Le navi della Marine Nationale: il Dunkerque

(di Francesco Sisto)
01/04/24

Il Dunkerque fu la più importante incrociatore veloce della Marine Nationale dell'omonima classe. È bene ricordare che la classe comprendeva – oltre al Dunkerque – anche lo Strasbourg.

Queste navi furono, sostanzialmente, realizzate per competere con le corazzate tascabili tedesche, le cosiddette Panzerschiffe (leggi articolo: Gli incrociatori pesanti della Kriegsmarine: il Deutschland/Lutzow) e le corazzate italiane classe Cavour e Duilio negli anni trenta del secolo scorso.

Il Dunkerque fu impostato e progettato nell’Arsenale di Brest il 24 dicembre del 1932 e successivamente varato il 2 ottobre del 1935, entrando in servizio nella Marina francese il primo maggio del 1937. Il gemello Strasbourg, invece, venne varato nel dicembre del 1936 ed entrò in servizio nel settembre del 1938.

Le nuove unità francesi avevano caratteristiche simili a quelle degli incrociatori da battaglia del 1906-18, tuttavia, vennero sempre definite “batiment de ligne”1, con un armamento primario composto da cannoni 330 mm/50 Modèle 1931.

Progettato per raggiungere alte velocità, era in grado di navigare (da progetto) con una velocità massima di 29,5 nodi.

Il Dunkerque e il suo gemello Strasbourg, prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, costituivano la prima divisione di linea della Marine Nationale.

All’inizio della guerra, dall’autunno del 1939 alla primavera del 1940, l'incrociatore francese svolse operazioni nell’Oceano Atlantico, scortando convogli dal Canada e dando la “caccia” alle navi corsare della Kriegsmarine. In seguito, venne inviato nel Mar Mediterraneo, e il 27 aprile del 1940 arrivò a Mers El Kabir (Algeria).

Il 10 giugno del 1940 l’Italia dichiarò guerra alla Francia e Regno Unito, e il 22 giugno del 1940 la Francia capitolò di fronte alla Germania2.

Pochi giorni dopo la nave fu coinvolta, il 3 luglio del 1940, nella battaglia di Mers El Kebir. Quel giorno la Forza H britannica (comandata dall’ammiraglio James Fownes Somerville, nell'ambito dell'operazione Catapult, arrivò nei pressi della base francese nel nord africa, chiedendo che le navi da guerra francesi si unissero a quelle britanniche o si autoaffondassero. La Marine Nationale, secondo precise direttive (vedi nota in calce) non accettò le condizioni.

Nell’azione di fuoco che seguì al rifiuto francese di consegnarsi, l'incrociatore veloce Dunkerque venne colpito da quattro proiettili da 381 mm, sparati dall’incrociatore da battaglia HMS Hood, che ne bloccarono le torri. Ciononostante, la nave francese fu in grado di sparare una quarantina di proiettili, che centrarono l’incrociatore della Royal Navy (causando anche dei feriti).

Il 6 luglio 1940, un gruppo di Fairey Swordfish attaccarono di nuovo la corazzata veloce; il raid le procurò uno squarcio tale che la fece posare sul fondo3. Il 20 febbraio 1942 il Dunkerque raggiunse il porto di Tolone per riparazioni.

Il 27 novembre 1942, la Francia di Vichy decise l’affondamento della flotta francese a Tolone per evitare che le navi potessero cadere nella “mani” tedesche. Tra le navi affondate vi erano il Dunkerque e il suo gemello Strasbourg.

Il Dunkerque venne – definitivamente – demolito il 30 settembre del 1958.

L'incrociatore veloce Dunkerque aveva un dislocamento di 26.500 tonnellate (standard). Le dimensioni erano 214,5 x 31,08 x 8,7 m.

L’apparato motore era composto da 4 gruppi di turbine Rateau-Bretagne alimentate da 6 caldaie Indret. Potenza 135585 CV. La velocità massima (effettiva) era di 31,06 nodi (57,52 km/h).

L’armamento era composto da cannoni da 330 mm, 130 mm, 37 mm e mitragliatrici da 13,2 mm.

Corazzatura: cintura corazzata 225 mm, ponte 115 mm, torrette 330 mm e torre di comando 270 mm.

La nave poteva contare su un equipaggio di 1381/1431 uomini. Inoltre, la nave era in grado di trasportare due idrovolanti.

Cfr. A. Fraccaroli, La nave da battaglia Dunkerque, in Storia illustrata n°197, 1974, p.110

Quando le sorti della Campagna di Francia sembrarono ormai orientate a favore dei tedeschi, il 20 giugno 1940 il comandante in capo della flotta francese, l'ammiraglio François Darlan, inviò al suo capo di Stato Maggiore, ammiraglio Maurice Athanase Le Luc, un messaggio riservato con il quale disponeva: "Nel caso in cui gli avvenimenti militari conducessero a un armistizio nel quale le condizioni fossero imposte dai tedeschi, e se queste condizioni comportassero la resa della flotta, io non ho intenzione di eseguire quest'ordine". Inoltre, aggiunse una postilla che, in caso fosse giunto un ordine diverso da quanto stabilito in precedenza, avrebbe voluto dire che i comandanti delle navi dovevano agire autonomamente, se necessario ricorrendo all'autoaffondamento. Tra il 14 e il 16 giugno vi furono frenetiche consultazioni ad alto livello tra francesi e inglesi che affermarono che l'armistizio sarebbe stato accettato da parte inglese a patto che la flotta riparasse in porti controllati da parte britannica.

Il 24 giugno l'ammiraglio Darlan inviò ai suoi comandanti un nuovo messaggio cifrato: "Approfitto delle ultime comunicazioni che posso trasmettere in cifra, per farvi conoscere il mio pensiero a questo proposito:

- Le navi da guerra smobilitate debbono restare francesi, con bandiera francese, equipaggio ridotto francese, soggiorno in porto francese metropolitano o coloniale.

- Segrete precauzioni debbono essere prese perché il nemico o lo straniero impadronendosi di una nave con la forza non se ne possa servire.

- Se la commissione di armistizio, incaricata d'interpretare i testi, decidesse altrimenti che nel primo paragrafo, al momento dell'esecuzione della nuova decisione, le navi da guerra, secondo un nuovo ordine, saranno condotte negli Stati Uniti oppure sabotate, se non si potesse fare altrimenti per sottrarle al nemico. Le navi rifugiatesi all'estero non dovranno essere impiegate in operazioni di guerra contro la Germania e l'Italia senza un ordine del comandante in capo delle forze marittime francesi. Xavier-377" (Xavier-377 era il nome in codice dell'ammiraglio Darlan).

Questo a spiegazione dell'azione di rifiuto francese a consegnarsi sotto i Britannici.

3 Ibidem

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