L’Aurora

(di Francesco Sisto)
08/04/24

L’Aurora fu un importante incrociatore protetto russo e, attualmente, è mantenuto come nave museo a San Pietroburgo. Era uno dei tre incrociatori della classe Pallada; gli altri due incrociatori erano il Pallada e il Diana. Inoltre, tutte e tre le navi presero parte alla russo-giapponese (febbraio 1904-settembre 1905).

È bene precisare che questi incrociatori appartenevano a quelle categorie di navi veloci, destinate a effettuare attacchi contro i bastimenti mercantili avversari. Infatti, fra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX secolo, unità del genere erano molto di “moda”; ne possedevano anche la Royal Navy, la Marine nationale e la U.S. Navy.

L’Aurora fu ideato e impostato presso i cantieri navali di San Pietroburgo nel maggio del 1897. In seguito, venne varato nel maggio del 1900 ed entrò in servizio per la Marina Militare dell’Impero russo nell’estate del 1903.

L’incrociatore protetto Aurora, nell’ottobre del 1903, partì da Kronstadt – con la squadra dell’ammiraglio Virenius – con l’obiettivo di andare a rafforzare la flotta russa nell’Oceano Pacifico. Tuttavia, mentre si trovava nel Mar Rosso, venne richiamato nel Mar Baltico. Successivamente, all’incrociatore – comandato da Evgeny Romanovich Egoriev – nell’ottobre del 1904 venne ordinato di partire per Port Arthur.

L’Aurora, tra il 21-22 ottobre del 1904, fu coinvolto nell’incidente di Dogger Bank (Mare del Nord). In quell’occasione, le navi dell’Impero russo scambiarono pescherecci civili britannici per torpediniere della Marina imperiale giapponese; di conseguenza, i russi, pensando che fossero navi nemiche, fecero fuoco. Nel fuoco che ne seguì venne colpito cinque volte da fuoco amico.

L’incrociatore prese parte alla disastrosa battaglia di Tsushima (vedi articolo "La battaglia di Tsushima (1905) e l’importanza geopolitica delle isole Curili"). In seguito – sopravvissuto alla flotta giapponese – raggiunse Manila (Filippine), dove per ordine dello zar Nicola II si fece internare.

L’Aurora, durante la Prima guerra mondiale, non si distinse particolarmente. Tuttavia, nell’ottobre del 1917 (in piena rivoluzione), la nave ebbe l’ordine di risalire la Neva per appoggiare con i suoi cannoni i bolscevichi. L’incrociatore – secondo la ricostruzione storica - sparò il colpo che diede il segnale dell’attacco al Palazzo d’Inverno1.

Nel 1922 divenne nave scuola e nel 1948 fu dismesso. In seguito – nel 1956 – fu trasformato in nave museo.

L’incrociatore protetto Aurora aveva un dislocamento di 6731 tonnellate. Le dimensioni erano 126,8 x 16,8 x 7,3 m.

L’apparato motore era composto da tre motrici orizzontali a 3 cilindri a triplice espansione, alimentate da 24 caldaie Belleville (3 eliche). Potenza 11610 CV. La velocità massima era di 19 nodi (35 km/h).

L’armamento, nel 1903, era composto da cannoni da 152 mm, da 75 mm, da 37 mm e tre tubi lanciasiluri; nel 1917 l’armamento era composto da cannoni da 152 mm, da 76 mm e da 40 mm.

L’incrociatore poteva contare su un equipaggio di quasi 600 uomini.

1 Cfr. A. Fraccaroli, L’incrociatore Aurora, in Storia Illustrata n°140, 1969, p.99