Gli Houthi e la guerra al traffico commerciale

(di Filippo Del Monte)
23/04/24

In un recente articolo, il professore dell’US Naval War College Kevin D. McCranie ha paragonato l'azione degli Houthi nel Mar Rosso ad una riproposizione contemporanea delle teorie della Jeune École della Marine Nationale francese, emerse alla fine del XIX secolo.

Sull'onda dello sviluppo della torpediniera e del siluro, i teorici della Jeune École pensavano che la "battaglia decisiva" tra flotte guidate dalle grandi corazzate sarebbe stata sorpassata concettualmente dalla guerra di corsa contro il traffico commerciale del nemico.

Uno dei postulati dei teorici della Jeune École era che, per utilizzare le parole di un suo esponente di punta come Auguste Gouceard: "È e sarà sempre del tutto ridicolo rischiare 12-15 milioni, o anche di più, contro 200.000 o 300.000 franchi, e seicento uomini contro dodici". La questione centrale era e resta, dunque, il prezzo - da intendersi in termini di economia bruta - da pagare per soffocare la minaccia rappresentata dalle attività corsare sulle rotte commerciali.

Il ragionamento valeva tanto nel XIX secolo, quanto nei due conflitti mondiali con le attività dei sommergibili lungo le rotte battute dai cargo. Il ragionamento vale anche ora, nel momento in cui gli Houthi utilizzano droni commerciali da poche migliaia di dollari, che vengono abbattuti da missili che possono arrivare a costare milioni di dollari.

L'obiettivo dichiarato dei teorici della Jeune École a suo tempo, così come quello degli Houthi adesso, è quello di rendere economicamente insostenibile il contrasto all'attività corsara e troppo rischiosa la navigazione. Scriveva il giornalista e teorico navale francese Gabriel Charmes che “il premio assicurativo contro le perdite in mare sarebbe diventato così alto che la navigazione sarebbe stata impossibile” di fronte alla guerriglia condotta da piccole unità contro le grandi navi commerciali. Da quando la crisi del Mar Rosso è iniziata, una delle prime conseguenze economiche è stata l'aumento dei premi assicurativi per le navi che percorrevano la rotta di Bab el-Mandeb.

Quello che accomuna la Jeune École agli Houthi è che nessuno dei due gruppi ritiene che l'obiettivo sia quello di affondare un gran numero di navi mercantili, ma che sia, piuttosto, l'interruzione dei commerci e l'aumento dei costi di trasporto.

Ora, la storia dimostra che anche i tentativi di sabotaggio delle rotte marittime di questo tipo vengono annichiliti dalla resistenza economica e dalla capacità di contrasto delle potenze che possono schierare una flotta tradizionale e che siano disposte a sostenerne i costi.

Una delle risposte alla guerra di corsa è l'abbattimento dei costi per la difesa della libertà di navigazione: l'utilizzo dell'artiglieria convenzionale anziché dei missili è una delle alternative. Le risposte dell’artiglieria navale “tradizionale” contro gli UAV è più efficace e meno costosa dei missili. Si tratta di una alternativa valida per aumentare i tempi di permanenza di un dispositivo navale-militare nel Mar Rosso che non può essere, anche per questioni economiche, sine die.

La condotta di Nave Caio Duilio della Marina Militare italiana e della fregata Alsace della Marine Nationale francese, che hanno abbattuto entrambe i droni lanciati dagli Houthi con il proprio cannone OTO Melara 76/62 ha avuto proprio questo effetto.

E la questione va considerata per i Paesi che non dispongono di risorse "illimitate", al contrario degli Stati Uniti, ma che ambiscono, comunque, a ricoprire nei mari un ruolo di primo piano per il mantenimento della sicurezza collettiva e la tutela della libertà di navigazione.

Foto: U.S. Navy