Davide contro Golia: i sistemi anticarro TOW statunitensi dell'ISIS

(di Tiziano Ciocchetti)
19/06/17

Nel corso dei combattimenti in Siria sembra che lo stato islamico, nel tentativo di arginare l’avanzata dei governativi, stia facendo ricorso ai missili anticarro filoguidato di seconda generazione Hughes BGM-71TOW (Tube-launched Optically-tracked Wire-guided), di fabbricazione statunitense.

Per una serie di ragioni, lo sviluppo delle dottrine operative moderne circa l’impiego dei sistemi anticarro – nonché il modo in cui debbano essere progettati - è avvenuto nei teatri di guerra del Medio Oriente.

Nel 1973, durante la fase iniziale della guerra dello Yom Kippur, le forze speciali egiziane riuscirono ad assumere l’iniziativa tattica attraverso l’impiego di piccole squadre equipaggiate con il sistema missilistico sovietico di prima generazione Malyutka (AT-3 Sagger, missile bistadio filoguidato a guida manuale - nella foto sotto a dx). Le pesanti perdite che queste squadre inflissero ai reparti corazzati israeliani – forse eccessivamente sicuri della propria forza – nel corso dell’offensiva attraverso la penisola di Suez, generarono un vero e proprio shock nella comunità delle forze corazzate, portando ad ipotizzare, da parte di alcuni analisti, il probabile declino del mezzo corazzato come sistema d’arma principale nei combattimenti terrestri.

Ovviamente tali previsioni erano del tutto infondate, tuttavia resta comunque il fatto che quegli eventi hanno portato ad un globale cambiamento di rotta dei modi in cui i carri da battaglia dovevano essere progettati, costruiti – in particolare la capacità di sopravvivenza sul campo di battaglia – ed impiegati, nonché una rinnovata attenzione sulla fondamentale cooperazione tra carri e squadre di fanteria, sia appiedate che a bordo dei veicoli da combattimento (IFV).

Le IDF, scottate da questa esperienza, svilupparono il Merkava (carro in ebraico), il quale ha nella capacità di incassare colpi il suo punto di forza, inoltre all’interno della parte posteriore dello scafo è stato ricavato un vano in grado di accogliere una ridotta squadra di fanteria, specificatamente allo scopo di eliminare i team controcarro nemici (anche se pare che questa capacità sia stata sfruttata poco).

Nell 1991, nel corso della Seconda Guerra del Golfo, c’è stata la conferma del ruolo chiave dei reparti corazzati nella moderna guerra convenzionale, mettendo in risalto le notevoli capacità di sopravvivenza degli MBT (Main Battle Tank) occidentali.

Tuttavia l’Esercito di Assad dispone essenzialimente di carri sovietici di prima e seconda generazione – anche se alcuni sono stati modernizzati con l’aggiunta di protezioni reattive ERA e sistemi di condotta del tiro di nuova generazione – come T-55, T-62 e T-72.

Le versioni più recenti del TOW, BGM-71E/F, hanno un sensore anteriore al missile contenete una piccola carica esplosiva in grado di far detonare le corazzature aggiuntive tipo ERA, inoltre hanno un profilo d’attacco dall’alto - andando quindi a colpire la parte meno protetta del carro - con un sensore d’attivazione della testata doppio (laser e magnetico) e due cariche autoforgianti che si attivano verso il basso sparando un dardo che investe le parti più vulnerabili del carro.

(immagini: U.S. Army / YouTube / U.S. Air National Guard)