Siria, offensiva per la riconquista di Aleppo imminente: Iran ed Hezbollah sul terreno, la Russia dall'aria

(di Franco Iacch)
14/10/15

Sta per iniziare la battaglia di Aleppo, nel nord della Siria. L’offensiva terrestre includerà una coalizione formata da truppe siriane ed iraniane, protetta dal supporto aereo russo. La zona di Aleppo, vicino al confine turco, è controllata soltanto in parte dal governo siriano. Le aree principali, comprese alcune zone rurali nei pressi della città, sarebbero in mano agli insorti che combattono Assad e lo Stato Islamico.

Gli Hezbollah, 1500/2500 uomini, sono già in Siria. Nonostante le smentite delle settimane scorse, nelle ultime 48 ore sono giunti anche migliaia di iraniani che si sono già asserragliati su postazioni avanzate e sarebbero pronte al contrattacco. Il loro numero è in crescita ed a breve potrebbero disporre di un contingente forte di 5/7 mila soldati. Gli iraniani, oltre all’alleanza politica con Assad, devono vendicare la morte del generale Hossein Hamedani, avvenuta la scorsa settimana proprio nella provincia di Aleppo, in circostante che appaiono ancora poco chiare e per un episodio che giustificherebbe il suo massiccio intervento alla Comunità internazionale (non a caso parlammo proprio di Casus Belli).

Tutte le forze di terra sono coordinate dal generale Qasem Soleimani comandante della Forza Quds, che gestisce una rete di forze delegate in tutto il Medio Oriente, tra cui Siria, Iraq, Yemen e Libano.

La Forza Quds o Brigata Gerusalemme, ala per le operazioni speciali del Corpo delle Guardie rivoluzionarie dell'Iran, è ritenuta responsabile della morte di centinaia di soldati americani in Iraq. Secondo il Pentagono, la Forza Quds supporterebbe gruppi terroristici in Libano, Yemen e Iraq. Hezbollah, alleato russo ed iraniano, ha combattuto al fianco delle forze del presidente Bashar al-Assad dall'inizio della guerra civile siriana.

Nelle ultime 24 ore, intanto, i russi hanno effettuato 88 sortite su 86 posizioni nemiche a Raqqa, Hama, Idlib, Latakia ed Aleppo.

In un messaggio audio diramato poche ore fa, a cura del portavoce del movimento, Abu Mohammad al-Adnani, lo Stato islamico ha esortato i musulmani a lanciare una "guerra santa" contro i russi e gli americani. "Gioventù islamica di tutto il mondo, è il momento di lanciare la jihad contro i crociati”.

Si combatte a Kafr Nabuda

Fercoci scontri tra truppe ribelli e governative si stanno svolgendo da lunedì scorso per la conquista della città di Kafr Nabuda nella provincia di Hama. La città segna il limite occidentale della linea difensiva lungo la quale i ribelli hanno posizionato una decina di piattaforme anti-carro fornite dalla CIA. Proprio i ribelli sperano in un maggiore sostegno militare dagli stati arabi, in particolare dall'Arabia Saudita.

Il programma TOW, supervisionato dalla CIA, è totalmente separato da quello miseramente fallito dal Pentagono che, secondo le intenzioni, avrebbe dovuto influenzare il risultato dell'altra guerra condotta in Siria, quella nella parte nord-orientale del paese contro lo Stato islamico. La CIA ha avviato il programma TOW nei primi mesi del 2014, con l'obiettivo di contrastare Damasco fornendo formazione, armi leggere, munizioni e missili anticarro: strumenti che si sarebbero rivelati essenziali per colmare il gap con l’equipaggiamento pesante del governo lealista.

Nel 2013, l’Arabia Saudita ha acquistato 13.975 missili anticarro, fornitura interamente consegnata. Per contratto, il governo saudita deve informare gli Stati Uniti della destinazione finale dei missili. L'approvazione degli Stati Uniti è implicita.

(foto: TASS / web)