Talebani, lotta interna per riconoscere il nuovo leader che odia l'Occidente

(di Franco Iacch)
20/08/15

Circa mille anziani, tra cui i principali leader religiosi del gruppo talebano, si sono riuniti, mercoledì scorso, nei pressi di Quetta, in Pakistan, per cercare di risolvere le controversie sulla nomina del futuro leader del movimento, dopo la morte del fondatore Mohammad Omar. E’ quanto si apprende da numerose fonti talebane.

Gli incontri potrebbero rappresentare una seria sfida per la posizione del leader del movimento dichiarato di recente, Mullah Akhtar Mansoor, che sta cercando di consolidare il potere, dopo la morte del comandante supremo, il mullah Mohammad Omar, avvenuta due anni fa.

Mansoor, membro della ristretta cerchia del mullah Omar, è stato legittimamente nominato come il nuovo comandante supremo del movimento. Una potente fazione talebana, però, non avrebbe riconosciuto tale autorità, parteggiando per il figlio maggiore di Omar, il 26enne Mohammad Yaqoub Mullah. Le tensioni interne tra i talebani potrebbero avere gravissime implicazioni nei colloqui di pace già avviati, ma sospesi dopo l’annuncio della morte di Omar.

Proprio Mansoor avrebbe sconfessato i colloqui con il governo afghano, rimettendo in discussioni ogni tipo di accordo preliminare raggiunto. Mansour, che ha ricevuto il comando dal consiglio dei leader talebani, non avrebbe partecipato all’incontro. Yaquob, invece, avrebbe riconosciuto l’autorità del raduno e le decisioni assunte.

Raduni del genere – aggiungono da Stars and Stripes citando fonti talebane – hanno in passato contribuito a risolvere dissidi interni al movimento.

Le riunioni sono comunque un chiaro tentativo di riunificare il gruppo. Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, ha confermato gli incontri tra i leader religiosi del movimento, non specificando il tempo necessario per risolvere le controversie interne al gruppo.

La questione sul futuro leader non è soltanto politica. Omar ha ottenuto il titolo di “Emiro dei credenti”, mentre il leader di al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri, ha recentemente confermato la fedeltà del gruppo terroristico a Mansoor. Se le riunioni non dovessero risolvere la diatriba in corso, la scelta del leader potrebbe tramutarsi in un bagno di sangue.

Che i talebani stiano affrontando un momento delicato è ormai noto da tempo. Tayeb Agha, figura di alto profilo del movimento, si è dimesso da capo dell'ufficio politico dei Talebani in Qatar dopo aver criticato il modo in cui è stato scelto Mansoor. Abdul Manan Niazi Mullah, membro del consiglio principale che avrebbe supportato la nomina di Mansoor, ha riferito ad Al Jazeera di non essere stato consultato nella votazione finale. Pochi giorni fa, Maulvi Haibatullah Noorzai, sarebbe scampato ad un attentato avvenuto nella provincia del Baluchistan pakistano. Secondo l'afghana Pajhwok News, Noorzai ed il capo del consiglio dei leader dei talebani, Maulvi Abdul Kabir, erano in missione per cercare di raccogliere sostegno per Mansoor.

Chi è il nuovo leader dei talebani

Diciamo che potrebbe essere anche un nuovo nemico dell’Occidente.

Akhtar Mohammad Mansoor dovrebbe essere nato nel villaggio di Kariz, nel distretto di Maiwand, nella provincia di Kandahar a sud dell’ Afghanistan. Dovrebbe essere nato tra il 1960 ed il 1965. Di etnia pashtun, appartiene alla tribù Ishaqzai, della confederazione tribale Durrani. Durante l’invasione russa dell'Afghanistan, Mansoor si è unito al gruppo paramilitare fondato da Mohammad Nabi Mohammadi, leader dell’ Harakat-i-Inqilab-i-Islami. Fu allora che conobbe uno dei comandanti di spicco del movimento, Mohammad Omar.

Dopo la guerra si spostò e Quetta e riprese la sua educazione religiosa. Giunto a Peshawar, concluse gli studi presso la madrasa di Darul Uloom Haqqania, la medesima di Omar, fino al 1995. Mansoor si sarebbe unito ai talebani per combattere i signori della guerra. Nominato responsabile della sicurezza dell’aeroporto di Kandahar, dietro precise direttive di Mohammed Omar, divenne ministro dell'aviazione civile dell’Emirato Islamico dell'Afghanistan dal 1996 al 2001. Nel 2001, il presidente afghano Hamid Karzai gli concesse l'amnistia.

Gli USA, che ben conoscevano il profilo di Mansoor e degli altri comandanti talebani, non hanno mi creduto alla loro conversione ed avviarono una serie di raid volti alla loro cattura o eliminazione.

Fuggito in Pakistan, ha contribuito a plasmare i nuovi talebani. Nel 2006, il Pentagono ha inserito Akhtar Masoor tra le 23 figure principali del movimento.