Lezioni mai imparate

(di Walter Raleigh)
18/03/20

Nel 1993, al cinema, uscì un film diretto da Clint Eastwood; ottenne un successo notevole che confermò il talento di un attore che aveva affascinato Sergio Leone per la sua lentezza compassata. Titolo: “Un mondo perfetto”; se volete, un ossimoro filosofico su celluloide: chi può lo veda. Trama semplice, pennellate perfette, tantissimi contenuti su cui riflettere. Ci torneremo; tenete a mente solo un piccolo flash: parla di un mondo utopico che non può esistere perché stravolge la suddivisione semplicistica fra colpevoli ed innocenti.

Ora aggiungete la scomodissima pratica anglosassone delle Lessons Learned che dovrebbe ricoprire di spine la poltrona del decisore una volta avuti i ritorni delle azioni intraprese, ma che da noi, complice la vicinanza petrina di una succursale celeste attenta a mode, comunicazione e comunicatori d’accatto ma poco al combattente di tutti i giorni, viene sistematicamente dimenticata in funzione di labili e falsamente miracolose convergenze, che fanno riscoprire bandiera ed inno, ambedue pronti alla prossima segregazione, una volta passata (forse) la paura. Dunque, per alcuni dalle macro alle micro; per noi, dalle stelle alle infime stalle.

In pieno amaro stil vecchio in salsa europeista, il decisore italiano ha stabilito puerilmente e con fastidio, di allontanare il molesto pensiero di un contenimento dell’ondata virale: e giù spritz, proclami ideologici biologicamente ignorati dal virus ma portati in televisione di fronte a conduttori beotamente assisi su comodi scranni. Peccato che i morti non abbiano potuto gradire le salaci boutade degli illuminati del nulla, troppo impegnati a dare del cretino allarmista al virologo di turno.

Lezione 1: non basta farsi sussurrare da improvvidi suggeritori granfratellisti le frasi di Winston Churchill per assurgere alla dimensione di statista; più facile fare i professori in sessione d’esame. Prima Scoperta dell’Acqua Calda: la gente ha giustamente paura, ed anche i detenuti fanno sentire la loro voce, sicuramente più ascoltata di quella degli agenti di custodia, più reclusi dei carcerati; scoppiano le rivolte, ci sono morti, l’Italia, quella cantata dai balconi, viene trasmessa in mondovisione alla stregua del Messico rivoluzionario.

Lezione 2: non basta vestire i panni di un dj Fofò qualunque per essere un buon Ministro della Giustizia, ci vorrebbe qualcosa di più. Malgrado sia stato conclamato che il paziente zero è arrivato dalla Germania, la valanga di guano ce la siamo beccata noi, ed in parte anche a ragione: non è stato allestito un contenimento preventivo buttando tutto nella più classica caciara, ed esponendo peraltro gli operatori in prima linea alla pubblica gogna, con i Carabinieri del NAS grottescamente negli ospedali additati dall’autorità politica; ovvie conseguenze sono state le fraterne prese di posizione ufficiali olandesi, unite alle osservazioni di un medico inglese (laureato all’università dell’allegro chirurgo), contro cui la Farnesina ha annaspato; del resto siamo nel Paese dove, se c’è un terremoto, è colpa del sismologo.

Lezione 3: il nomen (Speranza) di un ministro non sempre rispecchia il numen protettore, così come avere contatti frequenti di interscambio commerciale di bevande alcooliche e non sugli spalti di uno stadio, non abilita alla politica estera, politica che ha peraltro dimostrato che quando c’è da rischiare la pelle, l’europeismo va in soffitta e lì rimane. Patetica la definizione di populismo, fornita da noto senatore, in risposta alle critiche portate al menefreghismo di Bruxelles ed alle bastonate tirate alle spalle dalla Presidente della BCE. L’Italia, e presto tutta l’Europa, saranno in quarantena preventiva e da ritorno; eh si, perché per non continuare a morire bisognerà chiudere le frontiere a chi ci ha impartito lezione e solo adesso affronta le nostre ore più buie. Ne saremo capaci? Fortissimi i dubbi in proposito, visto che i porti rimangono aperti, e frotte di migranti sciamano sul territorio, provenendo spesso da Paesi che, ironicamente, ci hanno chiuso le frontiere.

