Il Venezuela si avvia verso una nuova fase storica

(di Maria Grazia Labellarte)
08/12/15

Il 6 dicembre  più di 19 milioni di elettori venezuelani hanno votato per il  rinnovo dell’Assemblea Nazionale, assemblea unica, dopo l’abolizione del bicameralismo, costituita da 167 seggi, di cui 113 eletti in 87 distretti elettorali, con il sistema uninominale secco, ove la maggioranza ottiene il seggio. I restanti 51 deputati sono eletti a mezzo liste chiuse di partito,  con un sistema proporzionale. I restanti 3 posti sono riservati alla minoranza indigena.

Le elezioni sono state caratterizzate  dal grande trionfo dell’opposizione. Sono circa 113 i seggi, infatti, conquistati dalla coalizione di quest’ultima votata, essenzialmente, da chi deluso dal chavismo si ritrova a vivere attualmente la pesantissima  crisi economica,  accompagnata da un’inflazione del 200%, corruzione, ovunque,  code infinite per poter acquistare alimenti e la quasi "inesistenza" di medicine, anche di primo soccorso.  Inoltre, un improvviso calo del prezzo internazionale del petrolio, la principale fonte di  esportazione del Paese, ha diminuito la disponibilità di valuta pregiata necessaria allo sviluppo stabile del Paese, e limitato gli sforzi del Governo nel rispondere efficacemente alla guerra economica condotta dall'“oligarchia locale”.

Da oggi, però, lo Stato latinoamericano è  più vicino alla chiusura definitiva di un difficile periodo storico, durato 17 anni e può iniziare a pensare al futuro con speranza ed ottimismo. Vincere 113 seggi nell’Assemblea Nazionale significa, infatti, poter controllare il ramo legislativo, e  dunque il governo. Per la prima volta in 17 anni il PSUV (Partito Socialista Unito  del Venezuela) non ha il controllo del Congresso. Il 74,3%, degli elettori ha sostenuto il cambiamento; l'opposizione, dunque, rappresenterà nel prossimo futuro una seria sfida al  governo con la speranza, inoltre, che i leader  dell'opposizione incarcerati possano anch’essi  essere rilasciati a mezzo amnistia. Tuttavia, questa vittoria può facilmente  inquadrarsi in un nuovo assetto geopolitico del continente latinoamericano, se la si associa alla vittoria in Argentina del presidente di centro destra,  Mauricio Macri.

Il signor Maduro, leader del PSUV, dal suo canto, ammettendo pubblicamente la sconfitta, ha dichiarato  che il suo partito difenderà gli interessi dei venezuelani e vorrebbe completare la  "rivoluzione bolivariana" iniziata da Hugo Chavez.

(foto: Periodicos de Venezuela)