Guardiamo il dito e non la Luna?

(di Andrea Cucco)
16/01/24

La scorsa settimana è stato pubblicato un interessante articolo su la Repubblica in cui si sarebbe svelato un trasferimento ("segreto") del sistema di difesa aerea Skynex in Ucraina.

Il pezzo ha raccontato di come un cargo Antonov, partito da Roma (Fiumicino) con il sistema a bordo, abbia scaricato il prezioso carico (pagato dal governo tedesco) in Polonia perché fosse poi trasferito in Ucraina.

Il sistema a corto raggio Skynex è capace di fermare minacce aeree utilizzando cannoni mobili a tiro rapido da 35 millimetri.

L’autore, Di Feo, definisce (correttamente) l’arma “la risposta ideale agli appelli di Kiev”.

Qual è dunque il problema? Semplice: mentre siamo tutti concentrati ad inviare armamenti, più o meno vetusti, o a farne finanziare di nuovi ed allo stato dell’arte (come quelli prodotti da Rheinmetall Italia) per l’Ucraina… nessuno sembra porsi la domanda “E noi???”.

Abbiamo per caso preso sul serio l’allarme lanciato oltre tre anni addietro dal capo di stato maggiore della Difesa, gen. Enzo Vecciarelli, quando aveva detto alle commissioni difesa che, di fronte ai droni della guerra nel Nagorno Karabakh, eravamo indifesi?

Abbiamo preso sul serio la sempre maggiore presenza sui campi di battaglia di loitering munitions ("munizioni circuitanti", ovvero droni suicidi!) che, con sempre migliori IA, mietono autonomamente vittime da entrambe le parti?

Abbiamo infine realizzato che avere anche i migliori carri armati sul mercato non ci rende immuni dagli effetti dell'artiglieria? La maggior parte dei carri armati in Ucraina è stato infatti spazzato via dall’ancor efficacissima “regina delle battaglie”.

Dopo aver annunciato l’acquisto di un vero carro armato come il Leopard 2 da affiancare agli autarchici “Ariete” che saranno (inutilmente ed a prezzo scandaloso) aggiornati, abbiamo compreso che la disponibilità di veicoli corazzati da combattimento per la fanteria dotati di sistemi di protezione da droni, loitering munitions e colpi d’artiglieria (tipo quelli spediti agli ucraini!) è la vera urgenza?

Ogni otto invii di materiale bellico all’Ucraina, sarà il caso di finanziare il ripianamento di scorte e la copertura dei macroscopici buchi nella nostra Difesa? Maggioranza ed opposizione possono riconoscere che, per la pelle dei nostri soldati, dobbiamo urgentemente acquistare anche noi sistemi come quelli inviati a Kiev? Prima che sia tardi.