I campi di battaglia della guerra russo-ucraina

(di Antonino Lombardi)
24/05/22

La campagna d’Ucraina potrebbe rivelarsi per la Russia più costosa e dannosa di quanto preventivato. Nonostante un’economia stagnante l’ex Unione Sovietica ha avviato una guerra impegnativa dal punto di vista umano ed economico molto simile a quella intrapresa da Stalin in Corea nel 1950 e dall’Urss nel 1979 in Afghanistan.

Alcune previsioni prospettano una diminuzione dell’economia russa per quest’anno del 15%, in parte a causa delle severe sanzioni, che il capo del Cremlino ha paragonato "a un atto di guerra” e possono impedire la tecnologia indispensabile per la moderna produzione di armi. La Russia destina una gran quantità di denaro nella difesa ed ha cercato di modernizzare le sue forze armate ma la logistica carente, la leadership rigida e la scarsa volontà dei militare di combattere hanno indebolito le capacità militari messe in campo.

Sembra che il conflitto, visto da vicino con immagini atroci proiettate regolarmente ed incessantemente sui tutti i media come mai prima ad ora, attivano nei popoli occidentali un profondo sentimento di allontanamento dalla guerra e di unità condivisa tra Stati Uniti ed Europa

L’Europa sta cercando di ridurre la dipendenza dagli idrocarburi russi. Entro agosto, l'UE prevede di porre fine agli acquisti di carbone russo ed entro l’anno prevede di ridurre di due terzi le importazioni di gas naturale. Ciò andrà a vantaggio degli Stati Uniti e di altri fornitori di gas naturale liquefatto.

Le minacce della Russia di utilizzare armi nucleari sono sempre meno velate.

Quali potrebbero essere le conseguenze? Sicuramente un isolamento progressivo del Cremlino ed un aumento delle forze nucleari in Europa da parte di altre potenze anche se Biden afferma che “l'unico scopo del nostro arsenale nucleare è quello di scoraggiare e, se necessario, vendicare un attacco nucleare"

Il conflitto ha portato ad un aumento della spesa militare della NATO ed anche se il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che il suo Paese “non combatterà una guerra contro la Russia in Ucraina” appare proprio l’esatto contrario.

Il presidente russo sembra stia cercando di rendere l’Ucraina il cardine di una sfera di influenza, non ricreando l'ex Unione Sovietica, ma avendo ai suoi confini un gruppo di stati le cui politiche e relazioni economiche siano assoggettate Federazione Russa cercando di avere un vero e proprio predominio.

Perché proprio l’Ucraina? Probabilmente perché condivide un lungo confine con la Russia, è la più grande delle sei ex repubbliche sovietiche poste tra Russia e NATO e perché esistono legami storici e culturali antichi che non sono da sottovalutare. Lo stesso Putin ha detto che l'Ucraina non è nemmeno un vero paese e che l'Ucraina è essenzialmente una creazione del bolscevismo di Lenin e di alcuni altri leader sovietici che hanno ceduto questo territorio.

In Cina intanto, mentre il continua il continua il conflitto russo-ucraino, il presidente Xi Jinping prevede un nuovo ordine mondiale per prevenire conflitti futuri. Infatti, in un suo intervento al Boao Asia Forum dello scorso aprile, ha proposto una iniziativa di sicurezza globale in cui viene sostenuto il concetto di “sicurezza indivisibile” secondo cui nessun Paese può rafforzare la propria sicurezza a spese degli altri e sostenendo la sovranità, l'integrità territoriale e la non interferenza negli affari interni. Sarà forse per evitare future azioni degli Stati Uniti a Taiwan?

Alcune società cinesi hanno ridimensionato le loro operazioni in Russia, molte hanno continuato a operare in linea con la posizione di Pechino di astenersi dalle critiche a Mosca per il conflitto. Didi Chuxing, l'app di ride sharing cinese, aveva annunciato già alla fine di febbraio l'intenzione di interrompere le operazioni in Russia, per poi fare marcia indietro diversi giorni dopo. Huawei, uno dei maggiori fornitori di telecomunicazioni in Russia, avrebbe sospeso nuovi ordini e licenziato il personale russo, ma finora la società si è rifiutata di commentare i suoi piani. DJI, il più grande produttore mondiale di droni commerciali, in aprile aveva annunciato di sospendere temporaneamente le operazioni in Ucraina e Russia mossa arrivata dopo che i critici, tra cui il vice primo ministro ucraino Mykhailo Fedorov, hanno chiesto a DJI di smettere di fare affari con la Russia, osservando che i droni DJI sono stati usati per uccidere civili innocenti ma la stessa compagnia ha negato che la sua mossa sia una dichiarazione politica sul conflitto in Ucraina dichiarando per il tramite del suo portavoce che la sospensione della produzione "non era per fare una dichiarazione su nessun paese, ma per fare una dichiarazione sui nostri principi. DJI detesta qualsiasi uso dei nostri droni per causare danni e sospendiamo temporaneamente le vendite in questi paesi per garantire che nessuno utilizzi i nostri droni in combattimento".

L'Unione Europea e gli Stati Uniti hanno recentemente criticato la Cina per aver diffuso "disinformazione" sull'invasione russa dell'Ucraina. Il vicesegretario di Stato americano Wendy Sherman ha accusato i media statali cinesi di "aver ripetuto a pappagallo la disinformazione del Cremlino" e teorie del complotto, comprese le affermazioni secondo cui gli Stati Uniti stavano producendo armi biologiche in Ucraina e di aver "ripetutamente tracciato false equivalenze tra la guerra di aggressione della Russia e l'autolesionismo dell'Ucraina azioni difensive”.

Insomma la guerra si combatte oltre che sul campo e con i media anche sul campo economico-finanziario a livello globale.