La "Legge sulle influenze straniere" infiamma la Georgia

(di Valentina Chabert)
03/06/24

Sono trascorsi più di due mesi da quando i manifestanti sono tornati a popolare le piazze di Tbilisi per protestare contro la legge sulle influenze straniere, approvata in terza lettura nonostante il veto della presidente Salomé Zourabichvili. La normativa, a cui i manifestanti fanno comunemente riferimento come “legge russa” tanto per le somiglianze con un’analoga regolamentazione in vigore in Russia quanto per le presunte pressioni provenienti dal Cremlino per la sua approvazione, prevede che le organizzazioni che ricevono più del 20% dei propri finanziamenti dall’estero si registrino come “agenti stranieri”.1

Dopo la Russia, il Kirghizistan e la Bosnia-Erzegovina, anche la Georgia per volere di alcuni membri del partito di governo Sogno Georgiano entra in una spirale di controllo che rischia di far scivolare il Paese in una stretta autoritaria capace di spegnere per sempre le sue ambizioni europee. Tanto più che le reazioni degli alti funzionari di Bruxelles nonché degli Stati Uniti non sono tardate ad arrivare, dando segni tangibili di una vanificazione del percorso svolto sinora dalla Georgia per ottenere lo status di Paese candidato all’adesione all’Unione Europea.2

Sebbene ad una prima lettura la questione dell’approvazione della legge sulle influenze straniere possa apparentemente ridursi ad una contrapposizione tra le aspirazioni europee della Georgia e le influenze russe in senso contrario, una simile lettura risulta semplicistica per via della pluralità di interessi ed implicazioni in campo. Da un lato, circa l’85% della popolazione filoeuropeista è scesa in piazza per contestare l’inevitabile svolta autoritaria nel Paese guidato da Sogno Georgiano ed esprimere il desiderio comune di democrazia, libertà e trasparenza contro un sistema statale opaco e corrotto, il cui futuro non potrebbe essere altrove se non nel blocco Occidentale. Dall’altro lato, additare il partito di maggioranza come puramente filorusso appare altresì fuorviante, poiché significherebbe eclissare un decennio di aggiustamenti in senso comunitario. Più corretto sembra invece parlare di interessi personali di un’élite politica che ruota attorno alla figura di Bidzina Ivanishvili, ex primo ministro georgiano e leader del partito Sogno Georgiano, che tenta di proteggere i propri interessi e che ha fatto fortuna proprio in virtù di un indissolubile legame con la Russia.3

Non è dunque un caso che il nome del miliardario oligarca Ivanishvili sia stato menzionato nei celebri Panama Papers per via di una serie di fondi provenienti da precedenti attività imprenditoriali svolte in Russia e nascosti in paradisi fiscali esteri.4 Così come non è un caso che nel pieno delle proteste contro la legge sulle influenze straniere sia stato approvato un’ulteriore progetto di legge sotto il nome di “offshore law”, il quale prevede una facilitazione dell’ingresso di fondi dall’estero in Georgia offrendo un’ampia gamma di vantaggi fiscali alle aziende e agli individui che decideranno di spostare i propri beni dai paradisi fiscali alla Georgia. Ciò ha scatenato una reazione diffusa nel Paese per via dei timori che questa possa trasformare la Georgia in un hub del denaro nero, consentendo al miliardario fondatore di Sogno Georgiano Ivanishvili e ad alcuni membri della sua cerchia di eludere potenziali sanzioni occidentali.5

Sanzioni che l’Unione Europea non esclude di adottare e che sono in via di discussione anche negli Stati Uniti, che nella House of Representatives hanno approvato il “Megobari Act” (dal termine georgiano che significa “amicizia”) e promesso restrizioni in termini di concessione dei visti e travel bans nei confronti dei funzionari georgiani di Sogno Georgiano ritenuti responsabili dell’indebolimento dell’impalcatura democratica georgiana e considerati ostili tanto nei confronti della società civile, quanto dei suoi partner euro-atlantici.6 Se le sanzioni occidentali sono state accolte dai georgiani in modo molto positivo ed interpretate come un segno tangibile della vicinanza alla loro lotta democratica, sussistono timori altrettanto fondati che l’approvazione della legge sulle influenze straniere possa segnare un punto di rottura senza ritorno per le relazioni georgiano-statunitensi: la legge colpirebbe infatti quella fitta ragnatela di Organizzazioni Non Governative, enti ed associazioni la cui disponibilità di fondi dipende esclusivamente da Washington, la quale dall’indipendenza negli anni Novanta al oggi ha giocato un ruolo fondamentale nel finanziamento e nel sostegno alle seppur fragili istituzioni democratiche della Georgia.7

Un ruolo peculiare nel tumulto georgiano è indubbiamente svolto dalla Russia, additata dai manifestanti come la principale forza destabilizzatrice in Georgia, nonché come artefice dell’adozione della legge attraverso strumenti di pressione sul partito al governo. Su un piano statale, la legge sulle influenze straniere è intesa dalla maggior parte degli analisti locali nonché dai partiti dell’opposizione come l’ennesimo episodio di guerra ibrida russa volta a mantenere il Paese sotto la propria sfera di influenza. Al punto tale che per le strade di Tbilisi si vocifera che gli esponenti di Sogno Georgiano possano aver ricevuto pressioni per l’adozione della legge a fronte di benefici non solo personali, bensì con implicazioni geopolitiche nazionali e regionali più considerevoli. A questo proposito, le ipotesi più considerate riguardano da un lato eventuali garanzie di non aggressione o di coinvolgimenti diretti attraverso l’apertura di un secondo fronte nel contesto della guerra in Ucraina. Dall’altro lato, aleggia altresì l’ipotesi di una confederazione tra Georgia, Abkhazia e Ossezia del Sud, proposta che indubbiamente incontrerebbe la forte opposizione dei cittadini georgiani, ma che potrebbe costituire un timido compromesso per una parvenza di riconquista di sovranità per la Georgia.8

