F-35: risolti i problemi con il seggiolino, ma quel casco da 5,1 libbre preoccupa il Pentagono. Modifiche operative entro la fine del 2018

(di Franco Iacch)
13/02/16

Il Pentagono comunica di aver risolto i problemi, potenzialmente fatali per i piloti, connessi al seggiolino eiettabile dell’F-35. Le modifiche, però, non saranno implementate prima della fine del 2018. Ciò significa che fino ad allora, le restrizioni di volo in vigore dallo scorso agosto, resteranno valide.

Il Dipartimento della Difesa sta lavorando con Martin Baker e Lockheed Martin su tre correzioni principali: progettazione di un casco più leggero per ridurre la pressione sul collo del pilota, installazione di un sistema che ritarderà il dispiegamento del paracadute principale ed il montaggio di un pannello di supporto per la testa tra le bretelle paracadute. Nel sedile costruito dalla società britannica Martin-Baker, è stato riscontrato un “errore potenzialmente fatale per la vita del pilota”. Questo errore, ha già un numero di potenziali vittime: un terzo dei piloti che voleranno con l’F-35. Nella fase di eiezione, quindi siamo in condizioni di emergenza, il sistema provocherebbe un colpo di frusta così violento a causa di un errata posizione del seggiolino propulso all’esterno del velivolo. Il rischio, riconosciuto dal Dipartimento della Difesa, è reale per i piloti tra i 60 ed i 65 chili.

I test hanno dimostrato che i piloti, il cui peso si avvicina di poco in difetto o in eccesso alle 135/140 libbre, hanno una probabilità di morte pari al 98% durante le espulsioni a 160 nodi. Per quanti non lo sapessero è la velocità media di un decollo o di un atterraggio. I piloti americani abilitati con l’F-35 che rientrano in questa categoria di peso sono pari al 7%. La loro abilitazione è stata sospesa. Ma il problema potrebbe essere stato sottostimato perché la percentuale di rischio resta alta anche per i piloti con un peso medio. Il Pentagono ha risolto il problema con una sorte di “interruttore”. Il dispositivo sarà regolato in base al peso del pilota. Quando ai comandi siederà un pilota più leggero, il dispositivo di espulsione, ritarderà il rilascio del paracadute di una frazione di secondo, ritenuta in grado di ridurre l’impatto sul collo del pilota. E’ stato aggiunto anche un dispositivo di supporto tra le bretelle del paracadute per impedire alla testa dei piloti in fase di eiezione di compiere movimenti innaturali e potenzialmente fatali. Le due modifiche, secondo il Pentagono, saranno in produzione entro la fine del 2016. Stima, quest’ultima, ritenuta fin troppo ottimistica dal Congresso che prevede almeno un anno di test ed ottimizzazioni prima della produzione su larga scala.

Il problema con il casco, invece, richiederà ancora più tempo. Un pilota che pesa 60 chili, non può indossare l’attuale casco da 400 mila dollari. Un pilota con un peso di 60 chili (soglia di tolleranza in eccesso ed in difetto di due chili), ha una probabilità su 50 mila di subire una lesione al collo in caso di espulsione. I piloti che pesano tra i 63 ed i 74 chili, hanno meno rischi con una probabilità su 200 mila di subire una lesione potenzialmente fatale al collo. Gli ingegneri stanno cercando di ridurre il peso del casco per scongiurare le lesioni al collo, potenzialmente letali, per i piloti in fase di eiezione dal velivolo. Il casco pesa attualmente 5,1 libbre. La soglia minima di sicurezza per ridurre i rischi potenzialmente fatali è di 4,6/4,8 libbre.

Secondo il rapporto del Dipartimento della Difesa, le correzioni sul peso casco hanno un ritardo di almeno nove mesi rispetto alle altre due soluzioni individuate. Sarebbe corretto rilevare che le restrizioni resteranno in vigore fino a quando le tre modifiche non saranno operative. Le implemetazioni richiederanno almeno un anno di test. Era previsto che le tre correzioni venissero implementate entro l'estate del 2017. L’Air Force, in un’email dello scorso 8 gennaio, ha riconosciuto che le correzioni saranno implementate entro il dicembre del 2018.

Secondo quanto previsto dal Marine Corps Aviation Plan, l'F-35 sostituirà l’intera flotta EA-6B Prowler entro il 2019 e soppianterà l'AV-8B Harrier dal 2026. L’F-35, infine, rileverà gli F/A-18 Hornet nel 2030. L’Air Force raggiungerà la Capacità Operativa Iniziale dell’F-35A non appena si sarà formato il primo squadrone costituito da 12-24 velivoli, con aviatori ed equipaggi addestrati ed in grado di svolgere missioni di supporto aereo ravvicinato, interdizione e limitata soppressione e distruzione delle difese antiaeree nemiche. L'F-35A raggiungerà la Capacità Operativa Iniziale tra l’agosto e il dicembre del 2016. L’Us Navy, infine, equipaggiata con gli F-35C, raggiungerà la Capacità Operativa Iniziale non appena si sarà formato il primo squadrone composto da 10 aerei, con personale e piloti della marina militare addestrati ed in grado di svolgere le missioni assegnate. L' F-35C raggiungerà la Capacità Operativa Iniziale tra l’agosto 2018 ed il febbraio 2019. I 55 anni di vita del caccia F-35 costeranno agli Stati Uniti 1500 miliardi di dollari. Oltre agli Stati Uniti, il caccia è stato ordinato da Gran Bretagna, Australia, Italia, Turchia, Norvegia, Paesi Bassi, Giappone, Corea del Sud e Israele.

(Foto: Lockheed Martin)