C'è un futuro per il contrasto al femminicidio? Intervista all'avv. Antonio Lascala (Gens Nova)

(di Maria Grazia Labellarte)
25/11/23

“In questo caso è chiaro che la vittima a livello psicologico subisce una situazione di instabilità, soffrendo ha paura e questo agevola di più il carnefice che in virtù di questo stato di soggezione e paura ha più presa sulla vittima e riesce a convincerla facilmente che si è pentito.”

Queste, per sommi capi, sono una parte delle conseguenze psicologiche degli atti persecutori, ne parliamo con il presidente nazionale di Gens Nova, l’avvocato Antonio Maria Lascala.

L’Associazione Culturale “Gens Nova” viene costituita in Puglia il 17 febbraio 2004, nel 2016 diventa ONLUS e, da gennaio 2020, in conformità con la normativa della riforma del Terzo Settore, ha modificato l’acronimo da ONLUS in O.d.V. (Organizzazione di Volontariato). Dal 2018 è attiva in Abruzzo e Veneto, dal 2019 in Campania, nelle Marche e in Sicilia, da ottobre 2020 nel Lazio e da marzo 2021 in Emilia Romagna.

Tra gli obiettivi statutari e le attività dell’Associazione vi sono la tutela delle vittime delle violenze (maltrattamento in famiglia verso donne e minori, stalking, revenge porn, adescamento on line, forme di bullismo/cyberbullismo), oltre che la diffusione a 360° della cultura alla legalità; rappresenta, inoltre, un impulso per il Legislatore perché legiferi in maniera corretta, puntuale e precisa rispetto a queste tematiche.

Dal 2016 ad oggi Gens Nova O.d.V. si è costituita parte civile in numerosi processi a tutela delle vittime di violenza su tutto il territorio nazionale. In questi anni l’Associazione ha conseguito numerosissimi obiettivi sul fronte normativo assumendo un ruolo determinante, attraverso una serie di eventi, iniziative ed istanze proposte, nell’approvazione della legge sul cyberbullismo (legge n. 71 del 29 maggio 2017), nella legge n.4 dell’11 gennaio 2018, la così detta legge sul femminicidio, nella legge sui minori stranieri non accompagnati (legge n. 47 del 07 aprile 2017 – nota anche come legge Zampa).

Presidente, gli atti persecutori possono essere equiparati al femminicidio?

Sicuramente la violenza di genere e quindi i “femminicidi” (l'espressione peggiore della violenza di genere, perché purtroppo comporta la morte della vittima) sono sicuramente non dipendenti ma collegati al fenomeno dello stalking, conosciuto in Italia come reato di atti persecutori, previsti nell'articolo 612 bis Codice Penale.

Solitamente l’assassino fa precedere, all’esecuzione dell’ omicidio, una serie di atti persecutori e di condotte avvenute nel tempo, violenze, minacce, ingiurie, diffamazioni che producono nella vittima uno stato di paura con conseguente mutamento abitudini di vita o uno stato d'ansia, e depressivo. In questo caso è chiaro che la vittima, a livello psicologico, subisce una situazione di instabilità, soffrendo la paura che agevola il carnefice: in virtù di questo stato di soggezione e timore, ha più presa sulla vittima e riesce a convincerla facilmente che si è pentito, vuole tornare assieme e fare il famoso ultimo incontro chiarificatorio, quello in cui puoi purtroppo succede la tragedia.

Perchè si possa parlare di stalking occorre che gli eventi siano almeno due. Ma è sempre cosi? Oppure esistono eccezioni che la Giurisprudenza ha ben distinto?

L'articolo 612 è chiarissimo e la giurisprudenza non fa altro che dare una corretta interpretazione.

Prima di tutto, come anticipavamo, il reato si chiama “atti persecutori” sono una pluralità di condotte come diffamazione, minacce, condotte biasimevoli, in un arco temporale che non debba essere necessariamente lunghissimo anche qualche settimana, ciò che è pressuposto e la continuità, presupposto già visto in precedenza.

Anche il bullismo è stalking. Oggi la Cassazione ci dice che è uno stalking a tutti gli effetti: la vittima inizia a non voler uscire, non vuole frequentare più la scuola, la palestra. Lo stesso discorso vale per le donne: anch’esse iniziano a non voler uscire più di casa, non vogliono frequentare quel tipo d'ambiente eccetera. Sicuramente lo Stalking è un reato abituale perché presuppone una abitualià di condotte.

Gli atti persecutori, tuttavia, possono perpetrarsi in qualsiasi ambito, lavorativo, passionale, nelle mura domestiche e addirittura si parla da poco di “stalking condominiale e giudiziario”. Lo stalking condominiale sono quelle condotte che il condomino mette in atto contro un altro condomino, invasioni di campo, litigi nei parcheggi dei condomini, polvere sul balcone, ripetizioni di condotte anche qui. Si parla anche di stalking giudiziario, numerosissime querele, citazioni, liti pretestuose finalizzate a dar fastidio alla vita della persona.

Che idea si è fatto dell' ultimo efferato caso che vede coinvolti due giovanissimi ragazzi, nel fiore degli anni?

L’idea che mi sono fatto è la stessa idea che mi sono fatto da 15 anni da quando seguo assiduamente con Gens Nova questi femminicidi, essendo parte civile in numerosi femminicidi, maltrattamenti diversi, violenze continue, purtroppo è un fenomeno in continua espansione che non si riesce a contenere, perché tra le varie componenti c'è la compenente “dell'imprevedibilità” del fatto non tanto delle condotte. È chiaro che non possiamo prevedere quando accadrà e se accadrà. La stragrande parte degli autori di questi femminicidi sono incensurati masi è rilevato durante i processi che sono tutte persone bravissime, affettuosissime, correttissime anche sul lavoro e i “cosiddetti insospettabili” di conseguenza l'unica arma possibile è quella della prevenzione.

La povera ragazza avrà cercato probabilmente di allontanarsi da quest’ uomo ma probabilmente avrebbe fatto l’ errore di reincontrarlo (uso il condizionale perché non conosco gli atti del processo). Questo è il consiglio che io do a tutte, evitate il famoso incontro definitivo, incontro finale, chiarificatorio.

Assassinata in modo efferrato, di conseguenza siamo all’ assurdità del fenomeno ma non ci troviamo di fronte ad un fenomeno nuovo anzi purtroppo peggiora, sono infatti più di 105 i casi solo quest’ anno.

C'è un futuro vincente per il contrasto al femminicidio?

Non vedo un futuro vincente a breve termine, lo vedo più lontano se si comincia ad intensificare in maniera più pressante l’attività di prevenzione in formazione e informazione, partendo già dalle Scuole elementari dalle quarte alle quinte, un'attività di prevenzione educativa e giuridica. Far capire, quali sono le conseguenze amministrative penali civili di condotta, la conseguenza del finire in carcere, di distruggere la famiglia, la perdita di tutto ciò che i genitori hanno costruito lavorando con sacrificio per anni. Cause ostative a partecipare a concorsi, fare una informazione a tappeto e formazione incessante, dobbiamo passare da questo percorso. Altrimenti non c'è futuro.

Immagine: OpenAI