La battaglia di Zama

(di David Rossi)
07/03/20

Continuiamo a parlare della seconda guerra punica, in particolare della sua fase centrale, quando Annibale è in Italia, e dell’epilogo, con la sconfitta dei Cartaginesi a Zama. Lo facciamo, come per l’articolo precedente, accompagnati da Roberto Trizio, titolare del Bar di Roma Antica su Youtube.

Annibale in Italia. Che cosa succede in giro per la penisola?

Succede che i popoli italici si trovano di fronte ad un Generale abilissimo e praticamente invincibile sul campo di battaglia. Che si propone come "liberatore" dalla dominazione romana e promette una certa autonomia a chi si decida a passare dalla sua parte. 

Alcuni accettano: la città di Capua (che sarà la "capitale" cartaginese in Italia) non passa dalla parte di Annibale per caso. Sa perfettamente che Annibale tornerà in patria e si appresta ad essere la nuova Roma con il dominio sulla penisola.

Alcuni resistono: Annibale proverà per tre volte a conquistare la città strategica di Nola, che invece gli resisterà e non gli aprirà mai le porte.

Altri ancora invece vogliono l'autonomia sia dai romani sia dai cartaginesi. Non vogliono liberarsi di un padrone per finire nelle mani di un altro. E questo compromette il disegno di Annibale. Comunque, una cosa è certa: lo scontro mette a durissima prova uomini, raccolti, famiglie e terre. 

Una prova pesantissima per il territorio italico che soffre terribilmente.

Come reagisce Roma, avendo il suo nemico numero uno in Italia?

Lo sottovaluta. Le legioni romane che affrontarono Annibale alla Trebbia, nel Nord Italia, erano quelle di Sempronio Longo che erano dislocate in Sicilia. Queste risalgono allegramente la penisola e sfilano per Roma come eroi che stanno andando a liquidare un nemico per sempre. Convinti della vittoria.

Anche dopo la sconfitta della Trebbia, i romani si ritrovano con un tracotante comandante, Flaminio, che non ha capito nulla della situazione e che insegue Annibale per chiudere la partita, e senza accorgersene si infila nella peggiore imboscata della storia romana. È la battaglia del Lago Trasimeno.

Ma non basta ancora. I romani realizzano tardi le capacità dell'avversario, e infatti, nonostante una frangia più prudente, gli concederanno una nuova battaglia, a Canne, con l'intenzione di schiacciarlo con la superiorità numerica. E sappiamo tutti che non bastò.

Solo dopo Canne, prevalse la consapevolezza, incarnata da Fabio Massimo il Temporeggiatore, che era necessario evitare il confronto. E fare una guerra attendista, di logoramento, che fu invece finalmente la carta giusta.

Fabio Massimo: chi era costui?

Era un eminente membro della classe senatoria. Una vera autorità e in realtà l'unico che ha l'atteggiamento giusto. Massimo comprende appieno che l'esercito romano e soprattutto la cultura militare dietro ai comandanti romani, non è pronta a fronteggiare Annibale. Propone da subito una guerra attendista e di logoramento, assai più adatta alla situazione, ma non viene ascoltato. Solo dopo Canne, la classe dirigente comprende la correttezza dell'atteggiamento di Massimo e adotta la sua strategia. Una strategia decisamente costosa, sicuramente pesante per l'esercito e per le popolazioni, ma che avvia quel processo di "cancrena" della posizione di Annibale in Italia che cambierà le carte in tavola.

Diciamo che Massimo incarna la migliore strategia, al netto di Scipione, che ovviamente porterà la guerra su un altro livello. Un vero romano, comunque. Che vede Annibale "accartocciarsi" in Italia, ma che muore senza avere il tempo di vedere il nemico arrendersi.

Come viene preparata la battaglia di Zama dai Romani?

Innanzitutto, i romani partono dal campo di battaglia che è loro favorevole. Dopo il ritorno di Annibale in patria si apre una vera corsa, vinta da Scipione, per posizionarsi su un territorio congeniale alle rispettive truppe. Scipione deve innanzitutto neutralizzare gli elefanti. Per cui la formazione classica viene modificata: non a scacchiera (il triplex acies) ma a file intervallate da spazi. Sono dei veri e propri corridoi, attraverso i quali gli elefanti dovranno passare per poi sbucare alle spalle dell'intero esercito romano, ormai privi della loro forza distruttrice.

