Coriolano Ponza di San Martino e gli “Studi sulla condotta delle truppe e sui servizi di seconda linea" (1874)

(di Filippo Del Monte)
11/08/20

Il ventennio 1870-1890 fu un periodo contrassegnato da due importanti riforme dell'ordinamento del Regio Esercito, rispettivamente quella Ricotti e quella Ferrero, capaci di influire sulla dottrina e sugli obiettivi militari del giovane Regno d'Italia.

Furono dunque anni di grande dibattito interno tra ufficiali che molte volte, su temi generali, coinvolse anche politici ed economisti nell'ambito di un rinnovato interesse dell'opinione pubblica per le questioni militari.

Del 1874 è la monografia "Studi sulla condotta delle truppe e sui servizi di seconda linea" scritta dal capitano del 5° reggimento d'artiglieria Coriolano Ponza di San Martino, opera di primaria importanza perché l'ufficiale piemontese fu uno dei pionieri che recepirono ed adattarono alla realtà del nostro Paese gli insegnamenti della scuola militare prussiana.

Ponza di San Martino era stato decorato di medaglia d'argento a Custoza quando, comandante della Iª sezione d'artiglieria, con "sangue freddo ammirabile" aveva respinto le cariche di cavalleria austriache dirette contro il quadrato delle fanterie italiane a Villafranca dirigendo con precisione il fuoco delle proprie batterie.

Durante la sfortunata (e disorganizzata) campagna della Terza guerra d'indipendenza, Coriolano Ponza di San Martino aveva osservato con i propri occhi i limiti del neonato Regio Esercito, in particolare la gestione farraginosa della linea di comando, il rapporto con i sotto-comandanti e la pessima gestione della logistica.

Ancora nel 1870 lo Stato Maggiore calcolava che la mobilitazione e la concentrazione complete dell'Esercito potevano avvenire con un intervallo minimo di due mesi e che la componente terrestre delle Forze Armate non disponesse di alcuna forza di riserva addestrata.

Tutto il contrario dunque dell'efficienza mostrata dai prussiani nel 1870-1871 contro i francesi nel conflitto che aprì l'età dell'imperialismo industriale e che fu ampliamente studiato dagli ufficiali di tutte le potenze europee, destando l'interesse anche del capitano Ponza di San Martino.

La letteratura militare tedesca, in particolare i resoconti e gli studi degli ufficiali dello Stato Maggiore germanico pubblicate sulle riviste militari del Kaiserreich, ma anche le "fonti indirette" come i giornali, furono oggetti privilegiati di consultazione e studio per l'aristocratico ufficiale piemontese. Da capo della Divisione di Stato Maggiore al Ministero della Guerra tra il 1882 ed il 1884 Ponza di San Martino collaborerà con il generale Emilio Ferrero alla progettazione della riforma atta a "ritagliare" il modello prussiano attorno alla figura del Regio Esercito. 

L'interesse per il modello prussiano sviluppatosi dai primi anni '70, trovò però la sua consacrazione proprio con la monografia del 1874 che venne scritta, a detta dello stesso autore, per "concorrere [...] al risveglio di attività negli studi militari" italiani, con l'utilizzo di fonti tecnico-militari francesi ed austriache oltre che tedesche, prendendo spunto da un'opera sullo stesso argomento pubblicata in Germania nel 1868. 

Nell'introduzione Ponza di San Martino scrisse che "la condotta delle truppe, sia coi mezzi logistici e strategici [...], sia coi mezzi tattici [...] ha subito ai giorni nostri profonde modificazioni, di cui sono cause principali l'adozione del servizio obbligatorio e la trasformazione dell'armamento. Mentre difatti quest'ultima va alterando man mano le modalità del combattimento, si aumentarono colla prima oltre misura le masse combattenti, ed acquistarono così una importanza maggiore che non pel passato, non solo i calcoli dei loro movimenti, ma eziandio quei servizi secondari con cui si provvede ai loro bisogni, talché, oltre ad un'organizzazione più minuta, è oggi condizione indispensabile per facilitarne ed assicurarne il funzionamento l'utilizzare tutti i progressi dell'industria moderna riguardo ai tra sporti, alle comunicazioni, alla preparazione dei materiali [...]". Scopo delle 664 pagine di questa monografia era dunque quello di fornire agli ufficiali italiani uno strumento teorico adatto a riconoscere l'importanza della logistica e, contemporaneamente, l'impatto che questa difficile scienza avrebbe avuto sulla guerra moderna.

