche continuarono a presidiare la capitale, Belgrado, fino al 1867.

Nel 1871 molti serbi si riunirono a Prizren auspicando la restaurazione di una "Vecchia Serbia" ad opera del Principato di Serbia. Le guerre serbo-turca del 1876-1877 (seguita alla rivolta della Bosnia contro l'Impero ottomano nel 1875) e russo-turca del 1877-1878 portarono alla piena indipendenza della Serbia, che al Congresso di Berlino ottenne anche il controllo civile delle città kosovare di Priština e Kosovska Mitrovica.

Il Principato (kneževina) di Serbia ottenne il riconoscimento internazionale della propria indipendenza, concessa dagli ottomani con la Pace di Santo Stefano del 1878, assieme al vicino Montenegro, e divenne il Regno di Serbia a partire dal 1882.

In seguito a questi conflitti, si insidiarono in Kosovo molti profughi albanesi provenienti dai territori conquistati dalla Serbia.

Nel timore che il Congresso di Berlino avrebbe portato ad una frammentazione dei territori abitati dagli albanesi tra Serbia, Montenegro e Bulgaria, tre giorni prima di esso fu fondata la Lega di Prizren, con il sostegno dello stesso Sultano3.

Lo scopo della Lega era di resistere al dominio ottomano e soprattutto alle incursioni provenienti dalle nazioni balcaniche di recente costituzione. Gli albanesi presto trasformarono la Lega in un movimento nazionale e successivamente, nel 1881, in un governo per tutti gli albanesi, a prescindere dalle differenze religiose, sotto il comando di Ymer Prizreni, assistito da Abdyl Frashëri4 e Sulejman Vokshi. Su pressione delle potenze europee, dal 1881 l'Impero ottomano contrastò la Lega, e il governo provvisorio fu sconfitto nel 1884 soltanto tre anni dopo la sua fondazione5.

Nel 1899 fu fondata un'altra lega albanese, la Lega di Peja, guidata da Haxhi Zeka, già membro della Lega di Prizren, con un programma simile: la creazione di un vilayet albanese6 autonomo. La lega venne sconfitta l'anno seguente dalle forze ottomane, e Zeka venne assassinato da un agente serbo del 1902, con l’implicito sostegno del governo ottomano.

Gli albanesi sostennero il movimento dei Giovani Turchi all'avvio del XX secolo, nella speranza di maggiore autonomia e dell'uso dell'albanese nell'amministrazione e dell'educazione7.

Nel 1908, 20.000 contadini albanesi armati si riunirono a Uroševac8 per prevenire ogni tipo di intervento straniero; i loro leader, Bajram Curri e Isa Boletini, chiesero al sultano di promulgare una costituzione e aprire un parlamento.

La vittoria dei Giovani Turchi non portò, però, alcun beneficio agli albanesi.

Scoppiò quindi nel 1909 una rivolta albanese in Kosovo, presto repressa. Il cambiamento al potere a Istanbul fece peggiorare ulteriormente la situazione, con una nuova insurrezione armata contro gli ottomani nell'aprile 1910, guidata da Idriz Seferi e Isa Boletini, che resistette vari mesi prima di doversi ritirare.

Il Sultano ottomano visitò il Kosovo nel giugno 1911, durante i colloqui di pace che riguardavano tutti gli abitanti delle regioni albanesi9.

Un'ulteriore ribellione albanese nel 1912 fu il pretesto per l'avvio della Prima Guerra Balcanica contro l'Impero ottomano. Al suo termine, tre distretti kosovari (Zvečan, Kosovo e Metohija meridionale) vennero incorporati nel Regno di Serbia, mentre la regione della Metochia (Dukagjini) venne annessa al Montenegro.

Leggi: "Kosovo (prima parte): una storia lunga millenni"

Leggi: "Kosovo (terza parte): le Guerre Balcaniche (1912-1913)"

Leggi: "Kosovo (quarta parte): la Prima Guerra Mondiale e il Regno di Jugoslavia"

Leggi: "Kosovo (quinta parte): la Jugoslavia Socialista e la Primavera di Pristina"

Leggi: "Kosovo (sesta parte): verso il conflitto"

1 Conosciuto come Karađorđe, fu un militare serbo e capo della rivolta serba contro i Turchi. Lo pseudonimo Karađorđe fu creato dai Turchi che lo chiamavano "Kara Yorgi", Giorgio il Nero, a causa del timore che incuteva per la sua spietatezza.

2 Principe di Serbia tra il 1815 e il 1839 e tra il 1858 e il 1860.

3 H. Myzyri, "Kreu VIII: Lidhja Shqiptare e Prizrenit (1878-1881)," Historia e popullit shqiptar: për shkollat e mesme (Libri Shkollor: Prishtinë, 2002), pp. 149-172

4 Politico, diplomatico e scrittore albanese-ottomano. Fu una figura di spicco della Rilindja Kombëtare, il Risorgimento albanese, divenendo l'iniziatore della Lega di Prizren.

5 H. Myzyri, "Kreu VIII: Lidhja Shqiptare e Prizrenit (1878–1881)," Historia e popullit shqiptar: për shkollat e mesme (Libri Shkollor: Prishtinë, 2002), pp. 182-185

6 Suddivisione amministrativa del tardo Impero ottomano.

7 H. Myzyri, "Lëvizja kombëtare shqiptare dhe turqit e rinj," Historia e popullit shqiptar: për shkollat e mesme (Libri Shkollor: Prishtinë, 2002), p. 191

8 Città del Kosovo

9 H. Myzyri, "Kryengritjet shqiptare të viteve 1909-1911," Historia e popullit shqiptar: për shkollat e mesme (Libri Shkollor: Prishtinë, 2002), pp. 195-198

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