"La nostra arma intelligente"

(di Andrea Sapori)
16/09/23

L'immagine ritraeva un marine mimetizzato con il suo fucile M40 Remington da cecchino. Questa è, ancora oggi, la più efficace campagna pubblicitaria ai fini di arruolamento mai concepita da una forza armata.

Erano gli anni '90, e l'USAF utilizzava, per gli stessi scopi, le immagini degli F15E e degli F117 stealth che colpivano con  precisione "laser" obbiettivi durante la 1a Guerra del Golfo, la U.S. Navy ancora stava riciclando lo slogan "Arruolati in Marina e girerai il mondo", quando i Marines pubblicarono la foto di un soldato armato con il suo fucile di precisione. Geniale!

L'approccio al tiro long range (per convenzione quello che va oltre i 300 metri) deve tener presente che questa disciplina (non è uno sport) deve necessariamente attingere alle esperienze "sul campo" dei tiratori scelti militari. Non si prescinde da questo.

Chi volesse intraprendere il percorso tecnico, fisico, psicologico, che porterà a piazzare un colpo di fucile tra i 400 e i 1600 metri (e anche oltre) in un bersaglio 50x60 centimetri, deve sapere che fisica, matematica, chimica, meteorologia, meccanica, biodinamica, sono materie con cui verrà a contatto in modo continuativo. 
Ecco perché il tiro a lunga distanza è una disciplina.

Servono:

  • Ordine, mentale e fisico. 
  • Umiltà, per imparare da ogni colpo sparato.
  • Ascolto, di sé stessi, dell'arma, delle munizioni, dell'ambiente che ci circonda, delle esperienze altrui.

Sembra quasi che io stia parlando di un cavaliere Jedi di Guerre Stellari... ebbene in parte questo è vero.

Carlos Hatchcok (foto), forse in assoluto il migliore dei cecchini dei Marines (gente che la sa molto lunga sul tiro a lunga distanza), diceva di essere sopravvissuto ai suoi tre turni di servizio in Vietnam grazie alla capacità di "chiudersi in una bolla di pura concentrazione" durante le sue missioni. È un ottimo esempio.

Ora, senza esagerare, posso garantire che "ritrovarsi" e diventare tutt'uno con il proprio fucile mentre si camera il colpo e si focalizza il bersaglio nell'ottica, dato un lavoro tecnico di preparazione ben svolto, è un po' come essere uno Jedi che usa "la Forza" (spero che chi legge abbia visto almeno un film della saga di Guerre Stellari...).

Un mio caro amico, eccellente tiratore di PRS (www.precisionrifleseries.com) e grande conoscitore delle dinamiche fisiche e meccaniche delle armi, mi ha regalato queste parole: "Ho sempre avuto la percezione psicofisica che il tiro col fucile sia una specie di macchina del tempo. Il tempo si dilata quando stai per premere il grilletto, e poi la consapevolezza del bersaglio colpito anticipa il suono dell'impatto del proiettile sulla piastra".

È assolutamente cosí. Tutte le nozioni tecniche, le regolazioni, il controllo del proprio respiro e, credetemi, persino i battiti del proprio cuore, porteranno un piccolo pezzo di metallo affusolato a colpire un bersaglio posto ad una distanza variabile dai 3 ai 15 campi di calcio, per capirci. Ci sono province, persino nazioni, più piccole.

Provate a contarli, visualizzateli, immaginateli, 15 campi di calcio, posti uno dopo l'altro: sono tanto tanto spazio. Eppure, se sarete arrivati a controllare voi stessi e il vostro sistema d'arma, dopo un colpo sulla vostra spalla vedrete uno sbuffo di polvere sul bersaglio e, dopo qualche secondo, sentirete forse anche il suono dell'impatto.

3, 5, 10, 15 campi di calcio. Tanto spazio. Che voi adesso controllate.

Ecco perché quel marine camuffato nel bosco è "la vera arma intelligente": un uomo e il suo fucile.

Foto: U.S. Marine Corps / web