Il laser nel futuro della difesa

24/03/14

Il processo tecnologico al servizio della Difesa, produrrà un nuovo sistema d’arma che potrebbe rivoluzionare le tecniche di combattimento.

Gli Stati Uniti, sono in fase avanzata per lo sviluppo di armi laser, un raggio di energia ad elevata capacità in grado di distruggere bersagli in volo, statici e di bruciare qualsiasi componente elettronica.

Questa implementazione avrà come primo campo di applicazione le unità di superficie, dove potrebbero essere montate, sotto forma di cannone, addirittura entro la fine del 2014.

Anche l’Air Force ha in fase di sviluppo la tecnologia laser da impiegare sui prototipi dei caccia da combattimento della Next Generation Air Dominance, un programma della Boeing per una futura sesta generazione di velivoli che sostituiranno gli F-18E/F Super Hornet e gli F-22 Raptor a partire dal 2025.

La Northrop Grumman, la Boeing e la Lockheed Martin, si sono poste l’obiettivo di rendere combat-ready le armi laser entro il 2030, con un primo test in laboratorio nel 2014 e le successive simulazioni sul campo dal 2022.

La tecnologia laser applicata ai sistemi d’arma, denuncia alcuni fattori negativi: innanzi tutto, la funzionalità è limitata dalle condizioni atmosferiche, infatti i laser tendono a perdere efficacia in caso di situazioni metereologiche avverse ed inoltre l’arma, per essere funzionale, necessità di una notevole quantità di energia elettrica.

Attualmente l’unica unità in grado di ospitare questo sistema d’arma sembra essere l’USS Zumwalt: con un investimento totale, tra ricerca e sviluppo, di 29 miliardi di dollari per tre modelli, questa è l’unità di superficie più avanzata della Marina statunitense, non solo per le capacità stealth e la potenza di fuoco, ma anche per le dimensioni: 185 metri di lunghezza, 25 di larghezza; un profilo a bassa tracciatura radar, sembra del 50% in meno rispetto alle atre navi, ma soprattutto per la dotazione d’una centrale elettrica capace di sostenere un’intera città di circa ottantamila abitanti.

Per abilitare all’uso del laser le altre navi da guerra, si renderebbe necessario progettare un sistema di batterie tali da immagazzinare energia sufficiente a consentire ai laser di funzionare.

Un sistema d’arma in grado di agevolare i processi di ricerca delle nuove frontiere tecnologiche dell’industria della Difesa e di aprire nuovi scenari asimmetrici tali da rivoluzionare le strategie.

Questo è probabilmente l’esempio più netto di deterrenza tecnologica.

Giovanni Caprara

(Foto: Northrop Grumman, Lockheed Martin)

Vedi anche"Armi elettromagnetiche, laser e navi classe Zumwalt"