L’82° reggimento fanteria "Torino"

(di Tiziano Ciocchetti)
27/01/22

Nell’Esercito Italiano spesso vengono messe in risalto, dal punto di vista dei reparti convenzionali, le tradizioni e le capacità dei bersaglieri, dei carristi, dei cavalleggeri e degli alpini. Tuttavia esistono reggimenti di fanteria come l’82° Torino, inquadrato nella brigata meccanizzata Pinerolo, che possono vantare numerosi cicli operativi, sia in guerra che nelle missioni internazionali ma anche in soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali.

L’82° viene costituito, in seno al Regio Esercito, il 1° novembre 1884 entrando a far parte, insieme all’81° reggimento fanteria, della brigata Torino. Il reggimento partecipa alla Campagna d'Eritrea (1895 - 96), viene impiegato nelle operazioni di soccorso alle popolazioni calabro – sicule, colpite dal terremoto del dicembre 1908 e partecipa al completo la campagna di Libia dal 1911 al 1913 meritando una Medaglia d'Argento al Valor Militare.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale combatte sul Col di Lana, Volkowniak, Capo Sile, Piave Vecchio, Piave nuovo, Stenico e Val Giudicarie. Riceve l'Ordine Militare d'Italia e la seconda Medaglia d'Argento al Valor Militare.

Sciolto nel 1926 viene ricostituito il 1° luglio 1938 come 82° reggimento fanteria Torino ed entra insieme all'81° fanteria ed il 52° artiglieria nella 52divisione di fanteria Torino.

Partecipa alla campagna sul fronte Occidentale, quindi alla campagna jugoslava. Partito per la Russia nel 1941 seguirà l'epopea del Corpo di Spedizione e dell'Armata Italiana in Russia, al ritorno dalla quale tutta la divisione sarà soppressa nel febbraio 1943. Per il comportamento il reggimento riceverà una Medaglia d'Oro ed una d'Argento al Valor Militare.

Il 1° settembre 1950 il reggimento si ricostituisce a Forlì in seno alla divisione di Fanteria Trieste. Impiegato nel raggruppamento "T" costituto in occasione della riconsegna di Trieste all'Italia nel 1954, allo scioglimento di quest'ultimo passa in forza alla divisione di fanteria Folgore accasermandosi prima a Trieste e quindi a Gorizia.

Sciolto il 19 ottobre 1975, il II battaglione, sarà denominato 82° battaglione fanteria meccanizzato Torino, e riceverà Bandiera e tradizioni reggimentali entrando a far parte della brigata meccanizzata Gorizia. Nel 1976 viene impiegato nell’opera di soccorso alle popolazioni friulane colpite dal terremoto.

Il 3 settembre 1992, il battaglione è inquadrato nel ricostituito 82° reggimento fanteria Torino e passa alle dipendenze della brigata Mantova e quindi della brigata corazzata Ariete, prendendo parte alle Operazioni “Vespri Siciliani” e “Testuggine”.

Dal 5 novembre 2001 il reggimento passa alle dipendenze della brigata corazzata Pinerolo e dal 17 dicembre viene dislocato a Barletta.

Nei Balcani ha preso parte a varie Missioni Internazionali: nel 2004-2005 in Albania (Operazione NHQT), nel 2006 in Bosnia (Operazione Althea), nel 2008 in Kosovo (Operazione Joint Enterprise).

Nel maggio del 2009 l’82° rgt Torino viene scelto, nell’ambito del progetto FORZA NEC, quale prima unità destinata alla trasformazione in reggimento di fanteria media digitalizzata, iniziando la sperimentazione di nuovi mezzi ed equipaggiamenti.

Dal giugno del 2010 al settembre 2011, il reggimento partecipa alla Missione ISAF, in Afghanistan, assicurando costantemente la presenza di una compagnia fucilieri equipaggiata con il nuovo Veicolo Blindato Medio (VBM), Freccia 8x8.

L’82° fa parte della brigata media Pinerolo di Bari, la quale comprende, oltre al rgt Torino, un rgt Logistico stanziato a Bari, un rgt bersaglieri (il 7° di Altamura), un rgt di cavalleria (il 15° di Lecce), un rgt di fanteria (il 9° di Trani), un rgt di artiglieria (il 21° di Foggia) e l’11° rgt genio guastatori di Foggia.

