Gli USA sostengono la riunificazione delle forze armate libiche

(di Giorgio Armento)
06/03/23

A margine della African Chiefs of Defense Conference, tenutasi a Roma il 2 marzo, il comandante del U.S. African Command (AFRICOM), gen. Michael Langley, ha incontrato congiuntamente i capi di stato maggiore di entrambi gli eserciti libici: il gen. Haddad dell'esercito del GNU di Tripoli e il gen. Nadhuri per l'LNA di Tobruk. Lo si apprende da un comunicato stampa rilasciato dal Dipartimento di Stato USA e dallo stesso AFRICOM1.

Il testo si conclude affermando "l'impegno statunitense nel sostenere il popolo libico nel suo desiderio di pace, unità nazionale e piena sovranità".

Ulteriori dettagli diffusi alla stampa locale dalla delegazione del GNU2 rivelano che nel quadro dei colloqui gli Stati Uniti avrebbero esortato le parti ad intraprendere un processo volto a riunificare le forze armate libiche. Con una serie di tweet del 2 marzo l'ambasciata USA ha dichiarato infatti il proprio sostegno alla formazione di una giunta militare comune, considerata un primo passo verso la riunificazione dell'esercito libico.

Si tratta di dichiarazioni molto esplicite che confermano quanto era intuibile dai movimenti americani nell'area dei mesi scorsi (leggi articolo).

Con la Russia distratta dalla guerra in Ucraina, gli Stati Uniti sembrano intenzionati ad estromettere la Wagner e tornare ad assumere un ruolo determinante nella partita libica.

Allontanare la Russia dal Mediterraneo centrale

Il legame della Federazione Russa all'LNA non è solo un ostacolo al percorso di riunificazione della Libia. Scardinare l'influenza russa andrebbe considerato un obiettivo di primo piano per la NATO nell'ottica di difesa del proprio fronte meridionale. Proprio il fronte che vede il nostro paese schierato in prima linea, in quanto maggiore potenza navale nel Mediterraneo centrale.

Se con l'apertura della base siriana di Tartus la presenza russa nei mari caldi si era intensificata, dallo scoppio della guerra in Ucraina è aumentata esponenzialmente. Le decine di unità navali della Federazione attualmente presenti nel bacino mediterraneo costituiscono una sfida diretta per la nostra sicurezza nazionale, come sottolineato dal capo di stato maggiore della Marina Militare, Enrico Credendino, nell'audizone alla commissione difesa del 23 febbraio scorso3. Allo stato attuale è messa a dura prova la capacità della Marina Militare di sorvegliare le rotte commerciali e di approvigionamento energetico vitali per l'economia nazionale, in particolare i tre gasdotti sottomarini che riforniscono il nostro paese. Quanto accaduto al Nord Stream ci dovrebbe infatti aver insegnato a non considerare inviolabili le infrastrutture energetiche europee.

Pertanto le iniziative statunitensi di riavvicinamento con le autorità di Tobruk offrono al nostro paese una rara opportunità per ritornare a proteggere gli interessi nazionali nel nostro estero vicino, dopo anni di passività in cui l'iniziativa è stata lasciata ad attori ben più spregiudicati, che si sono così insediati pericolosamente vicino ai nostri confini meridionali.

Recidere il legame tra la Russia e la fazione orientale libica è essenziale per scongiurare il rischio di una base della Marina Russa sulle coste antistanti la nostra penisola.

1https://www.africom.mil/image/35154/commander-meets-libyan-delegation-at...

2https://libyaupdate.com/details-revealed-romes-meeting-between-africom-c...

3 Marina, flotta russa aumenta in Mediterraneo, rischi incidenti - Il Sole 24 ORE

Foto: AFRICOM