La guerra sui mari fra britannici e tedeschi: l’affondamento della Bismarck (1941)

(di Francesco Sisto)
19/08/20

Nel maggio del 1941, il Regno Unito e i suoi dominion si ritrovarono senza alleati, dopo quasi due anni dall’inizio del secondo conflitto mondiale. La Francia fu sconfitta e umiliata e l’esercito britannico fu cacciato dal continente.

La situazione era alquanto drammatica. Gli aerei tedeschi bombardavano ogni notte le città inglesi. Gli Stati Uniti, nazione amica, rimaneva neutrale e l’Unione Sovietica era ancora legata al patto Molotov-Ribbentrop del 1939.

In mare la situazione non era delle migliori visto che l’Atlantico era minacciato dai sottomarini tedeschi. Oltre a tutto ciò i britannici temevano e sapevano che, prima o poi, la corazzata Bismarck (considerata da molti la più potente delle navi da guerra in quel momento) avrebbe fatto la sua prima sortita.

La corazzata era il fiore all’occhiello della marina del Terzo Reich; fu impostata nel 1936 e varata tre anni dopo. Dislocava a pieno carico più di 50.000 tonnellate (lo standard era in generale di 41.700 tonnellate), era armata con 8 cannoni da 380/47, 12 da 150/55, 16 contraerei da 105/65 e disponeva di 28 mitragliere. Inoltre sviluppava una velocità all’incirca di 30 nodi.

Il 18 maggio del 1941 la Bismarck salpò dal Baltico al comando dell’ammiraglio Gunther Lutjens (foto), insieme all’incrociatore pesante Prinz Eugen comandato dal capitano di vascello Helmut Brinkmann. Si pensò che le navi fossero dirette nell’Atlantico, e che avrebbero puntato attraverso lo Stretto di Danimarca che separa l’Islanda dalla Groenlandia. Quell’area era pattugliata dagli incrociatori britannici Norfolk e Suffolk, i quali riuscirono ad avvistare la Bismarck il 23 maggio.

Sovrastati dal potere di fuoco della corazzata tedesca, i due incrociatori britannici alla fine furono costretti a sganciarsi ed allontanarsi ma la marina britannica era decisa ad affrontare la minaccia con tutte le forze che aveva a disposizione. Infatti allo sbocco dello Stretto operava la squadra navale del contrammiraglio Lancelot Holland, che era composta dall’incrociatore da battaglia Hood, comandato dal capitano di vascello Ralph Kerr, e dalla corazzata Prince of Wales, comandata dal capitano di vascello John Leach, con 6 cacciatorpediniere di scorta.

Lo scontro avvenne alle 5:30 del 24 maggio 1941, allo sbocco meridionale dello Stretto di Danimarca, a circa 670 miglia a nord-est di capo Farewell. Alle 5:52 l’ammiraglio Lutjens ruppe il silenzio radio, che era stato mantenuto fino a quel momento, e trasmise ai comandi navali tedeschi: "Sono impegnato da due grandi navi".

I due gruppi navali nemici aprirono il fuoco quasi in simultanea uno sull’altro, a circa 22.000 metri di distanza. La Bismarck e il Prinz Eugen si concentrarono sull’incrociatore Hood, invece la Prince of Wales e Hood sulla corazzata tedesca. Lo scambio a fuoco molto intenso e alle 5:56 la corazzata britannica centrò la Bismarck passandola da parte a parte a prua e provocandole, una falla di un metro e mezzo, dalla quale iniziò a perdere carburante e imbarcare acqua. Intanto l’incrociatore Prinz Eugen centrò lo Hood facendo esplodere una catasta di munizioni antiaree.

Verso le 6:00 la corazzata Bismarck aprì il fuoco verso l’incrociatore britannico e un singolo proiettile da 38 cm penetrò nella stiva facendo esplodere le riserve di munizioni, e la deflagrazione si estese ai serbatoi di carburante provocando un getto di fiamme di circa 400 metri. Nel giro di poco l’incrociatore Hood esplose spezzandosi in due tronconi (foto). La tragedia fu tale che dei 1.415 membri dell’equipaggio solamente 3 riuscirono a salvarsi. L’ammiraglio Holland affondò con la sua nave.

La Prince of Wales, più volte colpita, riuscì a disimpegnarsi grazie alla fitta cortina fumogena che si lasciò dietro.

Lo scontro era durato non molto. Alle 6:32 l’ammiraglio Lutjens trasmise: "Incrociatore da battaglia probabilmente Hood affondato"; inoltre riferì che l’altra corazzata era riuscita a sottrarsi alla battaglia e che i soliti due incrociatori continuavano a mantenere il contatto.

La Bismarck fu lievemente danneggiata. Non si trattava di danni rilevanti, ma adesso la sua velocità massima non poteva superare i 28 nodi e perse abbastanza combustibile da indurre Lutjens ad abbandonare la sua missione nell’Atlantico. Infatti intorno alle 8:00 l’ammitaglio tedesco riferì al comando la sua intenzione di raggiungere Saint Nazaire, sulla costa della Francia.

