Gli USA aggiornano il loro manuale di diritto della guerra

(di Avv. Marco Valerio Verni)
03/08/23

Mentre ancora riecheggia nell’aria la polemica sorta nella comunità internazionale a seguito della decisione adottata, di recente, dal governo statunitense di inviare, tra i vari armamenti, anche le famigerate bombe a grappolo alle forze ucraine, impegnate nella guerra contro la Federazione russa, è dei giorni scorsi la notizia che il Dipartimento della Difesa americano abbia aggiornato il suo manuale di diritto della guerra, in uso ai militari a stelle e strisce.

Molta l’attenzione che nella nuova versione, a quanto riportato dal comunicato ufficiale1, sembrerebbe posta nelle precauzioni da riservare, durante le operazioni belliche, soprattutto per la salvaguardia della popolazione civile, sebbene si tenga a puntualizzare che “l'aggiornamento afferma che il diritto di guerra non impedisce ai comandanti e ad altro personale di prendere decisioni e agire alla velocità di pertinenza, anche in conflitti ad alta intensità, sulla base delle loro valutazioni in buona fede delle informazioni disponibili in quel momento.

Una affermazione che, per gli addetti ai lavori, potrebbe essere scontata ma che, evidentemente, è tesa a giustificare in anticipo, agli occhi mediatici, eventuali condotte che, almeno apparentemente, potrebbero essere considerate azzardate o, addirittura, contra-legem.

Sulle cluster bomb...

A proposito delle summenzionate bombe a grappolo, al capitolo VI, paragrafo 13, intitolato “Cluster Munitions”, viene ribadito, da una parte, che le attuali armi così definite abbiano un tasso di “non esplosione”, per quanto riguarda le relative sub-munizioni, inferiore all’1%2 e che, dunque, possano ritenersi sufficientemente sicure anche per la popolazione civile (come già evidenziato su queste pagine3), il problema è che a volte, anzi "spesso", esse non detonano immediatamente4; dall’altra, che il divieto circa il loro utilizzo (e non solo), stabilito dalla comunità internazionale, e sancito nella Convenzione di Oslo del 2008 (a cui gli Usa, come pure sottolineato nel Manuale in commento, non hanno aderito), oltre a non costituire, secondo l’interpretazione a stelle e strisce, norma di diritto internazione umanitario consuetudinario5 (se così fosse, infatti, sarebbe vincolante per tutti gli Stati, a prescindere dalla loro adesione o meno ad eventuali trattati o convenzioni), è sostanzialmente in contrasto con la difesa dell’interesse nazionale americano.

L’interesse nazionale, già: un concetto, generalmente parlando - si intende - a volte abusato, altre volte dimenticato, altre volte ancora fatto passare, da parte del più forte, per quello più giusto per una intera comunità, a dispetto, invece, di quello di altri che, della suddetta (comunità) fanno comunque parte, anche piegando il diritto ad interpretazioni di comodo e di circostanza. E che, nel nostro Paese, spesso, appare essere addirittura sconosciuto. Purtroppo.

2Under a 2008 policy, the U.S. armed forces will, after 2018, only employ cluster munitions containing submunitions that, after arming, do not result in more than 1% unexploded ordnance (UXO) across the range of intended operational environments” (pag. 413 del Manuale).

3https://www.difesaonline.it/evidenza/diritto-militare/dalle-bombe-grappo...

4 Come denunciato da diversi organismi internazionali, tra cui il Comitato internazionale della Croce Rossa, secondo cui addirittura il 40% delle stesse bombe a grappolo, rilasciate in alcuni recenti conflitti, non sarebbero esplose, costituendo, come si può ben immaginare, un pericolo, al pari di vere e proprie mine, anche in un momento molto lontano dalla loro dispersione, per la popolazione civile, con tutte le conseguenze del caso, tra cui, in primis, uccisioni indiscriminate di persone e/o mutilazioni

5The United States is not a Party to the Convention on Cluster Munitions. 349 The United States has determined that its national security interests cannot be fully ensured consistent with the terms of the Convention on Cluster Munitions. The United States has expressed the view that the Convention on Cluster Munitions does not represent an emerging norm or reflect customary international law that would prohibit the use of cluster munitions in armed conflict” (pag. 414 del Manuale).

Foto: U.S. Air Force