Il duo tragicomico Di Maio-Trenta: talvolta le mazzate fanno bene a corpo, mente e spirito?

(di Tiziano Ciocchetti)
13/06/19

È di poche ore fa la notizia di un’inversione di 180° in merito alla politica di Difesa del vice premier Di Maio e della sua emanazione, in via XX settembre, il ministro Trenta.

Dopo che i pentastellati hanno narrato per mesi il loro "Modello di Difesa" (in un talk show televisivo il capo politico del movimento si vantava, solo pochi mesi fa, di aver tagliato 500 milioni di euro agli stanziamenti destinati alla Difesa), incentrato sull’inclusione, sull’utilizzo "duale" delle Forze Armate, sulla rinuncia all’acquisizione di sistemi d’arma prettamente offensivi – quanto meno singolari le perplessità espresse dal vice premier pentastellato sugli F-35, per non parlare del dirottamento dei fondi per lo sviluppo di un nuovo drone d’attacco, il P.2HH della Piaggio, a favore del P.1HH della stessa Casa -, cercando al contempo di civilizzare assetti in fase di acquisizione (come per esempio la nuova nave d’assalto anfibia LHD Trieste).

Non si può inoltre non evidenziare la totale politica fallimentare condotta dall’Esecutivo nella questione libica, teatro di fondamentale importanza per i nostri interessi strategici ed economici.

Per fortuna - ma sarebbe meglio dire grazie alle recenti elezioni europee - ecco il tanto sperato (da noi!) giro di valzer sugli stanziamenti per la Difesa.

Il Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con quello della Difesa, ha ratificato un impegno di oltre 7 miliardi di euro su programmi pluriennali della Difesa.

Il ministro Trenta si è detta soddisfatta per l’impegno assunto dal Governo e certa che questa manovra consentirà sia l’efficientamento delle Forze Armate, sia la salvaguardia degli interessi economici delle aziende.

Tra i programmi sbloccati sono presenti anche due voci di investimento per la Società Consortile Iveco - Oto Melara (CIO) che interessano il VBM Freccia Evo 8x8 e la nuova blindo pesante Centauro II.

Questi ulteriori investimenti consentiranno alle Forze Armate di portare avanti programmi di ammodernamento e di acquisizione che altrimenti sarebbero stati accantonati (o meglio sacrificati al cospetto di quota 100 e del reddito di cittadinanza).

Tra i programmi finanziati spiccano l’aggiornamento della componente d’addestramento, caccia e cacciabombardieri (M-345, Typhoon e Tornado ECR); la componente ad ala rotante dell’Esercito (UH-90, il nuovo elicottero d’attacco che andrà a sostituire il Mangusta e speriamo i CH-47F per le forze speciali); le FREMM, i pattugliatori classe Thaon di Revel e i sommergibili U-212A di ultima generazione.

Resta comunque l’interrogativo in merito alle capacità di questo Esecutivo di spendere in maniera lungimirante in sistemi d’arma efficienti, i quali costituiscono certamente l’asse portante di una politica estera, finalizzata a tutelare non solo gli interessi nazionali, ma tutto un know how tecnologico indispensabile per la nostra collocazione nel ristretto club delle Potenze industriali.

Foto: (elaborazione) presidenza del coniglio dei ministri