Completa l’opera un maremoto con onde da 6 a 12 m che spazzano, spiagge, rive e banchine. E’ uno dei più violenti e catastrofici terremoti della storia: 80.000 vittime a Messina (57% della popolazione) e 15.000 a Reggio Calabria (poco più del 33% della popolazione).
La partecipazione della Marina italiana risulterà fondamentale soprattutto per le comunicazioni e per il trasporto in massa di tutto quanto necessitava nelle operazioni di soccorso. Furono dislocate ben 48 unità (sei corazzate, due incrociatori corazzati, tre arieti torpedinieri, tre incrociatori torpedinieri, cinque cacciatorpediniere, 15 torpediniere, 14 navi ausiliarie e di uso locale) con 6788 militari: uno sforzo notevole considerando il periodo delle festività natalizie che ha sorpreso navi e organizzazione con circa un terzo del personale in licenza e pur con ciò riuscendo a dare immediatezza di risposta all’emergenza nazionale con la disponibilità di 12 unità navali entro le prime 24 ore dal sisma. Da ricordare, infine, i 78 ufficiali, sottufficiali e marinai della base e delle unità di Messina fra le vittime del terremoto, morti o sepolti dalle macerie.
[Non va dimenticato che all’opera di soccorso si vedrà la partecipazione attiva di varie marinerie estere; prima tra tutte quella russa (prima tra tutti i soccorritori ad entrare autonomamente in attività e alla quale, nel febbraio 2006, è stata dedicata una targa commemorativa da parte del sindaco di Messina in riconoscimento all’opera compiuta) e seguita da quella tedesca, inglese e francese]
Fonte: Marina Militare