Prime testimonianze di un nuovo (e recente) massacro di soldati russi nell’oblast di Luhansk

(di David Rossi)
10/07/22

Venerdì 8 luglio a pochi chilometri dal luogo dell’eccidio di quasi due interi battaglioni all’incirca due mesi fa (vedi articolo), le forze russe sono state intercettate dall’artiglieria e dai sistemi missilistici occidentali in mano agli Ucraini e, ancora una volta, costretti a subire un massacro di eccezionali dimensioni. Lo ha raccontato sabato 9 luglio il corrispondente di guerra e ex SEAL Chuck Pfarrer.

Ma andiamo per ordine. La storia dell’oblast di Luhansk al 100% controllato dai Russi è stata vera per alcuni giorni: poi, politici e militari si sono accorti che manca un fazzoletto di terra, nel territorio del villaggio di Bilohorivka - famigerato per i russi -, dove le forze di Kiev sono riuscite a tenere ancora un piede nell’unico oblast di cui Mosca è quasi riuscita a completare la conquista manu militari.

Avete presente il villaggio dei Galli irriducibili delle avventurose storie di Asterix, ultimo baluardo celtico in un mondo conquistato dai Romani? Ecco, Bilohorivka non è in Armorica ma su una collinetta a nord-ovest di Severodonetsk. Ma ai fini del nostro racconto non ci interessano le alture -pur ottime per difendersi- ma l’ormai famoso fiume, il Siverskiy-Donetsk, che in questo periodo dell’anno e soprattutto a questa distanza dalla foce è poco più che un rigagnolo d’acqua, ma che -per l’ennesima volta- si è dimostrato una barriera quasi insuperabile per le truppe russe. La storia è cominciata quattro giorni fa…

La mattina di mercoledì 6 luglio lo stato maggiore di Kiev annunciò che I soldati ucraini avevano inflitto perdite significative ai soldati di Putin durante un tentativo russo di offensiva nelle aree degli insediamenti di Verkhnokam'yanske, Bilohorivka e Hryhorivka. Gli occupanti si sono ritirati. Parliamo di un fazzoletto di terra, ma politicamente conta quanto la Kamchatka al gioco del Risiko: infatti, per una beffa colossale del destino, senza quei pochi chilometri, il controllo della regione di Luhansk è una vanteria da bar e il governatore militare dell’oblast può smentirti ogni volta che si collega su Telegram: teniamo ancora un piede, anzi uno stivale nel nostro territorio…

Così, dal Cremlino parte l’ordine: tentiamo una manovra aggirante muovendo in direzione sud-est ovest e nord-est sud-ovest per stritolare gli ultimi difensori ucraini. E qui casca l’asino… Con una copertura di artiglieria insufficiente, un intero battaglione - più precisamente un gruppo tattico di battaglione, all’incirca 500-700 russi - si ritrova sotto il fuoco dei difensori ucraini proprio mentre ha concentrato mezzi e uomini nell’attraversamento di quel fiume maledetto (per i Russi). E viene annientato. Le immagini che vedete qui di seguito sono eloquenti:

Paradossalmente, sono dello stesso 6 luglio anche le nuove immagini dei mezzi distrutti due mesi fa (foto apertura), a pochi chilometri di distanza, riemersi a causa del calo del livello del fiume. Non c’è che dire: qualunque descrizione che abbiamo avuto da Kiev di quel disastro è esagerata… ma per difetto!