U.S. Navy: schierati cento droni subacquei nell'Artico

(di Franco Iacch)
09/09/16

La Marina degli Stati Uniti continua a studiare i dati raccolti dai droni subacquei schierati nell'Oceano Artico per valutare quanto velocemente il ghiaccio si stia sciogliendo: l’obiettivo è quello di identificare i nuovi corsi d'acqua strategici nella regione.

L'Office of Naval Research ha spiegato a Scout Military che i dati raccolti serviranno per sviluppare nuovi modelli previsionali avanzati. La U.S. Navy sta attualmente aggiornando la Arctic Road Map: meno ghiaccio nell'Artico significa nuovi tratti di mare e corsi d'acqua. Ciò porterà ad un aumento dei trasporti marittimi ed una conseguente quanto inevitabile competizione per le risorse naturali come il petrolio ed il gas.

L'Office of Naval Research rivela che fin dal 2014, i droni statunitensi sono stati distribuiti per esaminare la zona di ghiaccio marginale, l'area occupata dal margine della banchisa e dalle sue acque di fusione. L'idea alla base della ricerca è quella di valutare il ritmo del cambiamento dell’ambiente artico per meglio prevedere il ritmo di fusione del ghiaccio.

I dati diramati dall'Office of Naval Research sono particolarmente interessanti. Nell’estate del 2014, l’ONR aveva nel solo oceano Artico oltre cento piattaforme robotiche, in prevalenza droni Seaglider. Questi ultimi sono stati programmati per ricevere i segnali acustici provenienti dalle postazioni sottomarine fisse, così da determinare latitudine e longitudine per la navigazione in immersione. Una valutazione sul cambiamento climatico effettuata dalla task force della Marina, ha stabilito che il tasso di scioglimento è aumentato nel tempo.

L'Artico si sta riscaldando due volte più velocemente rispetto al resto del globo. Pertanto, la Arctic Road Map va aggiornata a seguito delle nuove proiezioni scientifiche relative alle mutevoli condizioni del ghiaccio e dell’acqua nella regione artica.

(foto: U.S. Navy)