F-35: il caccia ha problemi con il radar e potrebbe non essere invisibile

13/03/15

​​​​​​I sensori che dovrebbero rilevare le minacce, come ad esempio i missili in arrivo, spesso non riescono ad identificare ciò che viene monitorato, bombardando il pilota con continui falsi allarmi.

Inoltre, l’integrazione dei dati inerenti l’identificazione delle minacce con il software principale, si sta rilevando più complicata del previsto.

Al fine di rendere le rilevazioni più accurate, l’F-35 richiede dei file chiamati “threat library". Una sorta di raccolta universale delle minacce conosciute stilata dai servizi segreti.

La libreria, in continuo aggiornamento, è incorporata nel sistema di bordo. Quello che si riteneva fosse un semplice upload, si sta rilevando un incubo.

La relazione annuale del direttore dell’Operational Test and Evaluation, Michael Gilmore, parla chiaro.

Nonostante le migliorie apportate al software – scrive Gilmore – la fusione delle informazioni provenienti dai sensori del velivolo è ancora carente.

Gilmore si riferisce al sensore elettro-ottico AN/AAQ-37 Distributed Aperture System o DAS.

Il DAS – continua Gilmore – continua a mostrare elevati tassi di falsi allarmi, false tracce di destinazione e scarsissima stabilità. Problemi, si aggiunge nella relazione, comuni anche nelle altre versioni del software.

Per farla breve: il sistema di allarme dell’F-35 è ancora troppo sensibile e rileva come minaccia praticamente ogni cosa identificata dal radar. Ma i problemi, per lo JSF, sembrano non finire mai per un caccia che continua ad assorbire risorse. Il programma ha già quasi raddoppiato il suo bilancio iniziale adesso giunto a 400 miliardi di dollari.

L’F-35 è l’aereo più costoso della storia, senza considerare i cinque miliardi di dollari necessari per estendere la vita operativa delle flotte esistenti o i 650 miliardi dollari previsti dal Government Accountability Office in soli costi di manutenzione gestione per lo JSF.

Secondo alcuni, la difficoltà principale del programma è insita nella premessa: realizzare un caccia per tutte le forze armate, senza considerare le esigenze di ogni singolo corpo. Una piattaforma universale che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto svolgere ogni compito.

L'F-35 è doveva essere un bombardiere, un caccia invisibile ed in grado di svolgere il Close Air Support. Il tutto unito ad una tecnologia di quinta generazione, forse anche oltre.

Emergono altri rapporti. Nel 2008 la società RAND, appaltatore della Difesa USA, in una rapporto confidenziale, analizzando le simulazioni di guerra con l'F-35, definì il caccia “inferiore rispetto agli attuali velivoli alleati e non per velocità, accelerazione, salita, manovrabilità, capacità di fuoco”.

In un recente rapporto, addirittura, si mette in discussione il rivestimento radar assorbente del caccia.

Come si sa, l’F-35 nasce per disegno e rivestimento, come caccia stealth. Ma potrebbe non essere così furtivo in quanto sarebbe già adesso vulnerabile alle tecnologie di rilevazione radar cinesi e russe.

La “Threat library"

A secondo dell’area di intervento, sull’F-35 saranno precaricati alcuni pacchetti dati sulla missione in corso, in grado di informare il pilota sul tipo di minaccia che potrebbe affrontare.

I piloti, saranno in grado di conoscere esattamente la minaccia. In questo modo – si legge nella nota dei progettisti dello JSF – sapranno se contro di loro si stanno dirigendo MiG-29, Su-27 o qualsiasi altro caccia nemico.

Il nuovo sistema servirà da biblioteca virtuale con all’interno tutte le minacce nemiche note nel mondo oltre a quelle specifiche per ogni singola regione del globo.

I nuovi “pacchetti dati”, sono in fase di sviluppo presso l’Air Force americana e sono stati progettati per essere sempre aggiornati con le nuove informazioni. Nella banca dati saranno caricate tutte le informazioni disponibili, comprese tutte le specifiche esistenti sui caccia russi e cinesi. Sarà il “sensor fusion” (totale integrazione di tutti i sistemi avionici e di comunicazione) ad informare il pilota sul tipo di minaccia, sintetizzandole al meglio. In poche parole è il velivolo che “parla” al pilota, riducendo sensibilmente il carico di lavoro.

L’F-35, interrogando la memoria in sistema, dirà al pilota se quello rilevato sul radar a scansione elettronica è amico e nemico, comunicando capacità, criticità e punti di forza.

L'Air Force sta sviluppando dodici diversi pacchetti dati per altrettante diverse aree geografiche.

I primi quattro pacchetti saranno pronti per agosto 2016, momento in cui l’F-35 raggiungerà la capacità operativa iniziale.

Franco Iacch

(foto: Lockheed Martin, autore Layne Laughter)