I bombardieri giapponesi nella Seconda guerra mondiale: il “Rikko”

(di Francesco Sisto)
14/03/23

Il bimotore Mitsubishi G4M, soprannominato dai giapponesi Rikko e Betty dagli statunitensi, fu uno dei più importanti bombardieri dell’Impero nipponico nel secondo conflitto mondiale.

Ordinato alla Mitsubishi dall’Aviazione della Marina (ma con la missione di operare da basi terrestri), il Mitsubishi G4M venne progettato tra il 1937 e il 1939 sotto la  supervisione di Kiro Honjo. Il primo modello volò nel settembre del 1939, pilotato dal collaudatore Katsuzo Shima, mentre il secondo l’anno seguente.

È bene precisare che il Rikko non “patì” particolari tormenti dal punto di vista della costruzione, né venne prodotto in molteplici varianti. La prima produzione di serie fu pronta nel 1941 e le serie successive (non molto modificate) furono cinque. In totale furono realizzati 2479 esemplari.

Il Rikko denominato anche Hamaki (sigaro volante per la sua sagoma fusiforme) fu un mezzo di raffinata concezione aeronautica, dotato di grande autonomia, però non in grado di trasportare un carico bellico cospicuo. Presentava, inoltre, delle vulnerabilità non di poco conto: avendo i serbatori alari sprovvisti di protezione.

Il Mitsubishi G4M operò in tutti i teatri del conflitto che videro occupate le forze armate dell’Impero giapponese.

È importante sottolineare che ai Rikko l’Impero nipponico dovette molti dei suoi primi successi, come per esempio la distruzione al suolo dei velivoli statunitensi di base all’aeroporto Clark delle Filippine (operazione eseguita l’8 dicembre 1941 da una quarantina Mitsubishi G4M partiti da Formosa) e l’affondamento dell’incrociatore Repulse e della nave da battaglia Prince of Wales (nelle acque della Malaysia il 10 dicembre 1941). Grande onta per la Royal Navy.

È bene precisare che la grande vittoria nipponica conseguita contro i britannici sfociò in due esiti principali: sul piano strettamente strategico l’annientamento della forza navale britannica liberò lo stato maggiore giapponese dal suo più grave tormento, consegnandoli così la Malaysia, in sostanza priva di difese importanti; sul piano tattico, invece, questo successo sancì la superiorità “definitiva dell’aviazione sulle navi di superficie prive di protezione aerea. Era stata voltata una pagina della storia della guerra navale”.1

Questo doppio duro colpo inflitto alla Royal Navy spalancò all’Impero del Sol Levante le porte delle sue conquiste! Infatti, ottenne una vittoria dopo l’altra: Hong Kong, Singapore, Malacca, le Indie Orientali Olandesi e la Birmania. In quel momento l’Impero giapponese sembrava inarrestabile.

I bombardieri Mitsubishi G4M, in questa fase del conflitto, riuscirono a realizzare tanti attacchi contro obiettivi sparsi su un’area grandissima; si possono ricordare quelli su Port Moresby, sulle isole Gilbert, sulle isole Marshall e quelli al naviglio statunitense a Guadalcanal.

Tuttavia, “la luna di miele” non durò a lungo per il bombardiere del Sol Levante… Non appena gli Stati Uniti e gli alleati furono in grado di riorganizzare completamente le difese nell’aria nel Pacifico, gli attacchi dei Rikko vennero frenati e controllati tanto che dalla seconda metà del 1942 i bombardieri giapponesi non poterono più permettersi di operare senza la scorta di protezione. Al ritorno da ogni raid, oramai, le squadriglie dei Mitsubishi G4M iniziarono ad essere ridotte notevolmente.

Tra il 1944 e il 1945 i “sigari volanti” vennero impiegati persino per sganciare le bombe volanti Ohka.

Il 19 agosto del 1945 due Mitsubishi G4M atterrarono “nell’isola di Le Shima recando la delegazione che, in nome dell’Imperatore Hirohito, veniva a offrire la resa”.2

Il Rikko aveva un’apertura alare di 24,89 m e una lunghezza di 19,63 m. I motori erano costituiti da 2 Mitsubishi MK4T Kasei 25 da 1540/1850 CV ciascuno. L’armamento era composto da 4 cannoni da 20 mm e una mitragliatrice da 77 mm.

Il carico offensivo costituito da 1000 kg di bombe o 1 siluro da 800 kg. Il peso a vuoto era di 8190 kg, mentre a pieno carico era di circa 15.000 kg.

Poteva raggiungere una velocità massima di 438 km/h a 4600 m. La velocità di crociera era di circa 315 km/h a 3000 m. Aveva autonomia di 3650 km. La quota di tangenza era di circa 8900 m.

1 B, Millot, La guerra del Pacifico 1941-1945. Il più grande conflitto aeronavale della storia, BUR, Milano, 2019, p.83

2 G. Bonacina, Il Mitsubishi G4M “RIKKO”, in Storia Illustrata n°157, 1970, p.100

Foto: U.S. Navy / web