F-35: pronto il casco di terza generazione, ma le principali restrizioni restano in vigore

(di Franco Iacch)
04/03/16

E’ ufficialmente iniziata la consegna ai reparti di volo della terza generazione del casco sviluppato da Rockwell Collins ed Elbit Systems per l’F-35. La terza versione del casco dispone di una fotocamera migliorata per la visione notturna, schermi a cristalli liquidi ottimizzati, allineamento automatico ed un nuovo software molto più stabile.

Il casco di prima generazione è stato utilizzato principalmente per i test di sicurezza. Quello di seconda generazione equipaggia gli attuali reparti ed è utilizzato dal Corpo dei Marine, primo corpo al mondo a dichiarare la Capacità Operativa Iniziale dell'F-35B.

Il casco di terza generazione, dovrebbe correggere i problemi di acuità visiva del sistema di seconda generazione. Il pilota, indossando il casco, non vede i limiti fisici del cockpit, ma il mondo: sopra, sotto o dietro di lui. Il pilota, ruotando la testa, per esempio, non vedrà il timone di coda, ma il cielo dietro di esso. Gli occhi del pilota, infatti, saranno le sei telecamere installate sul caccia per una visione a 360 gradi. Ogni porzione di cielo è coperta dall’obiettivo di una telecamera che invia in tempo reale le immagini al pilota.

La visiera del casco, quindi, diventa una finestra sul mondo. Oltre alla velocità ed all’altitudine, per esempio, i piloti dovrebbero anche rilevare i caccia nemici in arrivo così come le postazioni terrestri a centinaia di km di distanza. Questa tecnologia ha un prezzo: 400 mila dollari ad esemplare.

Le precedenti versioni del casco presentavano problemi in presenza di turbolenza. Si sono verificati casi di latenza nel video che ha causato cinetosi nei piloti. La tecnologia di visione notturna poi, non funzionava come avrebbe dovuto. La “luce verde” oscurava la vista dei piloti. Le cose andavano così male che nel 2011 il Pentagono ha commissionato a BAE Systems un casco alternativo qualora quello in fase di sviluppo non avesse funzionato. Nel 2013, si decise di proseguire con quello della Rockwell Collins.

Il casco di terza generazione presenta migliorie sotto il profilo software e con la visione notturna. Restano in vigore i problemi di condivisione tra i caccia quando questi volano insieme. Il problema non si pone quando la formazione è composta da due caccia. In quel caso, i due F-35 sono in grado di condividere le informazioni ad oltranza e senza problemi. Una formazione di quattro caccia, invece, fornisce un quadro reale instabile, fornendo ai piloti falsi segnali sui bersagli.

A preoccupare il Pentagono non è tanto l’avionica del casco bensì il suo peso. Un pilota che pesa 60 chili, non può indossare l’attuale casco da 400 mila dollari. Un pilota con un peso di 60 chili (soglia di tolleranza in eccesso ed in difetto di due chili), ha una probabilità su 50 mila di subire una lesione al collo in caso di espulsione. I piloti che pesano tra i 63 ed i 74 chili, hanno meno rischi con una probabilità su 200 mila di subire una lesione potenzialmente fatale al collo. Gli ingegneri stanno cercando di ridurre il peso del casco per scongiurare le lesioni al collo, potenzialmente letali, per i piloti in fase di eiezione dal velivolo. Il casco pesa attualmente 5,1 libbre. La soglia minima di sicurezza per ridurre i rischi potenzialmente fatali è di 4,6/4,8 libbre.

Secondo il rapporto del Dipartimento della Difesa, le correzioni sul peso casco hanno un ritardo di almeno nove mesi rispetto alle altre due soluzioni individuate (installazione di un sistema che ritarderà il dispiegamento del paracadute principale ed il montaggio di un pannello di supporto per la testa tra le bretelle paracadute). Sarebbe corretto rilevare che le restrizioni resteranno in vigore fino a quando le tre modifiche non saranno operative. Era previsto che le tre correzioni venissero implementate entro l'estate del 2017. L’Air Force, in un’email dello scorso 8 gennaio, ha riconosciuto che le correzioni saranno implementate non prima del dicembre 2018.