Libia: Il “Gatto” patriota prepara la marcia su Tripoli

(di Frank Montana)
24/09/17

Il patriota Abdelbasset Igtet (termine che significa “gattino” in arabo) vuole marciare in Piazza dei Martiri (ex Piazza Verde) a Tripoli per il suo popolo. Animato da buone intenzioni, il miliardario libico - ma residente in Svizzera - sarebbe intenzionato a dare una svolta alla stagnante politica interna del Paese che al momento conta due governi sovrapposti e contrapposti. Avrebbe chiamato domani a raccolta il popolo per una grande manifestazione. Il programma: importanti riforme economiche per ricostruire l'economia e stop all'ingerenza dei Paesi stranieri negli affari interni libici.

Il campo di battaglia

Situazione tutta da decrittare quella libica. Tripoli ha un governo riconosciuto a livello internazionale ma fantoccio e con nessuna credibilità interna. Il presidente Al-Sarraj sta in piedi solo quando si trova asserragliato nella caserma della marina militare perché solitamente quando esce è oggetto di contestazioni e colpi d'arma da fuoco. Per essere il capo del governo riconosciuto, fatica non poco a mettere ordine.

Tobruk ha un governo che non viene riconosciuto a livello internazionale, ma che gode del sostegno della opinione pubblica locale. Lo guida il generale Haftar che si è battuto come un leone, nonostante l'embargo della comunità internazionale su qualsiasi cosa.

Secondo quanto appreso, Haithem Tajouri, comandante della milizia di Tripoli che occupa Piazza dei Martiri, non darà il permesso a manifestare. Anche gli altri signorotti della guerra, Ghernewa, Kara e Burki, che si spartiscono il resto della città avverseranno l'iniziativa. Il capo delle guardie di Al-Sarraj, Hashem Bashr, è d'accordo nel bloccare il miliardario libico-svizzero.

Per contro, le milizie misuratine avverse al governo di Al-Sarraj sembrano aver promesso di “difendere i manifestanti”.

Varie forze si fronteggiano sia internamente sia nella corsa a trovare l'alleanza e il sostegno da parte dei Paesi forti nel mondo. In mezzo a questo scenario arriva il miliardario Abdelbasset Igtet, peraltro non nuovo, visto che durante l'inizio della crisi libica vi aveva già fatto capolino con il Consiglio di Transizione Nazionale libico (NTC) e nel 2014 il suo nome girò come potenziale premier.

Ma chi è l'ultimo arrivato nella gazzarra libica?

Abdelbasset Igtet nasce a Benghazi il 24 settembre 1970. Esce da una famiglia il cui nonno, Musa Igtet, nel 1911 lottò contro gli italiani. Il padre, Hassan Igtet, creò la Biblioteca Nazionale presso l'Università di Benghazi. Hassan, entrato in contrasto con Mu'ammar Gheddafi subito dopo il golpe, venne incarcerato e morì ucciso.

Abdelbasset  si sentì in pericolo e scappò in Svizzera dove intraprese la professione di imprenditore con numerosi progetti in tutta Europa e Medio Oriente. Oggi il suo impero comprende più di 40 imprese per sviluppi alberghieri, commerciali e residenziali, consolidamento aziendale, finanza, pianificazione e realizzazione delle infrastrutture, così come molte iniziative regionali in Nord Africa.

Merita attenzione la Swiss International Management che opera nel settore immobili, petrolio e gas esplorazione, infrastrutture e assistenza sanitaria. Nel 2005 fonde 12 studi di ingegneria tedesca in un unico grande gruppo, così facendo fornisce strutture di ingegneria civile e architettonica allo Stato del Qatar. Nel 2006 fonda il gruppo svizzero Mideast Finance e dal 2007 controlla Metrica - un'impresa di progettazione di interni, marittima, aeronautica e residenziale. Athal Energy, invece, si occupa di esplorazione e sviluppo dei campi petroliferi esistenti.

Il vero problema non sta tanto nella fortunata scalata affaristico-sociale, ma nella credibilità interna libica. Abdelbasset, mussulmano, è felicemente sposato con Sara Bronfman: ricchissima figlia di Edgard, commerciante di alcolici (sua la Seagram) e per quasi tre decenni presidente del Congresso Mondiale ebraico. Secondo il dato fornito da Forbes nel 2011 il patrimonio accumulato dal padre ammontava a 2.6 billioni di dollari. Inoltre Abdelbasset proviene dalla Libia orientale, regione con molti libici di origine egizia, greca o turca. Molti di loro hanno sostenuto l'invasione straniera e la guerra contro la Libia nel 2011. I veri “patrioti libici” non hanno dimenticato questo aspetto, dunque poco avvezzi a ricevere ordini dagli “stranieri” che ritornano a casa. Igtet peraltro ha avuto strettissimi legami professionali con il Qatar - uno dei nemici più forti della Libia. E anche questo non gioca a suo favore...

Secondo alcune fonti giornalistiche raccolte sul web, la figlia della coppia, che si sarebbe sposata il 15 luglio 2012, avrebbe avuto quattro mesi a maggio 2013. Se ciò fosse vero, sarebbe stata concepita prima del matrimonio, dunque in aperto contrasto con la religione islamica.

Risulta dunque evidente che il milionario libico-svizzero non avrà vita facilissima perché visto troppo estraneo al contesto sociale. Sarebbe anche da chiedersi in realtà quanti libici lo conoscano davvero. L'azzardo - se di azzardo si parla - è scommettere sulla propria storia personale e credibilità maturata tutta all'estero.

Rimane da verificare quanto i poteri forti caldeggeranno la sua "discesa in campo".

(foto: web)

Fonti:

https://www.linkedin.com/in/basit-igtet-998ab280

https://www.microworld.org/en/content/founding-partners

http://basitigtet.com/?page_id=3359

https://frankreport.com/2016/01/13/more-on-sara-bronfmans-husband-and-a-libyans-view-of-nxivm/