Le file sono composte da Hastati, Principes e Triarii, uomini progressivamente sempre più forti pronti a darsi il cambio per rinnovare l'impeto delle armi. E sulle ali la cavalleria di Lelio, fidatissimo braccio destro di Scipione, e di Massinissa, ex avversario numida recentemente passato dalla parte dei romani, con il compito di distruggere la controparte.

L'asso nella manica di Scipione è tuttavia il previsto movimento avvolgente degli uomini: la seconda e la terza fila si muoveranno rapidamente, circondando l'avversario sia sui lati che sul retro.

Almeno, questo è quello che Scipione vorrebbe fare.

E Annibale?

Annibale è consapevole di avere più uomini, ma meno addestrati e può contare solo sui veterani d'Italia. Posiziona innanzitutto gli elefanti in prima fila. Si aspetta certo che i romani sappiano gestirli meglio rispetto al passato, e non ci fa molto affidamento, ma è comunque un grattacapo per Scipione.

Posiziona due file di mercenari e la cavalleria in maniera praticamente speculare a Scipione. Gli rimangono i veterani: e qui Annibale, davvero, si supera. Prevede che le legioni romane non manovrino più come prima, e sospettando i movimenti avvolgenti dell'avversario stacca, arretrandoli di qualche centinaio di metri, i veterani. 

L'obiettivo è far fallire, nel bel mezzo della battaglia, l'azione di avvolgimento, in quanto i legionari dovrebbero allungarsi troppo e giocarsi solo all'ultimo momento gli uomini più forti e freschi che ha.

Scipione vs. Annibale. Chi era più grande come stratega?

Come stratega? Scipione. Per strategia non intendo la capacità di muoversi sul campo di battaglia, quella è la tattica. Intendo la visione generale del condurre la guerra. Annibale è un finissimo politico ma compie alcuni errori. Il regno barcide che consolida in Spagna è basato sulla forza, ad esempio tenere in ostaggio gli esponenti delle famiglie ricche, a Cartegena. E in Italia punta tutto sullo sfilacciamento dei municipi romani, sulla ribellione all'oppressore che invece non funziona, perchè la compagine romana era ben più solida del previsto.

Scipione invece libera gli ostaggi di Cartagena e promette alla Spagna propri organi di rappresentanza, ovvero dà valore e importanza agli autoctoni trattandoli da clienti più che da conquistati. E sempre Scipione spinge per portare la guerra in Africa, lui contro un Senato avverso, scegliendo alla perfezione le tempistiche.

Come si svolge la battaglia di Zama?

È una battaglia estremamente complessa ma che può riassumersi in alcuni punti chiave. L'attacco degli elefanti di Annibale, che viene efficacemente neutralizzato dai corridoi di Scipione, e il contatto con le fanterie. Le cavallerie dei romani mettono in fuga gli avversari e si allontanano dal campo di battaglia. Le fanterie rimangono sole. Al ché, c’è un momento particolare: Scipione si appresta a compiere la sua manovra avvolgente ma i veterani posizionati troppo indietro disinnescano la sua mossa.

Non può fare altro che allungare le sue file per non essere accerchiato, mentre Annibale, riorganizzato l'esercito crea una linea unica dove il centro, i veterani d'Italia forti e ancora riposati, si scontrano con i legionari stanchi che hanno affrontato già due file di avversari.

Tatticamente una vittoria di Annibale. Ma i legionari cannensi, che in quella battaglia si giocano il tutto per tutto, resistono oltre ogni possibile immaginazione. La linea romana regge, e le cavallerie di Lelio e Massinissa di ritorno, colgono alle spalle i cartaginesi e Annibale perde, seppur con onore, la partita.

Scipione e Annibale ebbero amari destini paralleli

Annibale è il maestro di Scipione. Esempio da cui trarre ispirazione. Scatena il più grande conflitto del mondo antico con la sua sola volontà. È un fenomeno inarrestabile. Ma i conti non tornano. Il suo progetto fallisce e alla fine, dopo 15 anni, deve arrendersi. Ci mette un po' per rendersene conto. Per accettare il fallimento di una vita intera. Gli ultimi anni sono vissuti da esule, scappando in continuazione dai Romani.

Scipione viene catapultato sulla scena politica e militare, è forse il più grande innovatore dell'esercito romano, ottiene vittorie prima mai nemmeno immaginate. Consegna la Spagna e l'Africa a Roma. Vince anche in Oriente. Ma la politica, le invidie lo distruggono. I processi alla sua famiglia devastano la sua famiglia. Anche lui passa gli ultimi anni in esilio.

Annibale e Scipione muoiono nello stesso anno.

Entrambi sconfitti da Roma.

Immagini: Michele Marsan / web