T-62: arrivano i rinforzi per i russi

(di Tiziano Ciocchetti)
26/05/22

A quanto pare l’Esercito della Federazione Russa sta facendo affluire anche le ultime versioni (risalenti agli anni ’80 dello scorso secolo) del T-62, al fine di continuare ad alimentare i combattimenti in Ucraina.

Allorquando apparì, sulla Piazza Rossa per la parata del 9 maggio, destò non poco stupore agli occhi degli analisti occidentali. Da subito fu chiaro che il nuovo MBT fosse armato non con un pezzo da 100 mm (T-54/55) ma con qualcosa di diverso. Infatti, il generale Aleksandr Aleksandrovič Morozov - il “padre” dei carri armati sovietici - voleva realizzare un carro con armamento superiore rispetto ai predecessori e, a tal fine, sviluppò il cannone 2A20 da 115 mm ad anima liscia, quindi un rilevante cambio di direzione rispetto alle canne rigate costruite fino allora. Ricordiamo che un pezzo ad anima liscia necessita di munizionamento dotato di alette stabilizzatrici, tuttavia ha costi inferiori e imprime al proietto una velocità iniziale (V₀) nettamente superiore, a parità di carica, rispetto a un rigato.

Il nuovo MBT presentava le stesse dimensioni contenute della serie T-54/55, solo che gli spazi interni erano ancora più angusti, visto anche il volume maggiore dei colpi da 115 mm rispetto a quelli da 100 mm. In particolare, dopo aver alloggiato i tre membri dell’equipaggio in torretta (capocarro, cannoniere e servente), rimaneva pochissimo spazio per i bossoli espulsi. Per ovviare a questo grave problema si fece ricorso a un innovativo sistema di espulsione automatica del bossolo: dopo lo sparo la canna andava a posizionarsi automaticamente ad un alzo di 3°30’, facendo coincidere la culatta con un’apertura posteriore della cupola (non sempre il bossolo centrava la finestra di espulsione. Quando ciò accadeva rimbalzava all’interno della camera di combattimento). Il problema però era che la procedura rallentava non poco il rateo di fuoco, in quanto il servente era costretto a operare in uno spazio assai angusto (ecco perché, dai carri successivi, T-64, si decise di adottare un sistema di caricamento automatico, riducendo a tre i membri dell’equipaggio).

La soluzione sopra descritta non ebbe un gran successo: le cariche di lancio, separate in una doppia giostrina sul fondo del T-62, risultavano eccessivamente esposte ai colpi che entravano nella camera di combattimento, provocandone l’accensione e quindi la deflagrazione del carro.

Indubbiamente, all’apparire, si trattava di un MBT molto interessante, con una architettura molto più compatta rispetto ai coevi carri occidentali, come ad esempio l’americano M-60 (nella foto a sx).

Il T-62 dispone di una protezione di tipo convenzionale, ovvero realizzata con acciai omogenei e priva di spaziature. Comunque, l’inclinazione delle lamiere contribuiva ad aumentare lo spessore della corazzatura, soprattutto contro la minaccia dei penetratori cinetici dei cannoni da 105/51 mm degli MBT della NATO. Nella realtà, tale inclinazione, poco poteva per contrastare, non solo nei confronti dei sabot APFSDS da 105 mm, ma anche contro le granate HEAT e i missili controcarro occidentali. Il tempo delle corazze omogenee stava volgendo al termine, in Occidente si stavano sperimentando le corazzature spaziate e, soprattutto, le ancor più avanzate corazzature composite.

La protezione anteriore dello scafo del T-62 ha una protezione dello spessore di 100 mm (inclinata di 55°), mentre la parte anteriore della torretta, grazie appunto alla particolare inclinazione, arriva a uno spessore di 230 mm. Tuttavia, la parte sopra il motore raggiunge solo i 16 mm di spessore, rendendolo assai vulnerabile al fuoco, ad esempio, dell’M-163 Vulcan da 20 mm installato sulla maggior parte dei velivoli americani dell’epoca.

Insomma, il T-62 era completamente indifeso contro le armi controcarro della NATO degli anni ’60 dello scorso secolo.

La propulsione è assicurata da un motore diesel V-55V da 580 Hp, con 12 cilindri a “V” (lo stesso del T-55).

Come è noto i motori del periodo sovietico sono stati afflitti da diversi problemi, soprattutto quando i carri si trovavano a operare in climi caldi (Medio Oriente). Inoltre, la mancanza di un sistema di condizionamento dell’aria porta la temperatura all’interno dell’abitacolo a valori molto elevati (un problema riscontrato anche nei T-90 indiani).

La velocità massima è pari a circa 50 km/h. il pilota ha una visuale assai limitata potendo disporre di due soli visori.

Veniamo ora all’armamento principale del T-62.

