I Mig-21, gli F-6 e gli F-7 dell'Iran (prima parte)

(di Andrea Gaspardo)
03/02/23

In precedenza avevamo già parlato delle Forze Aeree Iraniane (IRIAF) e di come una delle loro caratteristiche che colpiscono maggiormente gli osservatori esterni sia l'estrema eterogeneità dei mezzi che esse impiegano (discorso che, per altro, può essere esteso alle Forze Armate Iraniane nel loro complesso). Oggi affronteremo in due puntate un argomento di nicchia, anche per gli addetti ai lavori: la Storia di come l'Iran ottenne (o cercò di ottenere) i Mikoyan-Gurevich Mig-21, i Shenyang F-6 e i Chengdu F-7 (foto apertura), una Storia che quasi nessuno in Italia ha avuto modo di conoscere.

Durante il regno dello Shah Mohammad Reza Pahlavi, le Forze Armate Imperiali Iraniane ed in particolare la loro branca aerea (IIAF) erano sostanzialmente vincolate alla politica del “buy American”. Per la verità, nel corso degli anni '70, il monarca persiano aveva cominciato ad accarezzare l'idea di diversificare le sue fonti di approvvigionamento esterno e, nel campo aeronautico, aveva ordinato alle alte sfere militari di esplorare la possibilità di integrare nelle file della IIAF anche i Shenyang F-6 ed i Chengdu F-7, rispettivamente le copie cinesi del Mikoyan-Gurevich Mig-19 e del Mikoyan-Gurevich Mig-21, tuttavia alla fine dei conti non se ne fece nulla.

Dopo la Rivoluzione Iraniana del 1979, la nuova Repubblica Islamica dell'Iran venne trascinata in una lunga e sanguinosissima guerra, protrattasi dal 1980 al 1988, contro l'Iraq baathista guidato da Saddam Hussein. Nel corso dell'estenuante conflitto, il “potere aereo” svolse un ruolo fondamentale nelle dottrine operative tanto degli iraniani quanto degli iracheni. Mentre la IRIAF iraniana allineava un micidiale tridente di origine statunitense composto dagli F-5, dagli F-4 e dagli F-14, la IrAF irachena disponeva di un'eterogenea collezione di velivoli di 2a, 3a e 4a generazione di origine britannica, sovietica, cinese e francese.

Già all'inizio del conflitto, gli iracheni avevano a disposizione i Mig-19 ed i Mig-21 delle versioni basiche ma ben presto arrivarono anche quelle più avanzate come la Mig-21MF e la Mig-21bis direttamente dall'Unione Sovietica che, pur subendo gravi perdite nel corso del conflitto, ottennero in contropartita anche buoni risultati sia nelle missioni di difesa aerea che in quelle di attacco al suolo.

Con il procedere della guerra l'Iran iniziò a trovarsi a corto di velivoli e le élite politiche e militari a Teheran cercarono una via per ottenere gli stessi velivoli che erano in servizio presso i loro nemici. La necessità iraniana di dotarsi di nuove “ali” era inoltre resa ancora più impellente dal fatto che in quel periodo il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (Pasdaran) stesse lavorando alacremente per creare una sua forza aerea (quella che oggi è nota con il nome di AFAGIR: Forza Aerospaziale del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica) che fosse allo stesso tempo rivale e complementare alla IRIAF. Avendo però fatto infuriare all'inizio della guerra l'Unione Sovietica rifiutando pubblicamente un'offerta segreta di armi (il che portò infatti i sovietici a gettare tutto il loro peso strategico a sostegno degli iracheni!), i leader iraniani dovettero cercare in fretta ed in maniera creativa delle “sponde alternative”. Una di queste fu la Repubblica Democratica Tedesca, più informalmente nota come Germania Est.

Le Forze Armate della Germania Est, la Nationale Volksarmee, pur essendo quelle dalla consistenza numerica minore, erano considerate sul finire degli anni '80 le meglio equipaggiate e le più professionali tra quelle degli alleati sovietici del Patto di Varsavia. La componente aerea della macchina militare tedesco-orientale, la Luftstreitkräfte der Nationalen Volksarmee (LSK), era a quel tempo una poderosa aeronautica dotata di circa un migliaio di velivoli ad ala fissa e ad ala rotante, sia da combattimento che di supporto, e tra di essi vi erano ben 251 Mig-21 appartenenti a non meno di 10 versioni diverse (Mig-21F/F-13/PF/PFM/MF/bis/SPS/U/UM/US).

Dopo una lunga serie di negoziazioni, le autorità di Teheran e di Berlino Est giunsero ad un accordo in base al quale Teheran avrebbe inviato i suoi piloti (tutti membri dei Pasdaran) ad addestrarsi in Germania Est, e Berlino Est avrebbe ceduto una prima tranche di 20 Mig-21 (nello specifico: 16 Mig-21PFM - foto seguente - e 4 Mig-21U) con opzione per l'acquisto di altri 20 ed in prospettiva della cessione dell'intera flotta.

