I turchi arrivano ad Al Bab, ultima roccaforte ISIS nel nord della Siria. S'infiamma il fronte di Raqqa

(di Giampiero Venturi)
13/02/17

Il Presidente Erdogan ha confermato che truppe turche, appoggiate dai ribelli del Free Syrian Army, hanno occupato l’accesso meridionale di Al Bab, ultima roccaforte dell’ISIS nel Governatorato di Aleppo. La città sarebbe sul punto di cadere. Le truppe turche e le milizie loro alleate sono infatti coinvolte in queste ore in pesantissimi scontri in tutta la regione a est dell’area metropolitana, dove la resistenza dei terroristi è particolarmente accanita.

Mentre i turchi avanzano, l’esercito siriano continua l’offensiva a sud e secondo quanto confermato da fonti russe, avrebbero liberato Tadef, centro abitato a soli 2 km da Al Bab. L’avanzata riguarderebbe anche la strada che porta a sud verso Raqqa.

In altri termini, la morsa contro il Califfato si sta stringendo con uno scenario fino a pochi mesi fa impensabile: regolari siriani, regolari turchi e Free Syrian Army stanno combattendo per lo stesso obiettivo. Nonostante le scaramucce fra forze turche ed esercito di Damasco, il coordinamento tra Russia, Turchia e Iran, per ora sta dando importanti frutti sul terreno: nell’arco di pochi giorni, l’ISIS potrebbe scomparire dalla Siria del nord.

In effetti tutta la Siria nord orientale è in fiamme. Dopo aver annunciato la prossima presa di Al Bab, il 12 febbraio Erdogan ha dichiarato anche che Scudo dell’Eufrate non si fermerà fino a che Raqqa, l’autoproclamata capitale dello Stato Islamico, non sarà catturata. Viene così messo in chiaro che l’offensiva turca in territorio siriano, iniziata nell’estate scorsa, lungi da essere una ricognizione di breve durata, era in realtà un’iniziativa strategica di ampio respiro. Ankara, puntando al cuore dello Stato Islamico, manda un segnale ben preciso: i curdi che stanno combattendo con l’appoggio degli USA lungo la direttrice di Raqqa, dovranno fare i conti con la Turchia, una volta eliminato il Califfato.

A tale proposito, mentre scriviamo, l’agenzia Al Amaq, portavoce dello Stato Islamico, annuncia una controffensiva su larga scala a ovest di Raqqa contro le forze curde dell’SDF, nell’area intorno alla diga di Tabaqa, sul fiume Eufrate. Gli scontri sarebbero violentissimi con gravi perdite sulla sponda curda.

Damasco, messa in riga da Mosca, per il momento sta a guardare, cercando di trarre il maggior vantaggio possibile sul terreno. Nonostante abbia sempre protestato ufficialmente contro l’ingresso di truppe turche nel Paese, il governo di Assad deve ingoiare il rospo rimandando a dopo la liquidazione dell’ISIS il regolamento di conti con il Free Syrian Army, ormai divenuto una costola delle forze regolari turche. I colloqui di Ginevra in questo senso saranno decisivi.  

(foto: Türk Kara Kuvvetleri)