L'ipocrisia della (nostra) democrazia e l’Europa che verrà

(di Andrea Cucco)
19/03/24

Nelle elezioni presidenziali russe del 2024, tenutesi dal 15 al 17 marzo, Vladimir Putin ha ottenuto la vittoria sfiorando, secondo i risultati ufficiali, il 90% dei voti.

Le elezioni sono state tuttavia costantemente criticate per mancanza di libera concorrenza e per le condizioni in cui si sono svolte, compresa la detenzione e la morte in carcere di Alexei Navalny, una delle principali figure di opposizione, e l'esclusione di altri candidati​​.

Le vere domande da porsi sono due: quando la Russia sarebbe divenuta sostanzialmente una democrazia? e da quando abbiamo il diritto di spiegarla ad altri?

La Russia è da sempre un regime autoritario, un modello che ha preso diverse forme nel corso dei secoli: dall'Impero, con la concentrazione di potere nelle mani dello zar, alla successiva Unione Sovietica sotto il regime comunista, che ha visto personaggi come Lenin e Stalin esercitare un controllo spietato e totale sul paese.

Dopo un breve periodo di riforme sotto Gorbaciov negli anni '80 (che, guarda caso, ha portato al crollo dell'URSS...) la Federazione Russa ha continuato a mostrare tendenze autoritarie.

Perché avremmo dunque dovuto aspettarci qualcosa di diverso? Perché, con un voto, Mosca decidesse di perdere la guerra mondiale che ha maldestramente scatenato?!!!

O forse perché volevamo distogliere l’attenzione dalle nostre contraddizioni.

Una vera democrazia si basa su principi fondamentali che garantiscono il rispetto dei diritti e delle libertà individuali, nonché la partecipazione attiva dei cittadini ai processi decisionali che riguardano la collettività.

Poniamoci dunque alcune domande e rispondiamo con franchezza:

  1. La fonte del potere politico risiede nel popolo, che esercita liberamente il proprio diritto al voto per eleggere rappresentanti indipendenti?
  2. L'astensionismo nella nostra democrazia è quasi nullo come quello del regime russo o tale da coinvolgere oramai la metà dei cittadini?
  3. Da noi la legge si applica equamente a tutti, inclusi i governanti?
  4. Le azioni del governo sono trasparenti e i funzionari responsabili per le loro decisioni?
  5. I diritti fondamentali, come la libertà di parola e di stampa, sono effettivi o formali (seppur ampiamente millantati)?
  6. Il sistema giudiziario è indipendente e imparziale?

Se vi è la minima titubanza, forse dovremmo guardare in casa nostra, prima di starnazzare altrove.

La Russia è in un momento grave: ha una leadership serena in termini di consenso e prosegue per una strada "a base di involtini primavera" destinata all'abisso.

La retorica filorussa mostra indici economici positivi ad est? Ricordo mio nonno quando a sua volta rammentava un vecchio detto popolare, si diceva: "Quando le cose vanno male, ci vorrebbe una bella guerra!".

Nonostante le implicazioni etiche e umane, le economie di guerra, presentano aspetti positivi: con maggiore spesa pubblica stimolano la crescita, creano opportunità di lavoro, l'aumento della domanda può portare a una crescita esponenziale e a progressi tecnologici significativi. Inoltre, la spesa militare può avere un ulteriore effetto moltiplicatore, influenzando positivamente altre industrie.

Perché dunque negarla e cercare di smentirla? È corretta, ma ha ed avrà conseguenze nel lungo periodo...

Europa, muori... e rinasci

Dal momento che le sfide di oggi riguardano macroattori come USA, Cina, India e Russia, l’unico impegno che dovremmo prefiggerci è quello di raggiungere una massa critica tale da non scadere nel ridicolo. Come quando uno o tre "nani" (a confronto degli attori globali in campo) scambiano la propria smargiassa influenza nel Continente con l’Europa stessa.

Esiste solo una strada per sopravvivere a quanto incombe all’orizzonte: unirci in una nuova Europa, federata con chiare deleghe e reponsabilità individuali, per contare qualcosa e fare la nostra parte. Il prezzo? Un esecutivo europeo che si sostituisca ad un'infinita ed inconcludente riunione di condominio.

Fra pochi anni tutto sarà cambiato e nuovamente le spoglie andranno solo ai vincitori. Oppure... una nuova realtà politica sedurrà non solo i superstiti ma (quasi) il mondo intero?

Foto: Cremlino