Nuove fonti su incursione delle forze speciali israeliane in Siria nel 2008

16/07/15

E' scena da action-movie hollywoodiano quella raccontata oggi sul The Jerusalem Post: bicchieri di champagne, smoking affacciati sul mare e un obiettivo sensibile da eliminare in Siria.

Secondo un documento sottratto all'US National Security Agency poi divulgato dall'ex collaboratore Edward Snowden sarebbe trapelata la notizia che nel 2008 una squadra di commandos della marina israeliana appartenenti alla Shayetet 13 (Flottiglia 13) si sarebbero infiltrati nella acque dei pressi di Tartus, in Siria, per raggiungere ed eliminare il generale di brigata siriano Muhammad Suleiman durante una cena di gala che si stava svolgendo nella sua villa sul mare.Suleiman sarebbe stato raggiunto da diversi colpi alla testa e al collo e, se l'uccisione fosse confermata, potremmo mettere fine a sette anni di congetture riguardanti la sua morte.

Sia l'NSA che il Pentagono hanno mantenuto il silenzio riguardo l'incidente, ma The Intercept, il sito web creato dal giornalista americano Glenn Greenwald, riferisce che gli Stati Uniti hanno avuto per diverso tempo una "finestra aperta" sulle mosse dello spionaggio israeliano.

"Abbiamo avuto accesso alle comunicazioni militari israeliani per qualche tempo", ha affermato l'ex impiegato della CIA E.Snowden. Le informazioni sottratte lo confermerebbero, ma dimostrerebbero anche che nel sistema di informazioni enciclopedica interno della NSA, Intellipedia, non c'è nulla riguardo l'assassinio che riporti direttamente ai "navalcommandos israeliani", nonostante le notizie precedenti dimostrino che essendo al corrente delle attività passate: questo potrebbe essere considerato il "primo esempio conosciuto in cui Israele mira ad un funzionario del governo legittimo".

Il generale di brigata - stretto collaboratore del presidente siriano Bashar Assad - aveva molteplici ragioni per finire nel mirino di Israele. Suleiman era stato individuato come responsabile per lo sviluppo e la sicurezza della centrale nucleare siriana di Ali Kibar, ma la ragione più probabilmente collegabile alla sua eliminazione è il ruolo ricoperto dal generale nell'armamento e nell'addestramento degli Hezbollah da parte dell'Iran.

Secondo un altro documento trapelato - questa volta proveniente dal Dipartimento di Stato Usa - Suleiman sarebbe stato trovato in possesso di un ingente somma di denaro del quale non si conosce la provenienza. Nell'inchiesta dopo la sua morte, il governo siriano ha scoperto 80 milioni di dollari americani nascosti nella sua abitazione. Assad è stato descritto come "sconvolto" dalla scoperta.

Il presidente siriano, diffidando da ogni congettura riconducibile ad un eventuale tradimento di Suleiman, ha poi indirizzato le indagini per cercare di scoprire come avesse fatto il generale ad acquisire tutto quel denaro.

Resta poco chiaro se Suleiman abbia sottratto quel denaro per uso personale, o se questo fosse legato al finanziamento di Teheran della milizia sciita libanese. Dichiarazioni del segretario generale del partito di Hezbollah, Hassan Nasrallah, hanno rivelato l'importanza del generale nell'ausilio alla loro causa.

L'assassinio dunque rimane "collegato" al ruolo svolto da Suleiman durante la seconda guerra del Libano nel 2006 tra Hezbollah e Israele.

Davide Bartoccini