Il cannone ad anima liscia 2A20 da 115 mm ha una cadenza di tiro teorica di 4/5 colpi al minuto. La lunghezza della canna è pari a 55 calibri, conferendo al colpo un’elevata velocità iniziale (il proietto APFSDS BD/36-2 ha una V₀ pari a 1.650 m/sec., con gittata massima di 2.000 metri). Certamente i parametri fisici sono di tutto rispetto per l’epoca ma dobbiamo considerare che il colpo sovietico al tungsteno non ha mai offerto prestazioni sufficienti, causa la bassa qualità dell’industria metallurgica dell’URSS (spesso il penetratore, all’impatto, tendeva a spezzarsi riducendo così l’effetto perforante).

Il pezzo 2A20, come tutti i cannoni sovietici, può lanciare anche i missili controcarro AT-12 Swinger a laser, con gittata massima di 5.500 metri.

Per quanto riguarda l’alzo del cannone esso varia da +18° a -3°, ciò comporta non pochi problemi nel momento in cui si devono ingaggiare bersagli su livelli differenti. Aggiungiamoci che il brandeggio è manuale, quindi la capacità di acquisire rapidamente bersagli in movimento è ridotta.

Il T-62 è equipaggiato con un proiettore infrarosso coassiale al cannone (oggi ampiamente superato). Il capocarro dispone di un piccolo proiettore infrarosso. Nelle versioni successive, alcuni carri sono stati muniti di visori notturni passivi, sia per il pilota che per il cannoniere, mentre il capocarro si avvale di un binocolo portatile a intensificazione di luminescenza.

Ovviamente, nel corso del tempo, il T-62 ha subito delle migliorie per quanto concerne il sistema di condotta del tiro.

Il primo utilizzo massiccio del T-62 si ebbe durante l’invasione della Cecoslovacchia nel 1968. Successivamente venne fornito in gran quantità all’Egitto, Siria e Iraq.

Il primo impiego in battaglia avvenne nel corso della Guerra dello Yom Kippur del 1973. Diciamo subito che il comportamento dei T-62 in mano egiziana e siriano non fu certo esemplare, anche perché la mancanza di un sistema di ventilazione adeguato e le temperature elevate, inficiarono non poco le prestazioni degli equipaggi arabi. Inoltre, la scarsa possibilità di tiro in depressione, conferivano al pezzo da 115 mm poca funzionalità nel teatro operativo di impiego. I colpi da 105 mm dei carri Centurion e M-60, sia APFSDS che HEAT, erano in grado di mettere fuori combattimento i T-62 (foto), anche da grandi distanze.

Nel corso della guerra gli israeliani catturarono molti T-62. Per adattarli alle loro esigenze, le IDF sostituirono il pezzo da 115 mm con l’M-68 da 105/51 mm, sostituirono il motore originale con diesel americani, installarono nuovi sistemi di puntamento e nuove apparecchiature radio.

Nel 1980 è la volta dell’Afghanistan, In questo teatro l’alzo di +18° del cannone del T-62 non permetteva di battere bersagli in posizione elevate. Di contro i guerriglieri potevano colpire con gli RPG nella parte superiore, poco protetta, dei carri.

Nell’Africa Australe, il Cremlino fornì i T-62 agli angolani del MPLA, impegnato contro le forze dell’UNITA e delle SADF. I soldati sudafricani, per contrastarli, impiegarono le blindo Ratel armate con pezzo da 90 mm e, solo sul finire degli anni ’80, introdussero gli Olifant (versione locale del Centurion).

Un altro impiego intensivo del T-62 si ebbe nel corso della Guerra Iran-Iraq (1980-88).

Nel corso del conflitto il carro russo si trovò ad affrontare il Chieftain britannico in forza agli iraniani. Anche in questo caso il T-62 ebbe la peggio (anche se buona parte dei T-62 iracheni vennero distrutti dai sistemi controcarro filoguidati TOW).

Nel corso dell’operazione Pace in Galilea del 1982 in Libano, le IDF, tornarono a confrontarsi con i T-62 siriani, questa volta potevano disporre dei Merkava.

Il Corpo Corazzato israeliano mise fuori combattimento diversi MBT inviati da Damasco, tra cui un gran numero di T-62 (foto).

Nelle guerre del 1991 e del 2003 altri T-62 iracheni vennero distrutti dagli americani (molti dei quali dal cannone GAU-8/A Avenger a 7 canne rotanti da 30x173 mm dell’A-10 Thunderbolt II).

Sul finire del XX secolo, i T-62 sono stati protagonisti dei conflitti seguiti dalla dissoluzione dell’URSS, nonostante MBT più moderni (come i T-64B, T-72 e T-80) fossero già in servizio.

Le ultime versioni vennero dotate di una protezione spaziata sui fianchi della torretta e un telemetro laser esterno.

In queste ore ci giunge notizia che un convoglio di T-62M e T-62MV russi sia diretto in Ucraina (foto apertura). A quanto pare, dopo sessant’anni, il servizio di questo MBT non si è ancora concluso.

Foto: Twitter / web / ארכיון היסטורי "אגד"