In pattuglia con gli elicotteri della Marina Militare

27/02/14

Un elemento importante del pattugliamento del mediterraneo sono gli elicotteri del terzo gruppo di Maristaeli di Catania al comando del capitano di vascello Cottini. Abbiamo volato con il sottotenente di vascello Cavaliere, il sottotenente di vascello Lucia Franzetti e l’operatore di volo Sebastiano Barone.

La composizione di una Sezelicot (Sezione Elicotteri) imbarcata varia sensibilmente in base al tipo ed alla durata della missione.

Per un’attività di media intensità, vengono imbarcati 4 piloti, 6 Operatori di Volo ed una squadra tecnica. Quest'ultima assicura le manutenzioni ordinarie e la risoluzione di possibili avarie, composta da almeno 7 specialisti.

Tale composizione permette di assicurare la prontezza e l’efficienza del velivolo 24 ore su 24.

 

La nostra missione è pattugliare – ci dice il capitano di corvetta Sebastiano Lo Re - l’area assegnata alla ricerca di imbarcazioni che potrebbero essere dedite al trasporto di migranti, consapevoli che in ogni istante potremmo essere chiamati a salvare delle vite umane in mare. Un altro task delle nostre missioni in volo è quello di individuare e perseguire chi trae profitto dal traffico illecito di migranti, approfittando della loro disperazione.

L’EH 101 MPH (Maritime Patrol Helicopter) è un elicottero di nuova generazione dalle straordinarie potenzialità.

Le missioni di pattugliamento, vengono condotte anche ad elevata distanza dall'unità navale.

Le caratteristiche peculiari che permettono di condurre questo tipo di missioni sono: l’elevata autonomia oraria (più 5 ore con serbatoio ausiliario installato), il radar di scoperta e sorveglianza (MM APS 784) molto performante che permette di rilevare imbarcazioni anche di medie e piccole dimensioni ad elevate distanze, le capacità del sensore FLIR (Forward Looking InfraRed) ad alta definizione nella modalità infrarosso o TV che permettono di identificare visivamente sia di giorno che di notte imbarcazioni anche minuscole. Qualora necessario, possono essere effettuate delle registrazioni video sia in modalità TV che infrarosso.

I sofisticati sistemi di stabilizzazione ed autopilota possono portare l’elicottero automaticamente alla quota di hovering, mantenendo accuratamente la posizione e permettendo il recupero in sicurezza di eventuali naufraghi anche in arco notturno.

La missione comincia – aggiunge il comandante Lo Re - con un accurata pianificazione ed un esaustivo briefing condotto in COC (Centrale Operativa di Combattimento) che tratta tutti gli aspetti inerenti la missione, quali ad esempio: la situazione dei contatti di superficie presenti nell’area assegnata, eventuali informative su possibili partenze di imbarcazioni con migranti a bordo in modo da focalizzare la ricerca nell'area di probabile attraversamento, informazioni di coordinamento con altri assetti aerei e navali, rotta prevista ed intenzioni della Mamma (così chiamiamo in gergo l’Unità Navale dalla quale operiamo) pianificando un rendez-vous per il rientro dalla missione ed infine l'aggiornamento delle condizioni meteorologiche in zona.

 

Dopo il briefing, si indossa l’equipaggiamento e si eseguono i controlli pre-volo all’elicottero. Qui inizia la missione vera e propria: dopo il decollo si esegue quanto pianificato utilizzando tutti i sensori a disposizione per ottenere una chiara situazione di superficie, identificando otticamente le imbarcazioni che per rotta, dimensioni ed altre caratteristiche, potrebbero essere adibite al trasporto di migranti o impegnate in altre attività illegali. Durante tutta la missione viene mantenuto il collegamento via radio con la Nave, fornendo continui aggiornamenti sulla situazione in atto.

Dopo aver “bonificato” l’area assegnata, dirigiamo per il rientro a bordo. Qualora nel pattugliamento dovessimo imbatterci in imbarcazioni in difficoltà con migranti a bordo, procediamo ad attivare la catena S.A.R. (Search And Rescue) e prestiamo il primo soccorso in attesa dell’arrivo in zona di unità navali, fornendo salvagenti individuali o mettendo in mare “battelloni” autogonfiabili. In base alla gravità della situazione potrebbe anche essere necessario recuperare a bordo dell’elicottero dei migranti caduti in mare ed in imminente pericolo di vita.

Salvatore Pappalardo