Immaginate la vostra città senza acqua, luce, lavoro, cibo, scuole ed ospedali: questa la visione di "paradiso terrestre" dell'ISIS

(di Franco Iacch)
05/10/15

“Dei furgoni bianchi consegnano di casa in casa dei pasti caldi, cucinati dalle donne nubili consacrate allo Stato islamico, nella città di Hit nell'Iraq occidentale”. Eccezionale reportage quello effettuato dal The Washington Post sul “paradiso musulmano in terra” promesso dai fondamentalisti che hanno instaurato il proprio regno in Siria ed Iraq.

Il paradiso

“Quella creata è una società multistrato, dove la vita quotidiana è completamente diversa per occupanti ed occupati. I combattenti stranieri e le loro famiglie ricevono alloggio gratuito, assistenza medica, educazione religiosa ed un servizio di pasti a domicilio. I militanti ricevono (ovviamente) anche uno stipendio frutto delle tasse a carico di milioni di persone che vivono in uno ‘stato’ grande come il Regno Unito.

La situazione è totalmente diversa per i residenti che lamentano gravi carenze. L’elettricità è garantita per un’ora al giorno, mentre la distribuzione idrica è stata sospesa nei posti occupati. L’offerta lavorativa è scarsissima e per la stragrande maggioranza della popolazione è impossibile acquistare il cibo, il cui prezzo è triplicato. L'assistenza medica è scarsa, la maggior parte delle scuole sono chiuse. Chi tenta di lasciare lo Stato islamico, può essere ucciso”.

La propaganda: il fascino del Male

“Negli ultimi due anni, i militanti hanno prodotto una straordina sofisticata propaganda online che ha contribuito a persuadere almeno 20.000 combattenti stranieri, molti con le famiglie. I video di propaganda, pubblicati su YouTube e sui social media, raccontano un luogo meraviglioso e libero, dove l’integrazione è componente fondamentale del nuovo stato musulmano. La realtà dei fatti è molto diversa: paure, privazioni e quella versione estrema della sharia islamica”.

Quelli dell'ISIS? Meno corrotti

“I funzionari dello Stato islamico sono meno corrotti dei precedenti che hanno spodestato. Lo Stato islamico ha fornito servizi ‘governativi’ più efficienti. Ha costruito strade e migliorato il servizio di raccolta dei rifiuti. In Iraq i militanti sunniti dello Stato islamico sono visti di buon occhio rispetto agli sciiti di Baghdad precedentemente al potere. Ma anche se il nuovo governo è efficiente, non ci sono scuse al comportamento brutale e fanatico del gruppo. L’istruzione pubblica è ormai una farsa, le infrastrutture mediche non esistono più, mentre il sistema giudiziario basato sul terrore, avrà un impatto devastante su molte generazioni di bambini che assistono impotenti alle violenze quotidiane perpetrate”.

Le donne nello Stato islamico

“Le politiche dello Stato islamico differiscono in ogni settore. Le donne, per esempio, devono indossare il burqa. La frusta è la punizione per aver lasciato la propria casa senza una presenza maschile. Molte di loro si barricano dentro le loro abitazioni per timore di essere rapite e date in sposa ad un combattente straniero.

All’inizio dell’anno, la brigata al-Khanssaa, un gruppo formato da donne dello Stato islamico, ha emesso un documento ufficiale sul loro ruolo all’interno del califfato. Nell'ideologia dello Stato Islamico, il posto della donna è a casa, vicino al marito ed i figli. La sua responsabilità più grande è quella di essere sempre vicina al marito. Le donne possono lasciare casa solo in circostanze specifiche: andare a studiare religione o per lavorare in contesti specifici, separati dagli uomini. Indossare jeans e sandali? Punibile con la morte. Il burqa è la ‘divisa’ ufficiale delle donne nello Stato islamico. Una bambina a nove anni è già considerata pronta al matrimonio. Le donne non sono tutte uguali. Quelle appartenenti alla minoranza Yazidi, in Iraq, sono considerate bottino di guerra. In un altro documento dello Stato Islamico pubblicato alla fine dello scorso anno, sono state delineate le linee guida sulla questione schiave del sesso.

Diverso, invece, il ruolo delle donne straniere al seguito dei combattenti che giungono in Siria ed in Iraq. Ricevono, gratuitamente, vitto e alloggio in una sorta di ‘ostello’, case sequestrate ai residenti. Ci sono poi altri ostelli dove le donne nubili attendono il loro destino. Gli uomini possono decidere di sposarsi in pochissime ore: sempre dentro queste strutture i combattenti possono andare a ‘visionare’ la merce ed impegnarsi per un matrimonio che si svolgerà nell’immediato. La frase di rito che consacra il matrimonio è senza dubbio ad effetto: "Sempre insieme nelle terra della jihad fino a che il martirio non ci separi". Alle donne è proibito combattere, ma l’emissione di una fatwa religiosa potrebbe ordinare loro di imbracciare un fucile, così come avvenuto per le donne suicide di al-Qaeda.

Per definizione, lo Stato Islamico sarà quasi sempre in guerra, almeno fino a quando non stabilirà un califfato globale. Ciò significa che da un lato ci saranno morti infinite e dall’altro continui matrimoni delle giovani vedove. Una ciclicità perenne che tiene conto del tradizionale periodo di lutto islamico di quattro mesi e 10 giorni. Passato questo tempo, la donna è pronta per andare in sposa ad un altro combattente.”.

Ospedali ed internet

“Gli ospedali sono riservati ai combattenti stranieri e sono gestiti da medici che provengono da ogni parte del mondo. La gente del posto è costretta a cercare cure in cliniche scarsamente attrezzate, con farmaci scaduti e personale non specializzato. L’accesso sulla rete è relegato agli ‘Internet Cafè’, veri e propri centri di propaganda dove i reclutatori incoraggiano i giovani in tutto il mondo a lasciare le loro case e vivere nello Stato islamico. Hanno convinto circa 200 americani. La maggior parte sono stati arrestati prima di raggiungere la loro destinazione”.

Scuola

“Fatta eccezione per le scuole religiose riservate ai figli dei combattenti stranieri, tutte le strutture sono chiuse. Possedere un diploma universitario è punibile con la morte. Sono state organizzate delle manifestazioni pubbliche dove si dovevano bruciare tutti gli attestati. La precedente istruzione non ha più alcun valore”.