F-35B: prima bocciatura, l'Australia rinuncia alla versione STVOL

10/07/15

L'Australia ha deciso di non acquistare l’F-35B per le sue due portaelicotteri d’assalto a causa delle enormi spese necessarie che avrebbe dovuto sostenere per modificare le navi. Il primo ministro australiano Tony Abbot avrebbe voluto utilizzare gli F-35B sulle due navi d’assalto da 27 mila tonnellate della Marina militare.

Per ospitare l’aereo, però, le navi avrebbero richiesto profonde modifiche: nuovi radar, sistemi di atterraggio, strutture di rinforzo per la resistenza al calore del ponte di volo, rimodulazione delle linee di stoccaggio del combustibile e nuovi hangar. Le due navi d'assalto sono state progettate per trasportare elicotteri.

Scrivono dall’Australian Financial Review. “Ci sono troppo difficoltà tecniche da affrontare. Modificare una nave progettata per trasportare elicotteri in un vettore dotato di aerei da combattimento è una faccenda troppo costosa”.

L’Australia, quindi, ha ufficialmente chiuso la porta all’F-35B. Restano confermati i 72 F-35A, due in produzione e due in addestramento, per la Royal Australian Air Force. I piloti conseguiranno il brevetto presso la Luke Air Force Base, in Arizona. La HMAS Canberra e la HMAS Adelaide, saranno utilizzate prevalentemente per trasportare truppe d’assalto e materiali nelle zone operative.

F-35B: un caccia per ogni Marina?

“Dove decolla ed atterra l’AV-8B Harrier, così potrà decollare ed atterrare l’F-35B”. E’ stato questo uno dei principali spot della versione B del programma JSF per cercare di accaparrarsi l’attenzione ed i contratti dei governi che dispongono di portaerei di dimensioni ridotte come l’Italia che ha formalizzato l’acquisto di trenta F-35B. Ma la variante Short Take Off and Vertical Landing dello Joint Strike Fighter necessita di particolari accorgimenti rispetto all’Harrier.

La Marina americana ed il Corpo dei Marine stanno costruendo le navi d’assalto anfibio che un giorno trasporteranno l’F-35B nel globo. Il primo vettore sarà pronto entro il 2018. La USS America (foto), nave d’assalto anfibia capofila della medesima classe, necessita di 40 settimane di interventi (e copiosi investimenti), commissionati lo scorso ottobre, per accogliere il primo dispiegamento dell'F-35B.

Nella nota ufficiale della US Navy si apprende che le modifiche maggiori riguarderanno il ponte di volo. Bisognerà, cioè, renderlo in grado di sopportare il calore generato dall’apparato propulsivo dell’F-35B nei decolli e negli atterraggi verticali.

Il nuovo materiale termoresistente è stato progettato per evitare che il calore del caccia possa fare un vero e proprio “buco” sul ponte di volo. Si è scoperto, infatti, che l’F-35 potrebbe anche concettualmente essere simile all’Harrier, ma atterra e decolla in modo diverso rispetto al caccia della McDonnell Douglas. Sintetizzando al massimo. L’F-35B in fase di decollo ed atterraggio sul ponte di una portaerei, raggiunge la spinta di 186 kN, vale a dire la stessa energia prodotta dal propulsore con postbruciatore inserito.

Solo per fare un esempio: il motore più potente mai installato su un Harrier è il Pegasus 11-61/Mk.107, in grado di generare una spinta di 106 kN. Da qui la necessità di rivestire esternamente tutti i ponti delle navi che ospiteranno l’F-35B. Le modifiche comportano l’aggiunta di elementi strutturali intercostali supplementari nei punti di atterraggio, conseguente spostamento degli elementi preesistenti (illuminazione, ventilazione, tubazioni) e riprogettazione di alcuni spazi interni.

La seconda nave classe America, la USS Tripoli, è ancora in cantiere, ma sarà realizzata con tutte le modifiche “F-35B” già implementate in fase di costruzione. "Sulla Tripoli, il ponte è più spesso ed i supporti strutturali per il ponte sono già stati realizzati. La USS Tripoli sarà consegnata alla Marina nel 2019”.

Franco Iacch

(foto: Lockheed Martin / US DoD)