L'Italia ignora lo sfogo dell'Esercito ripreso a livello internazionale: "Abbiamo bisogno di fondi, siamo ostaggio dei continui tagli al bilancio"

(di Franco Iacch)
17/01/16

In vista di una possibile presenza militare in Libia, il comandante dell’Esercito italiano ha affermato che sarebbero necessari ulteriori fondi così da tracciare investimenti a lungo termine. Lo sfogo del generale Danilo Errico è stato (ma non è una novità) ignorato in Italia, ma non a livello internazionale.

Parlando ad una conferenza a Roma il 12 gennaio scorso, Errico ha ricordato che l’Esercito è stato responsabile del 75 per cento di tutte le operazioni italiane avvenute durante la seconda guerra mondiale.

L'Esercito – sottolineano da DefenseNews - guarda con un pizzico di invidia i fondi, pari a sei miliardi di dollari, ottenuti dalla Marina Militare per l’acquisizione di alcuni vettori. Anche l’Aeronautica italiana, seppur lentamente, continua il suo riarmo con i novanta F-35 appaltati.

“Bilanci paralizzati o ritoccati, hanno rallentato la manutenzione e le operazioni di spesa per tutti i servizi. Ciò ha paralizzato la prontezza operativa dell’esercito”.

L’Italia si è detta pronta a guidare il possibile invio di forze di peacekeeping straniere in Libia, anche solo per offrire formazione alle truppe lealiste sul campo.

Rilevano da DefenseNews. “I responsabili delle imprese italiane (Finmeccanica, Iveco, Beretta e Aero Sekur), fornitori principali dell'esercito, hanno espresso il loro sostegno ai piani di spesa a lungo termine in grado di aggirare i capricciosi bilanci dei governi di turno”.

L'Italia ha recentemente spostato la proiezione di spesa a tre anni. Stime però ostaggio di tagli imprevisti. La previsione di spesa sarà contenuta nella Strategic Defense Review che sarà pubblicata entro l’anno.

Sarebbe opportuno rilevare che la base dottrinale della strategia prevede il predominio militare italiano nel Mediterraneo. Nel nuovo documento, si dovranno delineare, conti alla mano, le strategie per mettere in atto tale dottrina. L’esercito italiano ha un estremo bisogno (oltre ai già noti pacchetti per la digitalizzazione delle comunicazioni) di nuovi mezzi, elicotteri ed aerei. L’esercito preme, ad esempio, per una nuova versione del Mangusta AW-129, dotata di tecnologia MUT (Manned-Unmanned Teaming). L'Esercito italiano, infine, continua il suo ridimensionamento: da 103.000 a 90.000 unità, da undici a nove brigate.

Il programma “Soldato Futuro”

Digitalizzare e collegare la fanteria sul campo di battaglia. Questo l’obiettivo principale del programma “Soldato Futuro” dell'Esercito italiano che, in teoria, dovrebbe essere pronto ad entrare in produzione. Dopo una serie di problemi, legati ad una massiccia quantità di informazioni dei sistemi implementati che avrebbero sovraccaricato i sistemi (ed i soldati), il Soldato Futuro è stato semplificato e dovrebbe essere operativo nella sua interezza.

Lanciato nel 2002, il programma Soldato Futuro è realizzato dall’esercito e da un consorzio di imprese (tra cui Iveco, Oto Melara e Beretta) guidate da Selex, nel tentativo di equipaggiare il soldato italiano del XXI° secolo. L'iniziativa fa parte di un programma più ampio denominato Forza NEC, che prevede la digitalizzazione dei veicoli, come il VBM Freccia, in una struttura net-centrica.

Con un budget di 1,1 miliardi di euro, il programma Forza NEC (Network Enabled Capabilities) ha richiesto (solo per il 2015) 235 milioni di euro, secondo quanto emerge dal bilancio del governo. Nel 2010, il programma è entrato in fase di “risk reduction”. Alcune componenti del programma Soldato Futuro sono state testate durante la Trident Juncture, la più grande esercitazione annuale della NATO che si è svolta in Italia, Spagna e Portogallo con unità terrestri, aeree e navali e con forze speciali di tutti i paesi Nato.

La brigata meccanizzata Pinerolo dell'Esercito italiano è stata scelta per testare le nuove tecnologie. Sappiamo che il software principale del programma Soldato Futuro è ormai maturo, così come il visore notturno che è stato già testato in Afghanistan ed il nuovo elmetto da 800 grammi.

Completano la suite anche giubbotti antiproiettile ed indumenti protettivi contro le minacce chimiche, biologiche e nucleari. La telecamera termica dovrebbe essere disponibile per ogni plotone entro il 2016.

Il fucile d’assalto ARX-160 della Beretta (testato in Afghanistan) è praticamente pronto: ogni squadra riceverà anche una versione con lanciagranate. Il cecchino di ogni plotone sarà equipaggiato con il fucile da 7,62 millimetri ARX-200 (foto), dotato di ICS (Intelligent Combat Sight) sviluppato da Steiner, società controllata da Beretta.

I comandanti di plotone, infine, saranno dotati di una sorta di tablet che collegherà in rete l’intera formazione. Il carico medio del soldato sarà di 30/40 chili: peso ritenuto accettabile per movimenti rapidi.

L'esercito italiano starebbe procedendo alla revisione finale per stabilire cosa andrà in produzione. Ad ogni modo, il programma del soldato del futuro italiano è stato fortemente rivisto e semplificato rispetto a quanto immaginato dieci anni fa. Cancellati, ad esempio, gli occhiali (una sorta di Google Glass) collegati in Bluetooth per la condivisioni delle immagini o la capacità di connessione in Wi-Fi per comunicazioni entro i cento metri tra uomini e veicoli. Proposte eliminate.

E’ solo una questione di fondi

Il “Software Defined Radio” (un sorta di ricevitori radio software multistandard) ha quasi raggiunto lo stesso prezzo di un Lince dell’Esercito. Forza Nec prevede, infatti, il riutilizzo dei sistemi già in dotazione alle forze armate. La Pinerolo ha ricevuto i Freccia in svariate versioni (combattimento, anticarro, con mortaio, posto di comando, ISTAR e versioni di recupero), e dovrebbe essere interamente digitalizzata entro i prossimi tre anni.

Il Network Enabled Capabilities mira ad integrare tutti sistemi principali delle forze armate dell’esercito: Siaccon, Siccona, Blue Force Situational Awareness ed il Software Defined Radio.