Conscio del fatto che, dopo le grandi innovazioni imposte dalla Prussia con le guerre del 1866 contro l'Austria e del 1870-1871 contro la Francia, il combattimento fosse diventato solo una parte della più complessa arte della guerra e che, anzi, il successo di una campagna dipendesse soprattutto dalle capacità del comandante di concentrare il maggior numero di truppe ed armamenti nel minor tempo possibile, Coriolano Ponza di San Martino analizzò minuziosamente il funzionamento dei "servizi di seconda linea" italiani, da una parte riportando regolamenti e studi nazionali, dall'altra apportando suggerimenti basati sull'approfondimento di quanto era stato scritto e sperimentato oltralpe. Per quanto dai tradizionali teorici militari e da molti ufficiali i servizi di seconda linea fossero considerati "materiali" e noiosi da studiare, per Coriolano Ponza di San Martino essi erano ormai diventati troppo importanti per evitare di parlarne: "Quando ogni ufficiale avente un comando sia in grado di apprezzare giustamente il valore dei diversi organi che operano al difuori del suo raggio immediato d'azione, in modo non solo di non attraversarne il funzionamento, ma di concorrere per quanto lo riguarda ad assicurarlo, si potrà calcolare con certezza sul buon andamento e sulla regolarità di processo del meccanismo abbastanza complicato che regge i movimenti di un esercito in campagna, e sarà diminuito il numero dei fattori non calcolabili da cui dipendono le operazioni". Una affermazione in stile "prussiano" dell'ufficiale piemontese convinto anche del fatto che ogni cambiamento nato sul campo di battaglia dovesse essere poi fatto proprio dai comandanti ed "istituzionalizzato" previa abbondante letteratura scientifica al seguito; in particolare quelle "pubblicazioni d'ordine generale" da destinare agli ufficiali di tutte le armi assieme alle monografie specialistiche. 

In particolare il capitano Ponza di San Martino, sottolineò l'importanza di conoscere approfonditamente strade, ferrovie e trasporto marittimo, quasi un anticipo dei principi della "guerra totale". Altro argomento che come un fiume carsico si dipana in tutta la monografia è quello della catena di comando, tema che Ponza di San Martino approfondirà nel 1890 quando, da colonnello capo di stato maggiore del IX Corpo d'armata di Roma, pubblicherà sulla "Rivista Militare Italiana" un saggio intitolato proprio "La catena di comando" e nel quale non si discosterà affatto da quanto scritto nel 1874.

Benché l'autore considerasse "Studi sulla condotta delle truppe e sui servizi di seconda linea" un'opera destinata fin da subito ad essere transitoria ed un mero "raccoglimento di dati" vista la "crisi attuale di trasformazione degli ordinamenti militari" (si era nel pieno del radicale cambiamento imposto dal ministro Ricotti), essa ebbe particolare fortuna e garantì al Ponza di San Martino un posto da insegnante presso la prestigiosa Scuola d'applicazione d'artiglieria e genio di Torino e poi di entrare tra i ranghi del prestigioso Corpo di Stato Maggiore.

Secondo il ministro della Guerra Ricotti "la potenza militare [...] è il prodotto di quattro fattori principali che sono: il numero e la qualità del personale costituente l'esercito, il suo armamento, il materiale di mobilitazione dell'esercito ed infine le opere di difesa territoriale, in ordine d'importanza" mentre per Ponza di San Martino tutti questi fattori avrebbero dovuto avere una uguale importanza e valutati con pari cura in quanto nella guerra moderna non sarebbe stato più solo l'uomo a fare la differenza. Parimenti, leggendo la monografia si può notare l'importanza che l'autore riserva alle due "armi speciali", artiglieria e cavalleria, operanti non solo in funzione meramente difensiva ma anche come strumenti principali dell'azione offensiva. Sotto tale aspetto le idee del capitano Ponza di San Martino si avvicinano al pensiero di generali come Luigi Mezzacapo ed Emilio Ferrero, due "offensivisti" ostili, anche politicamente (perché entrambi espressione della Sinistra storica), al "numerista" Ricotti.

Al mero rafforzamento numerico dell'Esercito insito nel programma ricottiano gli "offensivisti" opponevano un aumento qualitativo di armamenti, equipaggiamenti e soprattutto di artiglieria e cavalleria, esattamente quello che chiedeva Ponza di San Martino alla luce dell'esperienza bellica del 1866 e dei progressi delle forze armate estere pur senza mai esprimersi direttamente nel testo ma lasciandolo intuire attraverso la descrizione delle azioni.

Non solo nel capitolo dedicato specificamente al combattimento in campo aperto, ma anche in quelli relativi alle scorrerie e, soprattutto, alla guerra ossidionale, emerge la predilezione per l'attacco ed il contrattacco nonostante Ponza di San Martino analizzi con dovizia di particolari anche la fase difensiva.

