Lettera a Difesa Online: "IV Novembre, ci dobbiamo vergognare di una vittoria?"

05/11/23

Approfondendo alcuni temi online mi sono imbattuto casualmente in questo comunicato del Ministero della Difesa in occasione della Festa del 4 Novembre, che vi invito a leggere (leggi comunicato), prima di condividere con voi alcune riflessioni.

Per coloro che hanno poco tempo o voglia, riporto la chiusura dello stesso, che mi ha fatto trasecolare: "Il significato del ricordo della Grande Guerra non è quello della celebrazione di una vittoria, o della sopraffazione del nemico, ma è quello di aver difeso la libertà, raggiungendo una unità tanto difficile quanto fortemente voluta".

Cosa avrebbero provato il generale Armando Diaz, l'ammiraglio Paolo Thaon di Revel o i 600.00 soldati italiani caduti nel leggere la chiosa finale del Ministero della Difesa? Una mistificazione frutto della cancel culture che continua a permeare il mondo occidentale e il nostro paese (nonostante il governo di destra-centro) e che in nome del politically correct deforma la realtà dei fatti storici per adattarla al sentimento petaloso più di voga al momento.

Poi si parla di libertà, sostantivo che è un po' come il prezzemolo, la si mette dappertutto. Quale libertà si sarebbe difesa nella Prima Guerra mondiale?

Il significato del ricordo della Grande Guerra può essere solo quello coerente con i fatti, ovvero quello della Vittoria italiana. Dove l'Italia ha annientato l'esercito Austro-Ungarico causando gravissime perdite, "ricacciando sempre più indietro il nemico fuggente" e facendo "300.000 prigionieri".

Nel comunicato del comandante della Regia Marina si parla di "potenti navi che scomparivano" (sott'acqua, affondate, mica fatte sparire da Harry Potter!) e duplice dissoluzione (disfacimento, disgregazione) di esercito e marina nemici ottenuta con le armi!

Questa è la realtà degli avvenimenti dell'epoca e ciò che ci è stato tramandato. Ci dobbiamo vergognare di una vittoria o vogliono cambiare la nostra storia?

Chissà se dal Ministero qualcuno avrà il tempo e la voglia di pronunciare una palinodia.

C. Saltamontes

   

Caro lettore, condivido l'indignazione. Tuttavia, dal momento che riusciamo a celebrare ancor oggi come "riscossa nazionale" (che avrà ZERO considerazione tra gli Alleati ai fini dei termini del Trattato di Pace del 1947) la sconfitta inequivocabile del 1943 (leggi Settembre 1943: "Resa incondizionata"), quasi avessimo vinto la seconda guerra mondiale... non mi sorprende che avvenga l'esatto contrario per il precedente conflitto.

Mi chiedo se i soldati, al posto di venir incitati a combattere per la vittoria, fossero stati invitati a "difendere la libertà per una unità tanto difficile quanto fortemente voluta"​, avrebbero tenuto tanto duro e... (ops!) vinto.

Andrea Cucco

Foto: ministero della difesa / Difesa Online / web