Tuttavia i piani iraniani relativi all'acquisto di Mig-21 tedesco orientali non si concretizzarono per due ordini di motivi. Primo, nel 1988 la Guerra Iran-Iraq si concluse con un cessate il fuoco e nell'immediato le autorità di Teheran ebbero priorità assai più pressanti, come iniziare il processo di ricostruzione del paese. Secondariamente, i cambiamenti che di lì a poco iniziarono a minare profondamente le fondamenta del mondo comunista portarono all'abbattimento del Muro di Berlino nel novembre del 1989 ed alla successiva riunificazione delle due Germanie l'anno successivo.

Avendo ottenuto il pieno controllo legale di tutti gli asset appartenenti alla ex-Germania Est, la nuova Germania federale riunificata bloccò immediatamente qualsiasi trasferimento di armi all'Iran. All'epoca solamente 3 Mig-21U erano stati trasferiti allo stato persiano, troppo pochi per farne un qualsivoglia utilizzo, perciò tanto i Pasdaran quanto la IRIAF decisero di rinunciarvi, smilitarizzandoli e trasferendoli ad altrettanti musei militari.

Se la carriera dei Mig-21 in Iran abortì prima ancora di cominciare, quella dei Shenyang F-6 è, se possibile, ancora più misteriosa (e quasi sicuramente non è mai avvenuta!).

Sviluppato dalla Repubblica Popolare Cinese come copia e miglioramento del Mig-19 sovietico, lo Shenyang J-6 (foto) entrò in servizio in grandi numeri con la Forza Aerea dell'Esercito di Liberazione del Popolo nel 1964, prima di venire offerto sul mercato dell'export come Shenyang F-6 ed ottenere un discreto successo nei paesi del Terzo Mondo. Nel corso della Guerra Iran-Iraq anche gli F-6, esattamente come i Mig-19 ed i Mig-21 sopra citati, finirono per rimpolpare le fila delle Forze Aeree Irachene (IrAF). Gli iracheni ottennero i loro F-6 grazie alla mediazione dell'Egitto, anch'esso grande utilizzatore del velivolo che fornì supporto in diverse maniere: mettendo in contatto le autorità irachene con quelle cinesi, aiutando economicamente gli iracheni, apprestando sul proprio territorio le infrastrutture industriali demandate all'assemblaggio finale degli F-6 diretti all'Iraq ed addestrando i piloti iracheni. Presso la IrAF gli F-6 svolsero sovente missioni di attacco al suolo e occasionalmente vennero utilizzati anche per la difesa aerea di punto delle basi dell'arma azzurra di Baghdad. Pur subendo perdite degne di nota, nondimeno gli F-6 svolsero onestamente il loro lavoro e non ci volle molto prima che essi stimolassero l'attenzione del nemico iraniano.

Qui però la vicenda si fa fumosa e tanto le fonti quanto le evidenze divergono decisamente. Secondo alcuni, spinti dalla necessità di acquistare nuovi velivoli, specialmente per la già citata nascente Forza Aerea dei Pasdaran, gli iraniani avrebbero contattato i cinesi per negoziare l'acquisto di 93-100 F-6 mentre un certo numero di piloti dei Pasdaran sarebbe stato inviato in Cina ed in Corea del Nord per addestrarsi sul nuovo velivolo. I velivoli sarebbero stati poi consegnati ed avrebbero visto un certo utilizzo tra il 1987 ed il 1988, soprattutto nel ruolo aria-terra, il tutto certificato dai rapporti dell'intelligence USA che sono ancora disponibili ed oggi consultabili. Sulla scia di questa teoria, tutt'oggi gli F-6 sarebbero ancora in servizio in Iran in 12-18 esemplari a seconda delle fonti, utilizzati da un unico squadrone dell'IRIAF oppure dei Pasdaran con compiti di attacco al suolo.

Eppure esiste la possibilità assai concreta che tutto questo altro non sia che una colossale falsità! L'autore della presente analisi ha per anni studiato il passato ed il presente dell'arma aerea iraniana così come dei mezzi che essa ha utilizzato, ieri come oggi, ed in tutto questo arco temporale non è mai stata pubblicata un'unica foto ritraente un F-6 con la livrea iraniana! È vero che piloti iraniani sia inquadrati nei Pasdaran che nell'IRIAF si addestrarono intensamente in Cina ed in Corea del Nord sui Shenyang JJ-6 (la variante da addestramento del Shenyang J-6/F-6) ma ciò avvenne unicamente nell'ambito del programma che portò l'Iran ad adottare il ben più performante Chengdu F-7. Le indiscrezioni secondo le quali l'Iran fosse in trattativa con il Vietnam per la cessione dei suoi F-6 si sono anch'esse rivelate totalmente infondate e le stesse autorità iraniane hanno sempre smentito categoricamente che gli F-6 siano mai arrivati nel paese.

Alla fine della fiera, la mancanza totale (e sottolineo più e più volte la parola “totale”) di qualsiasi evidenza fotografica, dovrebbe essere considerata come un elemento forte per affermare che il Shenyang F-6 non sia mai stato adottato dall'Iran e che tale “diceria” sia da collocare nell'angolo delle “bufale della Guerra Fredda”.

Tutta un'altra Storia ha come protagonisti invece i Chengdu F-7, ma di questo parleremo nella prossima puntata...

Leggi: "I Mig-21, gli F-6 e gli F-7 dell'Iran (seconda parte)"

Foto: Shahram Sharifi / Twitter / Darkone / web