"Kill the pig": task force black e specnaz hanno una nuova preda, il 'bulldozer dell'ISIS'

(di Franco Iacch)
08/10/15

Specnaz. Ma anche Seal, Tier-1, Delta, SAS, Legione straniera e tutti i reparti speciali di Canada, Australia, Olanda e Giordania coinvolti nella task force black. Tutti hanno un nuovo nome nella ‘Kill List’ con priorità massima: è chiamato il “Bulldozer” ed è il carnefice più spietato dell’Isis. La priorità per l’eliminazione di questo bersaglio è altissima. Occidentali e russi, infatti, temono che questa nuova figura possa diventare un nuovo distorto esempio come il Boia, l’inglese Mohammed Emwazi, jihadista borghese di 27 anni, adesso non più tanto gradito al califfo.

Le informazioni sul gigantesco carnefice dello Stato islamico sono molto scarse, tranne che per il peso (è chiaramente obeso) e per il suo ruolo all’interno dell’organizzazione: torturare le vittime con una mannaia. Quella che vedete sono le prime foto del “Bulldozer”, scattate durante la sua ultima “missione”, quando ha tagliato la mano ed un piede di un ragazzo di 14 anni che si era rifiutato di entrare a fare parte del califfato. La giovane vittima, la cui identità è stata tenuta segreta, faceva parte di un gruppo di ribelli (supportati dagli americani) ostile al governo di Bashar al-Assad. Fazione ostile anche al gruppo estremista.

Il quattordicenne è stato catturato nei pressi di Deir Ezzor, in Siria e rinchiuso a Mosul, nel nord dell’Iraq. A tutti i prigionieri è stata data una scelta: combattere o affrontare il Bulldozer. Il giovane ha deciso di affrontare il sadico carnefice per un’agonia durata sei settimane.

Sono stato più volte violentato e torturato anche pubblicamente – ha detto il ragazzo in un documentario andato in onda su Channel 4 – ma non era nulla rispetto a quando un giorno, dinanzi ad una folla inferocita, quell’uomo mi ha tagliato la mano ed un piede.

L’Isis costringe anche i bambini a guardare le esecuzioni ed incita i giovani ad effettuarle materialmente.

Ha continuato il giovane “Mi ha messo davanti gli occhi i miei arti recisi e li ha poi venduti alla mia famiglia, per poche centinaia di dollari”. Il ragazzo è stato mutilato a mò di esempio e monito per quanti si sarebbero opposti alla causa di Al Baghdadi.

Quello che è ormai chiamato come il “Bulldozer di Fallujah” (il riferimento è alla “Leggenda”), è uno dei jihadisti più temuti e riconoscibili dell’Isis per la sua mole. Si ignora la sua vera identità così come la nazionalità, ma è certo il fascino del male che esercita tra i terroristi. Tra i fondamentalisti, si sussurra che è armato con una mitragliatrice calibro ’50, la stessa che di solito è installata sui pick-up. E’ chiaramente una leggenda ad uso e consumo interno, ma efficace per fare proseliti in zone dove l’indottrinamento è l’unica forma di cultura.

Kill the pig

Dopo l’estromissione di Jihadi John, lo Stato islamico ha un nuovo antieroe. Potrebbe però avere vita breve perché con le sue “azioni” si è conquistato, a diritto, un posto d’onore nell’esclusiva ‘kill list’ dei reparti speciali occidentali e russi. Anzi, proprio la sua popolarità lo pone tra gli obiettivi ad altissima priorità.

Da rilevare che la task force black ha già avuto alcuni successi, più o meno noti, con l’eliminazione di alcune figure chiave dell’organizzazione. I russi, invece, ancora no. Considerando che quella che è in atto in Siria, oltre al lato politico, è anche una dimostrazione delle individuali capacità militari dei singoli paesi, una preda del genere farebbe gola ai russi, supportati da iraniani e libanesi. Lo Stato islamico, nella sua prima vera uscita pubblica dopo l’inizio dei raid russi, potrebbe non aver ancora ben capito di cosa siano capaci gli specnaz, tralasciando per un attimo l’intera TFB. Forse, è proprio vero che per combattere dei pazzi, sono necessari pazzi.

Ad ogni modo, lo scotto per le atrocità compiute non tarderà ad essere saldato. E l’unica speranza per il “Bulldozer di Fallujah” qualora dovesse ritrovarsi faccia a faccia con i russi, è quella di puntarsi una pistola in fronte.

Quando l'ISIS rispose ad “American Sniper”

Quelli dell’Isis amano il cinema occidentale e, probabilmente, hanno anche tifato durante l’ultima sera degli Oscar per American Sniper, il film di Clint Eastwood uscito nelle sale cinematografiche lo scorso anno. In uno dei tanti video pubblicati lo scorso febbraio, l’Isis presentò il proprio 'sniper battallion', in un filmato molto più minaccioso rispetto ai precedenti. Le immagini ritraevano soldati in posa con i loro fucili di precisioni in una località a nord dell’Iraq. E’ stata ritenuta la risposta propagandistica ad “American Sniper”.

Nel filmato, i cecchini sono stati ripresi in mimetica, cappucci e maschere da sci per proteggersi dal riverbero del sole. L'unità sarebbe attiva a nord dell’Iraq, nella zona di Ninewa. I cecchini hanno combattuto in Siria e Iraq e si sarebbero distinti nella battaglia di Kobane. Il battaglione prende ispirazione da un famoso cecchino, “Juba”, un insorto sunnita che combatte a Baghdad dal 2005, dove si dice che abbia ucciso 40 soldati americani. Sulla rete sono disponibili anche i video denominati “Juba - The Baghdad Sniper”.

Ad oggi, la vera identità del cecchino è sconosciuta ed anzi, potrebbe essere stata del tutto inventata per fini propagandistici.