Donna tetraplegica comanda un F-35 con il pensiero

04/03/15

Oltre alle ricerche top-secret condotte dalla Defense Advanced Research Projects Agency, conosciuta anche come DARPA, ce ne sono alcune che sembrerebbero essere uscite da un film di fantascienza. Secondo il direttore della DARPA, Arati Prabhakar, una donna paralizzata ha controllato con la sua mente un F-35 ed un monomotore Cessna in un simulatore di volo.

Jan Scheuermann, una donna di cinquantacinque anni, due anni fa si è sottoposta ad un’innovativa procedura di “neurosignaling”.

Inizialmente, Scheuermann ha iniziato a controllare con la mente un braccio robotico. La donna è riuscita a comandare il braccio facendogli svolgere alcune funzioni come quella di imboccarsi o dare il cinque.

Sorprendentemente, gli scienziati hanno scoperto che la Scheuermann era anche in grado di controllare non una, ma due protesi robotiche con la corteccia motoria sinistra, che in genere è responsabile del controllo fisico del braccio destro.

Jan – racconta Arati Prabhakar - ha deciso di provare il simulatore di volo dello Joint Strike Fighter.

La sua richiesta, raccontano dal Pentagono, ha inizialmente suscitato ilarità che si è poi tramutata in stupore ed ammirazione quando la donna “è passata ai comandi dell’F-35”. Il suo cervello ha sviluppato una capacità fino ad oggi nemmeno teorizzata. Da quel momento, non ha sorriso più nessuno.

Il simulatore di volo è parte di un esperimento congiunto tra la DARPA e la University of Pittsburgh Medical Center. A differenza dei piloti, che utilizzano la tecnologia per l’addestramento, la 55enne non ha pensato a far volare l’aereo con i classici comandi, ma ha solo immaginato di farlo. La donna, infatti, non ha mai volato, ma ha fatto alzare il caccia grazie alla sua voglia di farlo.

Jan Scheuermann è paralizzata dal 2003 a causa di una malattia neurodegenerativa. Nel 2012, ha accettato di farsi installare due elettrodi sulla superficie del cervello, specificatamente nella zona della corteccia motoria, responsabile dei movimenti della mano e del braccio destro. Negli ultimi due anni, ha tollerato queste sonde meglio del previsto, ergo è stata oggetto di esperimenti sempre più sofisticati per determinare quanto in là sarebbe stato in grado di spingersi il suo cervello.

Nell’essere riusciti a fare ciò – commentano dalla DARPA – abbiamo intravisto il futuro e l’inimmaginabile potenza del cervello umano. Potremmo fargli fare grandi cose – concludono con un monito – ma anche trasformarlo in un’arma con un potere distruttivo neppure pensato.

Franco Iacch