Hamas non vuole rilasciare le testimoni delle sue sevizie

(di Maria Grazia Labellarte)
05/12/23

Nei giorni scorsi, la riservista dell'IDF Shari Mendes è intervenuta a un evento delle Nazioni Unite a New York dal titolo "Ascolta le nostre voci: violenza sessuale e di genere nell'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre".

"Il nostro comandante di squadra attesta che diverse donne soldato, nel barbaro attacco, sono state colpite all'inguine, alle parti intime, alla vagina o al seno", ha dichiarato la soldatessa, la cui unità ha contribuito a benedire i corpi delle persone uccise durante la strage di Hamas del 7 ottobre e di base a Shura.

Secondo l'unità citata, alcune delle donne vittime degli uomini armati che hanno fatto irruzione attraverso il confine israeliano da Gaza il 7 ottobre, sono arrivate cadaveri con un'espressione agonizzante sui loro volti dopo la loro morte e con "solo" biancheria intima addosso insanguinata.

Inoltre, per ciò che concerne le donne soldato, i loro corpi sarebbero stati violati anche dopo la morte.

Nel mentre il portavoce del Dipartimento di Stato Americano Matt Miller ha affermato che "Hamas ha rifiutato di rilasciare dieci donne in ostaggio" e questo perché si teme "che le donne rivelino ciò a cui sono state sottoposte mentre erano tenute prigioniere".

Miller non ha condiviso i dettagli specifici su come le donne siano state trattate da Hamas, per questioni di sensibilità. "Gli Stati Uniti tuttavia non hanno motivo di dubitare" delle notizie di violenza sessuale da parte di Hamas" avrebbe cosí concluso.

La Storia e le dichiarazioni nel prossimo futuro delle stesse sveleranno le atrocità subite.

Foto: IDF