Un accenno alla concezione della difensiva che emerge dall'opera di Coriolano Ponza di San Martino merita comunque d'essere fatto poiché già alla metà degli anni '70 - quando il dibattito sul tema scoppierà con virulenza nei primi anni '80 - egli aveva compreso che le Alpi non fossero solo un ostacolo passivo per qualunque esercito attaccante ma uno scenario adatto per una difesa attiva del territorio ad opera delle compagnie alpine atta a consentire al grosso dell'Esercito la radunata nella Pianura Padana; così come l'ufficiale piemontese era un convinto assertore dell'utilità delle grandi opere di fortificazione nei punti strategici della Penisola. 

Queste sfumature del suo pensiero lo collocano a pieno titolo tra gli offensivisti e talune linee generali del libro del 1874 si ritroveranno poi nel programma politico e militare di Coriolano Ponza di San Martino negli anni 1900-1902, quando da tenente generale sarà ministro della Guerra nei governi Pelloux II, Saracco e Zanardelli.

La mancanza di studi specifici sul generale Coriolano Ponza di San Martino ha probabilmente impedito nel corso degli anni di apprezzare l'opera di quello che è stato uno dei più prolifici ufficiali-scrittori ed esponente di primo piano dell'élite militare dell'Italia liberale. L’intuizione sull'importanza rivestita dalle scienze ausiliarie nell’Arte della guerra e la capacità di trattare approfonditamente ogni singolo aspetto di una campagna militare fanno di Coriolano Ponza di San Martino e del suo “Studi sulla condotta delle truppe e sui servizi di seconda linea" parte integrante del dibattito dell'opinione pubblica militare all'inizio dell'età dell'imperialismo.

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OPERE DI CORIOLANO PONZA DI SAN MARTINO

  • Considerazioni militari vol. I (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1872)

  • Considerazioni militari vol. II (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1872)

  • Monografia della Valle del Pellice (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1872)

  • Monografia delle Valli del Chisone e Germagnasca (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1872)

  • Monografia dell'alta valle del Tanaro e della zona delle Alpi Marittime compresa tra Monte Saccarello e Rocca Barbena (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1873)

  • Studi sulla condotta delle truppe e sui servizi di seconda linea (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1874)

  • Monografia dell'Alto Monferrato, ossia della zona compresa fra il Tanaro, la Bormida e l'Erro (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1874)

  • Considerazioni militari vol. III (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1875)

  • Monografia delle Alpi Centrali: Alpi Pennine, Lepontine e Retiche (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1875)

  • Descrizione topografico-militare e cenni storici (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1876)

  • Considerazioni militari vol. IV (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1877)

  • Condizioni oro-idrografiche ed economiche, rete stradale, dati statistici e cenni storici (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1879)

  • Descrizione delle strade, elenco dei valichi montani, schizzo stradale (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1880)

  • Monografie militari varie vol. I (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1881)

  • Monografie militari varie vol. II (Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1881)

  • La catena di comando (in "Rivista Militare Italiana", Tipografia Militare Carlo Voghera, Roma, 1890)

PUBBLICAZIONI SU CORIOLANO PONZA DI SAN MARTINO

  • Filippo Del Monte, La rivolta dei Boxer a Montecitorio. L'Italia politica ed il Corpo di spedizione in Cina, in “L'Italia Coloniale", 2020

  • Davide De Franco, Coriolano Ponza di San Martino, in “Dizionario biografico degli italiani", Enciclopedia Treccani, 2015

PUBBLICAZIONI SUL DIBATTITO MILITARE NELL'ITALIA LIBERALE

  • Filippo Del Monte, I rapporti tra Esercito e Marina nell'Italia degli anni ’80 del XIX Secolo, in “Difesa Online", 27 marzo 2020

  • Jacopo Lorenzini, Uomini e generali: L'élite militare nell'Italia liberale (1882-1915), Franco Angeli Editore, 2017

  • Nicola Labanca, Il generale Cesare Ricotti e la politica militare italiana dal 1884 al 1887, Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito, 1986

  • Fortunato Minniti, Esercito e politica da Porta Pia alla Triplice alleanza, Bonacci Editore, 1984

  • Giorgio Rochat e Giulio Massobrio, Breve storia dell’esercito italiano dal 1861 al 1943, Piccola Biblioteca Einaudi, 1978

Foto: il colonnello Coriolano Ponza di San Martino in uniforme da comandante del 7 reggimento bersaglieri di stanza in Africa nel 1887