80 euro di Bonus, che gentil pensiero…!

(di Femaz)
14/12/15

Il pacchetto sicurezza, depositato dal Governo in commissione bilancio della Camera, prevede per l’anno 2016 il ventilato bonus di 80 euro a favore del personale del comparto sicurezza e difesa. “Esclusi i militari delle capitanerie di porto!”

Il bonus sarà netto in busta paga solo per l’anno 2016, non sarà strutturale, non ha natura retributiva, non è soggetto a contribuzione previdenziale e assistenziale e non concorre a formare il reddito complessivo ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Cosa significa? E’ un “gentil pensiero” del Governo, per l’anno 2016, a tutti coloro che rischiano la vita in Italia e all’estero. Quelli delle capitanerie di corpo, forse sono stati ritenuti meno meritevoli di attenzioni: davvero incomprensibile dopo il lavoro che fanno nel mediterraneo!

Il punto è che i comparti della sicurezza e difesa hanno sempre costituito, negli anni, il bancomat di tutti i governi che si sono susseguiti. Hanno sempre ritenuto i due comparti poco utili e quindi depauperabili. La sicurezza e la difesa non sono mai state al centro degli interessi dell’opinione pubblica e quindi della politica. Tanto gli uomini e le donne in uniforme sono, comunque, servitori dello Stato, senza se e senza ma. Soltanto la Polizia di stato può far sentire la propria voce tramite i sindacati. I militari, nella loro massima espressione di protesta, fanno lo sciopero della mensa. Ebbene si, non si recano a pranzo.

Non esiste in Italia una cultura della sicurezza e difesa. Ci si ricorda delle Forze armate e dei Corpi di Polizia 2 giugno e il 4 novembre.

Non ci si è mai chiesti dove volesse arrivare l’Italia nei contesti internazionali, non si è mai voluto misurare il nostro livello di ambizione. Oggi abbiamo il Libro Bianco. E’ un documento che, almeno, delinea le nostra posizione a livello internazionale e stabilisce le azioni necessarie da compiere per raggiungere gli obiettivi di uno strumento militare più snello ed interoperabile. Non vengono tuttavia menzionati con esattezza i fondi necessari, ovvero non si vincola il Parlamento all’approvazione del documento che costituirebbe, difatti, “la volontà ineludibile” per tutti i Governi dei vari colori di prevedere stanziamenti certi per periodi medio lunghi.

Mantenere lo strumento militare efficiente ed efficacie richiederebbe la ripartizione della suddivisione degli stanziamenti assegnati, nella misura del 50% per le spese del personale, 25% per l’esercizio e 25% per investimento. In Italia non è possibile rispettare la formula e per l’anno 2016 avremo il 75,62% per il personale, il 9,09 % per l’esercizio e solo il 15,29 % per l’investimento. Ciò, significa che riusciremo a mantenere e manutenere i nostri mezzi con sufficienza e dovremo sacrificare l’addestramento dei nostri uomini. Il migliore addestramento lo si fa in teatro operativo grazie ai fondi assegnati “con decreti ad hoc”, ogni sei mesi. Per l’investimento e la ricerca siamo al di sotto del minimo percentuale previsto per dicasteri il cui “output” è la sicurezza e difesa. Le sfide globali richiedono, sempre più, adeguamenti importanti nei sistemi d’arma e nuove capacità che prevedono ingenti investimenti. Dal quadro delineato emerge chiaramente che la situazione, nonostante i buoni propositi delle linee programmatiche del Libro Bianco, non è delle più rosee, specialmente per il trattamento economico del personale.

Quando l’incidenza del trattamento economico del personale, sul bilancio del dicastero, incide quasi all’80% è davvero dura per qualsiasi Governo provvedere con serietà ai rinnovi dei contratti, nonostante le sentenze della Corte Costituzionale.

Parliamo di adeguare i contratti a circa 500000 uomini del settore e prevedere almeno due miliardi di euro da stanziare in maniera continuativa: impossibile se leggiamo le previsioni sull’economia italiana.

Revisionare e razionalizzare la spesa, questo il termine più in uso in questi anni nei corridoi di tutti i ministeri. Quanti dicasteri sono riusciti a farlo realmente, visto che la spesa dell’apparato statale è aumentata? E’ una strada senza uscita. Bene ha fatto il Governo nel chiedere alla Commissione europea di poter sforare i vincoli percentuali del “fiscal compact”. Speriamo in risposte positive in tal senso. Per rimettere in moto l’economia non basta soltanto tagliare e razionalizzare la spesa, occorre anche promuovere politiche di investimenti strutturali e per fare questo occorrerebbe, per almeno cinque anni, poter sforare di almeno un punto percentuale il patto di stabilità e fare in modo che il denaro che Draghi immette con le politiche monetarie - Quantitative Easing - nel sistema finanziario, vada davvero a favore del credito al consumo.

La strada per il rinnovo dei contratti sembrerebbe in salita, e il bonus di 80 euro costituisce una boccata d’aria per i nostri militari, poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco , etc.

Il “gentil pensiero” del Governo per l’anno 2016 non si butta via, l’unico aspetto deludente è che ci si è giunti solo dopo i tragici fatti di Parigi.

(nella foto militari italiani in Afghanistan - fonte: US DoD)