I tedeschi sapevano molto bene che contro di loro si sarebbe scatenata la flotta britannica, visto che era stato affondato l’incrociatore Hood (considerato in quel momento la più prestigiosa nave del Regno Unito). Intanto Lutjens stabilì che l’incrociatore Prinz Eugen avrebbe proseguito in solitario la guerra da corsa, dato che era uscito indenne dallo scontro, e attese il momento giusto per sganciarlo.

Intanto l’ammiraglio britannico Tovey, a capo della Home Fleet, stava navigando a tutta velocità per intercettare l’avversario inoltre era stato calcolato che l’intercettazione, probabilmente, non sarebbe potuta avvenire prima delle 7 di mattina del 25 maggio. La squadra navale era composta da King George V, Victorious, Repulse, 4 incrociatori e 7 cacciatoripediniere.

Nel frattempo l’Ammiragliato britannico ordinò alla "Forza H" comandata dall’ammiraglio Somerville, di base a Gibilterra, di muoversi verso nord. Alle corazzate Rodney e Ramillies, che avevano il compito di scortare dei convogli una verso l’America l’altra verso le isole inglesi, fu ordinato di abbandonare la loro missione e di dirigersi verso la Bismarck. Oltre a ciò da Halifax, dove stava, fu fatta uscire la corazzata Revenge. Mentre da sud, arrivava l’incrociatore Dorsetshire.

Quindi la situazione nell’oceano Atlantico il 24 maggio era così fatta: mentre la squadra navale tedesca stava navigando ancora verso sud, la Prince of Wales, gli incrociatori Norfolk e Suffolk, e 6 cacciatorpediniere gli stavano dietro cercando di tenerla sempre in contatto; da nord-est stava arrivando la Home Fleet; da est la Rodney con 4 cacciatorpediniere; da sud la "Forza H" e l’incrociatore Dorsetshire e infine da ovest la Ramillies e la Revenge. La caccia alla grande corazzata Bismarck era iniziata.

Alle prime ore del 25 maggio l’incrociatore Suffolk, che seguiva la corazzata tedesca sul suo radar, perse il contatto. All’inizio si pensò che l’ammiraglio Lutjens avesse virato verso ovest, e così fu inseguito in tale direzione. In realtà aveva dirottato verso sud-ovest e l’obbiettivo era cercare di arrivare a Sant Nazaire. Alla fine, intorno alle 10:30 del 26 maggio, un aereo Catalina (foto) del comando costiero della Royal Air Force riuscì a ritrovare l’ammiraglio tedesco. L’aereo si trovò sotto il fuoco, però l’equipaggio ebbe modo di comunicare che la corazzata tedesca era a quasi 700 miglia a nord-ovest di Brest. In seguito l’idrovolante britannico fu abbattuto dalla Bismarck. In quel momento la Home Fleet comandata dall’ammiraglio Tovey era lontana circa 130 miglia, verso nord, mentre era più vicina la Rodney. Nella migliore posizione, invece, era la "Forza H" dell’ammiraglio Somerville, che distava poco più di 100 miglia verso est, quindi sulla rotta della corazzata tedesca. Dato che l’attacco navale poteva essere condotto solamente dalla Home Fleet, poiché le altre formazioni non sarebbero state in grado di reggere il confronto con la Bismarck, i britannici decisero di colpire con gli aerosiluranti in modo tale da diminuire la velocità dell’avversario.

Durante la notte del 26 maggio 5 cacciatorpediniere sotto il comando del capitano di vascello Philip Vian si scontrarono con l’avversario, ma l’attacco delle siluranti fu respinto dalle batterie della Bismarck. Comunque le navi del capitano Vian seguirono la corazzata tedesca per tutta la notte.

Alle 8:46 del 27 maggio la corazzata King George V (foto), nave ammiraglia di Tovey, aprì il fuoco in contemporanea alla corazzata Bismarck a una distanza di quasi 15.000 metri. Oltre alla King George V si unirono la Rodney, gli incrociatori pesanti Norfolk e Dorsetshire e la Bismarck iniziò a essere sotto il fuoco dei grossi calibri. Da tutte le parti i proiettili arrivavano sulla nave da battaglia tedesca. Il cannoneggiamento andò avanti fino alle 10:15 finché la Bismarck non fu ridotta ad un rottame.

Quando la corazzata Bismarck affondò, l’incrociatore britannico Dorsetshire riuscì a recuperare una parte dei superstiti, mentre altri vennero salvati da un cacciatorpediniere. Altri ancora da delle navi tedesche. Dei quasi 3000 uomini che erano imbarcati sulla Bismarck solamente più di 100 uomini riuscirono a salvarsi. L’ammiraglio Lutjens scomparve con la nave.

Intorno alle 12:00 il Primo Ministro Winston Churchill ebbe modo di riferire alla Camera dei Comuni che la corazzata Bismarck era stata affondata.

Alle 13:22 il Comando tedesco trasmetteva l’ultimo messaggio alla Bismarck (che non c’era più): "Reuters annuncia: Bismarck affondata. Segnalate immediatamente situazione".

Da ricordare che il destino della corazzata, in realtà, era già stato segnato ore prima quando due siluri colpirono la nave. Uno di questi la centrò dritto a poppa danneggiando il dispositivo comando timone e di fatto bloccandole i timoni alla banda. La sua fine arrivò solo più tardi.

Foto: bundesarchiv / Imperial War Museum