L’incrociatore Calypso (silurato e affondato dal sommergibile Alpino Bagnolini)

(di Francesco Sisto)
17/04/23

L’incrociatore leggero Calypso, settima nave da guerra britannica con questo nome, apparteneva alla classe C tipo Caledon.

I Caledon costituirono un “progresso” della classe Caroline (unità impostate fra il 1913-14) e furono presentati come: “mezzi navali ben riusciti e veloci, ma era sufficiente un poco di mare perché, ad alta velocità, le onde ne invadessero il castello, rendendo non agibile il pezzo di prora”.

Il Calypso venne impostato nel cantiere navale Hawthorn Leslie and Company a Newcastle il 17 febbraio del 1916, varato il 24 gennaio del 1917 ed entrò in servizio attivo il 21 giungo del 1917. Inserito nella 6ª divisione incrociatori leggeri, prese parte alla seconda battaglia di Helgoland (17 novembre 1917) nel Mar del Nord.

L’esito della battaglia fu inconclusivo sia per i britannici che per tedeschi. Tuttavia, l’incrociatore leggero Calypso venne colpito da un proiettile da 150 mm, lanciato dalla nave da battaglia SMS Kaiserin, che provocò la morte del comandante (Herbert L. Edwards) e di tutto il personale in plancia.

Terminato il primo conflitto mondiale il Calypso e il gemello Caradoc vennero impiegati nel Mar Baltico, tra il 1918-19, per sostenere l’Estonia contro i bolscevichi durante la guerra civile russa. In quel periodo gli incrociatori della Royal Navy riuscirono a catturare due cacciatorpediniere bolscevichi; in seguito consegnati alla Marina estone.

Dal 1919 al 1928, fu impiegato nel Mar Mediterraneo (in quanto unità della 3ª divisione incrociatori leggeri). Nel 1932 l’incrociatore passò in riserva a Chatham (Regno Unito).

Il Calypso fu riarmato fra il 1938-39, e nel dicembre del 1939 venne dislocato presso il 3° squadrone incrociatori della Mediterranean Fleet con base a Malta e - in seguito all’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno del 1940 - ad Alessandria d’Egitto.

Il 12 giugno del 1940 (due giorni dopo l’entrata in guerra dell’Italia) l’incrociatore leggero Calypso, mentre era in navigazione per intercettare e contrastare le navi italiane dirette in Libia, venne silurato e affondato dal sommergibile italiano Alpino Bagnolini (foto) a circa 50 miglia a sud di Creta nel Mediterraneo Orientale. I morti furono 39 (compreso un ufficiale); riuscirono a salvarsi il comandante dell’incrociatore – capitano di vascello Henry Aubrey Rowley – e gran parte dell’equipaggio.

Il comandante del sommergibile era il tenente di vascello Franco Tosoni Pittoni, e per quell’azione venne promosso capitano di corvetta e gli fu conferita la Medaglia d’argento al valor militare. È bene sottolineare che fu un importante successo per la Regia Marina.

L’ammiraglio Andrew Cunningham, comandante in capo della Mediterranean Fleet, commentò così l’evento: “…Fu una bella azione per il sommergibile…”

Doveroso ricordare che il periodo fra il 1940 e il 1943 nel Mediterraneo - ovvero quando l’Italia fu in guerra contro gli Alleati e cercò di ottenere il controllo strategico del Mare nostrum e delle linee di rifornimento per il Nordafrica – fu assai complicato per i britannici. A questo proposito mi preme evidenziare un aspetto (a mio avviso) di particolare rilevanza: la guerra subacquea provocò notevoli perdite da ambo le parti (Regno Unito e Italia), sia fra le unità di superficie sia tra quelle subacquee; la scarsa profondità e le acque cristalline di numerose aree portarono all’avvistamento dei sommergibili in immersione e alla loro distruzione.

È bene precisare che più di metà dei battelli della Royal Navy andati persi nel corso del conflitto si inabissò nel Mare Nostrum (ben 45). Le operazioni più rischiose furono quelle di attacco ai convogli in navigazione fra l’Italia e il Nordafrica e il rientro nei porti di Malta, Gibilterra e Alessandria d’Egitto1.

In generale si può tranquillamente affermare che la Regia Marina si distinse in quel periodo, e fu essenzialmente Lei a interdire per trentanove lunghi mesi il grosso delle forze della Royal Navy nel Mare Nostrum.

   

L’incrociatore leggero Calypso aveva un dislocamento di 4120 tonnellate. Le dimensioni erano 140 x 13,1 x 4,4 m. L’apparato motore era composto da 2 gruppi di turbine a ingranaggi Brown-Curtis alimentate da 6 caldaie Yarrow. La potenza era di 40000 CV (massima circa 43312 CV) e la velocità era di circa 29 nodi.

L’armamento era costituito da 5 cannoni da 152/50 mm, 2 cannoni da 76 mm, 4 cannoni da 47/50 mm, 1 mitragliatrice e 8 tubi lanciasiluri da 533 mm. La corazza di cintura era di 76 mm e sul ponte superiore era di 25 mm.

La nave poteva contare su un equipaggio di 344 uomini.

Della guerra nel Mediterraneo (1940-43) ci sarebbe tanto da scrivere e raccontare… con questo articolo ho cercato di ricordare: una bella azione della Regia Marina ed il comandante Franco Tosoni Pittoni.

1 Cfr. J.P. Delgado, Storia dei sottomarini. La guerra subacquea dalle origini ai tempi nostri, LEG, Gorizia, 2014, p.225