L’impiego delle brigate medie, secondo i piani elaborati in passato da SME, deve comportare una spiccata flessibilità nel controllo di zone estese, mantenendo allo stesso tempo adeguate capacità di combattimento. Esse sono maggiormente indirizzate ad operazioni di proiezione che richiedano, qualora fosse necessario, l’effettuazione di lunghi pattugliamenti, offrendo al personale trasportato un confort tollerabile (una caratteristica non certo appannaggio delle unità pesanti) e una protezione di un livello adeguato.

Quindi, se la ragion d’essere dei reggimenti di fanteria media – come l’82° - è quella di poterli proiettare a lunghe distanze, in condizioni protette, potendo inoltre avvalersi di un supporto di fuoco diretto/indiretto, si dovrebbe provvedere a riorganizzarne la struttura di base, al fine di rendere queste capacità più performanti.

Attualmente i plotoni del rgt Torino – così come gli altri reggimenti di fanteria media - si articolano ognuno su 4 Freccia (ciascuno con un equipaggio di tre militari), tre dei quali trasportano una squadra fucilieri di 8 fanti, mentre il quarto Freccia trasporta la squadra supporto alla manovra composta da 6 elementi (più il comandante del plotone e il radiofonista).

Rivedendo la tipologia di Freccia da assegnare ai plotoni di fanteria media si potrebbe disporre di due squadre fucilieri, in grado di schierare tre fire teams, più una squadra di 4 di supporto, invece che le tre attuali ma con due fire teams e una squadra di supporto da sei.

Ciò sarebbe possibile introducendo la versione APC (Armoured Personnel Carrier) del Freccia 8x8, priva di torretta (tra l’altro chi scrive ha potuto constatare di persona la vulnerabilità della torretta, in quanto ruotandola di 60° si crea un’apertura dello spessore di circa 5 cm tra questa e lo scafo), magari con una Hitrole remotizzata equipaggiata con mitragliatrice da 12,7 mm e lanciagranate automatico da 40 mm. Tale versione consentirebbe il trasporto di 11 fanti (più due militari di equipaggio). I plotoni sarebbero quindi costituiti da due Freccia in configurazione APC e uno Combat (con una mitragliera da 35 mm in luogo di quella da 25 mm), anziché quattro Combat.

Inoltre si dovrebbe rivoluzionare anche l’armamento delle squadre di fanteria e di quelle di supporto alla manovra.

Il video sulla battaglia di Bala Murghab, andato in onda su Difesa ON AIR lo scorso 15 dicembre, ha mostrato come i fanti della Sassari fossero impossibilitati ad utilizzare le armi leggere in quanto i talebani non si avvicinavano a meno di 1,5/ 2 km di distanza dalle loro posizioni. In quel caso le uniche armi efficaci, come si vedeva nelle immagini, erano la Browning montata su treppiede e il Sako TRG-42 in .338 Lapua Magnum (8,6x70 mm).

Una squadra fucilieri, ad ora, è scomponibile in due fire teams identici di 4 soldati. Ogni nucleo è armato con due ARX-160 in 5,56x45 mm, di cui uno con lanciagranate da 40 mm, una Minimi in 5,56x45 mm e un tiratore esperto con ARX-200 in 7,62x51 mm.

Un cambiamento significativo potrebbe essere abbandonare le Minimi (recenti studi compiuti dal British Army hanno dimostrato l’inefficacia del fuoco di saturazione d’area a favore di quello di precisione), sostituendole con il fucile da battaglia ARX-200 in 7,62x51 mm e introducendo a livello di squadra di fanteria un bolt action, magari in .338 Norma Magnum (8,6x63 mm). Quindi potremmo avere due fire teams, ognuno dei quali equipaggiato con due armi in calibro 5,56 (di cui una con lanciagranate da 40 mm), un’arma in 7,62 e una di precisione in calibro 8,6 in grado di battere bersagli fino a 1.500 metri.

La squadra di supporto alla manovra, nella nuova configurazione, sarebbe composta da 4 elementi, equipaggiati con una MG-42/59 in 7,62x51 mm, un lanciarazzi c/c Panzerfaust 3 e un mortaio leggero da 60 mm. Anche qui si potrebbe apportare modifiche significative, come sostituire la MG con l’ARX-200 e il Panzerfaust con il missile c/c Spike a medio raggio. Quest’ultimo ha pesi simili al lanciarazzi tedesco ma fornirebbe prestazioni, in termini di gittata e precisione, decisamente superiori.

Guarda anche la nostra visita all'82° alla scoperta del VTLM Lince 2

Foto: Esercito Italiano / Difesa Online / ISAF