La Macedonia del Nord entra a far parte dell'alleanza nord-atlantica

(di Stefano Marras)
07/02/19

L'accordo è stato siglato mercoledì 6 febbraio tra il rappresentante della Macedonia e gli ambasciatori dei 29 Paesi membri dell'alleanza, rendendo in questo modo il piccolo stato dei Balcani il trentesimo membro della NATO. L'accordo ora dovrà essere ratificato dai singoli parlamenti, processo che richiederà un anno circa. Sino ad allora la Macedonia del Nord non sarà un membro effettivo dell'alleanza ma potrà partecipare alle varie attività NATO in qualità di “invitato”.

Osteggiata da Mosca che ha accusato l'Occidente di “destabilizzare” i Balcani, l'entrata della Macedonia del Nord è stata possibile grazie alla conclusione della disputa durata 27 anni tra Skopje e Atene sul nome del piccolo Paese balcanico (allora chiamato Macedonia) e che la Grecia non ha mai accettato per motivi storico/culturali e per timore che vi fosse un qualche tipo di rivendicazione territoriale sulla provincia settentrionale della Grecia.

Sebbene l'adesione della piccola repubblica balcanica all'interno dell'alleanza nord-atlantica non alteri fondamentalmente i rapporti di forza tra Occidente e Russia, essa evidenzia chiaramente la volontà e capacità della NATO (leggi Stati Uniti) di continuare la propria espansione nei Balcani, e l'inabilità russa di fermare o quantomeno limitarne il processo. Tale politica tuttavia, non può che sollevare dubbi suoi risultati nel lungo termine in relazione ai rapporti tra Occidente e Russia. Se infatti la potenza militare della NATO ha garantito la sicurezza del continente europeo per ben 70 anni, la sua continua espansione nei territori adiacenti alla Russia viene vista come una minaccia alla sicurezza nazionale da parte di Mosca, causando in questo modo una reazione a catena che rischia di peggiorare ulteriormente i già critici rapporti tra l'alleanza e la Russia.

La Macedonia del Nord non confina con la Russia, e non ha mai fatto parte di quella catena di Paesi cuscinetto, che dai Baltici all'Europa centro-orientale ha costituito per lungo tempo la cerniera di sicurezza russa contro eventuali aggressioni occidentali. Il valore per Mosca ha infatti carattere più storico-culturale che strategico, essendo presenti nella regione balcanica numerose nazioni di lingua ed etnia salva, e di religione ortodossa, tra cui la stessa Macedonia del Nord. Affinità culturali che tuttavia non sembrano conferire più di tanta influenza alla potenza russa nella regione, contrariamente al secolo XIX quando Mosca le utilizzò come cavallo di battaglia nel più ampio conflitto contro l'Impero Ottomano (vedesi Guerra Russo-Turca 1877-1878).

Foto: NATO