Dal canto suo, il Cremlino – che per via delle questioni relative ai territori occupati della Georgia non ha relazioni diplomatiche con Tbilisi se non attraverso la mediazione della Svizzera – ha guardato alle proteste accusando l’Occidente di aver tentato di destabilizzare il Paese sostenendo i manifestanti in una sorta di “rivoluzione colorata” contro il governo.9 Senza dubbio, Mosca gioverebbe in modo notevole qualora la Georgia abbandonasse (forzatamente o attraverso strumenti di “guerra ibrida”) la sfera di influenza occidentale in favore dell’esclusiva orbita russa: il Caucaso Meridionale è infatti parte della retorica del “russky mir” nonché geograficamente dell’estero vicino della Russia, al quale è rivolta la politica russa nello spazio post-sovietico in una chiave di mantenimento del proprio dominio (possibilmente) esclusivo. Allo stesso tempo, avere il controllo politico sulla Georgia significherebbe potenzialmente poter proseguire nel Caucaso meridionale influenzando anche le aspirazioni pro-europeiste dell’Armenia, che sotto Pashinyan al termine del trentennio di guerra con l’Azerbaigian per la regione del Karabakh ha espresso la volontà di abbandonare l’orbita russa per avvicinarsi ad Occidente.10

Da ultimo, non va sottovalutata la posizione geografica della Georgia, la quale ha reso il Paese strategicamente rilevante in termini di transito delle infrastrutture del Middle Corridor, il progetto multimodale che connette la Cina e l’Asia Centrale all’Europa passando per l’Azerbaigian, la Georgia e la Turchia.11 Di fatto, è proprio attraverso il Middle Corridor che l’Occidente si rifornisce di gas, petrolio e merci bypassando la Russia sanzionata per via dell’invasione dell’Ucraina, permettendo così al Caucaso Meridionale di giocare un ruolo ineguagliabile in termini di connessioni Est-Ovest e transito verso l’Europa. Nell’eventualità del consolidamento dell’influenza di Mosca sulla Georgia, potrebbero pertanto aprirsi nuovi scenari sul futuro di tale progetto infrastrutturale, che si prepara ad un notevole potenziamento nell’ottica del transito di energie rinnovabili dal Kazakistan e dall’Azerbaigian.

In termini puramente politici, l’unico strumento rimasto ai georgiani per evitare le conseguenze degli scenari descritti sino ad ora rimangono le elezioni del prossimo 26 ottobre. In questo senso, l’opposizione non potrà che vincere per tentare di smantellare l’architettura autoritaria imbastita da Sogno Georgiano, recuperando terreno nel percorso di Tbilisi verso Bruxelles. Ciononostante, la sfida della vittoria non è così lineare come possa sembrare: al momento, la possibilità che i partiti dell’opposizione georgiana si presentino uniti alle prossime elezioni appare ancora piuttosto remota, e i timori di eventuali brogli e frodi elettorali saranno tutt’altro che inesistenti.12

In sostanza, l’opposizione a Sogno Georgiano è estremamente fragile, quasi a riflettere la flebile tenuta della democrazia georgiana.

1 Georgia’s EU dream in tatters as “foreign agent” bill becomes law, Politico EU, 28 maggio 2024. Disponibile al link: https://www.politico.eu/article/georgia-foreign-agent-bill-becomes-law-international-outcry-european-union/.

2 European Commission, Statement by the High Representative with the European Commission on the final adoption of the law on transparency of foreign influence in Georgia, 28 maggio 2024.

3 Broken Dream: The oligarch, Russia, and Georgia’s drift from Europe, European Council on Foreign Relations, 21 dicembre 2022.

4 Maggiori informazioni sono disponibili sul sito dell’International Consortium of Investigative Journalists al seguente link: https://offshoreleaks.icij.org/nodes/13008109.

5 Parliament Overrides President’s Veto, Adopts ‘Offshore’ Law, Civil Georgia, 29 maggio 2024.

6 US Congress, Wilson, Cohen, Hudson, Veasey Introduce MEGOBARI Act, 24 maggio 2024.

8 The Russians Want to Build a Super-State. It May Now Include Parts of Georgia, Caspian Policy Center, 16 novembre 2023.

9 Russia’s FM Lavrov Accuses West of Preparing “Color Revolution” by Supporting CSOs in the Region, Civil Georgia, 20 marzo 2023.

10 Cosa segnala la nuova crisi tra Russia e Armenia, Limes, 18 marzo 2024.

11 Trans-Caspian International Transport Route, disponible al link: https://middlecorridor.com/en/route.

12 Valentina Chabert, “La legge sulle influenze straniere in Georgia è parte della guerra ibrida russa”: intervista alla parlamentare dell’opposizione Teona Akubardia, Opinio Juris, 26 maggio 2024. Disponibile al link: https://www.opiniojuris.it/opinio/la-legge-sulle-influenze-straniere-in-georgia-e-parte-della-guerra-ibrida-russa-intervista-alla-parlamentare-dellopposizione-teona-akubardia/.

Fotogramma: RAI - Tg3