Lezione 4: urgono ministri degli esteri, dell’interno e della sanità, che non si vedono da giorni. Hanno paura? Anche noi. Arriviamo ad un tasto delicatissimo, che pesteremo con vigore: Militari, Forze dell’Ordine, Medici. La vera corrente populista e forcaiola, negli anni, aggiungendoci l’istruzione, ha demolito un sistema che funzionava, ma che richiedeva requisiti specifici, non ultimo l’aver studiato ed aver meritato, concetto che comporta un sacrificio classista, dunque da cassare. Meglio i ciucci, meglio il caos, meglio i googolisti che, finalmente, nel loro antivaccinismo, hanno donato a tutti il ricco spoiler di un mondo senza protezione sanitaria. Contenti? Dicevamo: Divise e Camici; ora sembra che servano, perché in fondo in corsia e per strada ci vanno loro, alla faccia dello stupido antidoto culturale1 offerto da chi se ne sta sardinescamente al calduccio in attesa di risortire fuori, insieme agli altri retribuiti contestatori del bel tempo. Il problema di Divise e Camici, è che le cose le preventivano, e te le scrivono pure, specie se sono scomode e pericolose; ma tant’è. Meglio tagliare Sanità e Difesa piuttosto che rivedere le voci di bilancio in uscita, volte a sostenere spese demagogiche; meglio togliere (qui si populisticamente) 5 fucili2 per conferire un premiuccio foriero di voti, piuttosto che dare ascolto a chi aveva chiesto mezzi per fronteggiare evenienze simili. Il complottista di professione, quello che trova le coincidenze più cretine anche nell’andare a comprare il pane, adonta sospetti su esercitazioni NATO e sulla preparazione delle FFAA USA per gli eventi calamitosi. Ragazzi, c’è chi ci pensa prima, e c’è chi vive nel Paese dei Balocchi, dimenticando che fine fanno i ragazzi lì trasformati in asini. Ora però Medici e Militari servono: ma quanto è strana la vita, addirittura si bandiscono concorsi straordinari per assunzioni fino a ieri vietate. Paura eh? Tanto il fesso con le stellette deve obbedire, mica ha l’antidoto culturale.

Lezione 5: il sociale di una Nazione non può essere soggetto a valutazioni esterne, e ci vorrebbero un po' più di umiltà e di preparazione e meno arringhe non richieste in sede parlamentare. Preparazione, studio.. roba faticosa.. e chi ci si mette? Chi, in questo momento, riesce a filtrare le notizie che circolano e vengono pubblicate alla carlona sui giornali? In larghissima parte siamo dei felici analfabeti funzionali, dunque incapaci di comprendere e valutare le informazioni; in sintesi: ci beviamo giocondamente tutto, come lo spritz dei Navigli, basta che il campionato di calcio si giochi. Che il virus sia arrivato dalla Cina è fuori di dubbio; che sia stato a lungo occultato con severe punizioni per i medici che tentavano di pubblicizzare l’emergenza è altrettanto vero; che ora in Italia si stia santificando un regime che ha provocato morti, sfacelo economico e che non regala nulla, è da imbecilli, non si sfugge, imbecillità corroborata dal rilancio di dichiarazioni rilasciate tempo fa dal Presidente Russo circa aperture politiche all’Italia.

Lezione 6: ma c’è qualcuno, a parte gli incompetenti granfratellisti, che sa qualcosa di guerra cognitiva e controinformazione? Non sembra, anche perché non si capisce che si corre il rischio di dare in pasto la Nazione agli squali dell’economia globalista.

Lezione 7: non siamo nel mondo perfetto più su richiamato, ma abbiamo il dovere di guardare al dopo, di credere che ci sarà un domani migliore. Bisognerà avere il coraggio di scegliere, di non farsi più incantare, di guardare al concreto senza stupidi ed inconcludenti fronzoli ideologici. L’Italia ha tanto, tantissimo, e nulla da invidiare a Paesi che, non avendo un briciolo di resilienza e capacità tricolori, affollano i market della cannabis ma non le farmacie. Vi sa di nazionalista? E chissenefrega, ma è così; se ora possiamo sperare di rimetterci in piedi dopo la gragnuola di cazzotti che abbiamo preso, è solo perché abbiamo qualità che altri non hanno, e dobbiamo esserne fieri, ma con l’umiltà di sentirci come gli italiani del ’45. Il popolo degli ignoranti, dei menefreghisti, delle apericena, dei proclami cretini, non può più avere cittadinanza, non abbiamo più tempo; si tratta della nostra Nazione, si tratta dei nostri figli.

1 "L'antidoto da trovare è sicuramente scientifico ma noi cerchiamo di portare avanti un antidoto culturale, necessario in questo momento di panico mediatico". Così all'Adnkronos il coordinamento 6000 Sardine spiega la campagna "#Nonfarticontagiare", lanciata nelle scorse settimane. Una campagna "contro la #disinformazione" che sottolinea che "l'unica mascherina utile è quella della #cultura"

2 Discorso pronunciato dal PdC durante la visita alla Cittadella della Pace a Rondine (Arezzo): "Rinunciamo all’acquisto di 5 fucili per sostenere le vostre iniziative - ha annunciato - Non è stata una cosa facile". Di seguito: "l’obiezione della Difesa è stata: Eh, ma ci saranno 5 dei nostri senza fucili e io ho risposto: va bene, vorrà dire che andranno nelle retrovie a parlare di pace". Il PdC non ha dimenticato di ringraziare "il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, perché ha compreso subito l’importanza dell’iniziativa", sottolineando la sua mancata opposizione.

Foto: presidenza del consiglio dei ministri