I carri armati medi alleati: lo Sherman Firefly

(di Francesco Sisto)
21/08/23

Lo Sherman Firefly (lucciola) fu un importante carro armato medio impiegato dai reparti corazzati britannici alla fine della Seconda guerra mondiale. Il mezzo fu – probabilmente – la più importante variante britannica del carro statunitense M4 Sherman.

Il Firefly venne realizzato prendendo come base gli scafi degli M4A4 (Sherman V per il Regno Unito) e munito di un cannone da 17 libbre (76,2 mm). Progettato nel 1943, il veicolo entrò in servizio agli inizi del 1944; ne furono costruiti oltre 2000 esemplari.

Il carro, nel corso del conflitto, fu utilizzato anche da canadesi, neozelandesi, sudafricani e polacchi. È bene precisare che il Firefly fu l’unico carro britannico (forse anche tra i veicoli alleati) a porsi sullo stesso livello dei Panther e dei Tiger come potenza di fuoco.

I primi carri armati M4 Sherman, i britannici furono in grado di ottenerli poco prima della battaglia di El Alamein (23 ottobre-11 novembre 1942) e in quello scontro ne impiegarono tra le 250 e le 300 unità. Numeri più abbondanti iniziarono a giungere nel Regno Unito alla fine del 1942, ma il grosso della “distribuzione” ci fu nel 1943 con la versione M4A4.

Si può asserire che fino al 1943 l’armamento primario dei carri armati di Sua Maestà non superava il cannone da 6 libbre (57 mm). Infatti, i reparti corazzati britannici andarono seriamente in difficoltà nei confronti dei mezzi tedeschi e italiani; il semovente da 75/18 del Regio Esercito, infatti, più volte riuscì a interdire i Grant, gli Sherman e altri veicoli.

Per sopperire a questa situazione le autorità militari decisero di avviare un programma con l’obiettivo di realizzare un carro armato con un cannone da 17 libbre.

Tuttavia, lo sviluppo dei progetti Cruiser Mk VIII Challenger e Cruiser Mk VIII Cromwell (carri armati "incrociatori") risultò laborioso e irto di complicazioni. Allora, i vertici del British War Office – con non pochi dubbi – stabilirono di “alterare” alcuni M4A4 per ottenere una soluzione di riserva fino all’entrata in servizio dei futuri carri britannici. Si decise così di creare una torretta che si adattasse al pezzo da 17 libbre e potesse, al tempo stesso, essere installata sul carro statunitense senza generare troppi problemi.1

Nell’autunno del 1943 i primi esemplari di questa nuova soluzione erano pronti, e il mezzo venne “battezzato” Sherman VC Firefly.

Agli inizi del 1944 la produzione dello Sherman Firefly divenne di assoluta priorità; possiamo affermare che il mezzo da “riserva” era diventato “titolare”.

Il battesimo del fuoco per il carro avvenne con l’operazione Overlord (6 giugno-30 agosto 1944). In seguito, nel corso della guerra il carro fu impiegato sul fronte occidentale e nella campagna d’Italia. Il Firefly si rivelò (in fin dei conti) uno dei migliori carri usati dagli alleati, “armato com’era con il cannone da 17 libbre che finalmente sparava proiettili con velocità iniziale uguale o quasi a quelli dei Panther e Tiger tedeschi”.2

Nel dopoguerra lo Sherman Firefly fu utilizzato da diversi eserciti, tra qui quello italiano e argentino. Quest’ultimo se ne servì fino alla metà degli anni Settanta.

Il carro armato medio Sherman Firefly aveva una lunghezza di 5,89 m, altezza 2,7 m e larghezza 2,64 m. Pesava 34,75 tonnellate e aveva una corazzatura da 89 mm (massima).

Motore: Chrysler A57 Multibank a benzina, potenza 425/430 CV. La velocità massima era di 40 km/h.

L’armamento principale era costituito da un cannone da 17 libbre (76,2 mm), mentre quello secondario da mitragliatrici Browning M2 (12,7 mm) e M1919 (7,62 mm).

Il veicolo poteva contare su un equipaggio di 4 uomini.

1 Cfr. C. Falessi-B. Pafi, Sherman VC Firefly, in Storia Illustrata n°164, 1971, p.146

2 Ibidem

Foto: U.S. Army center of military history / IWM