Beretta presenta “i-PROTECT”. Il primo potenziale cliente ci dice...

10/07/15

La scorsa settimana è stato presentato da Beretta S.p.A. ed Intellitronika S.r.l. un dispositivo che dal primo luglio viene testato dai carabinieri di quartiere del Comando Provinciale di Milano. Il sistema si chiama “i-PROTECT” e, dal momento che i primi utilizzatori al mondo sono i militari dell'Arma, abbiamo contattato il capo Ufficio Armamento ed Equipaggiamenti Speciali del Comando Generale, il colonnello Paolo Aceto.

Colonnello, in cosa consiste i-PROTECT?

È un dispositivo integrato nella pistola d'ordinanza e nella fondina che consente di innalzare il livello di sicurezza e tutela del personale, trasmettendo alla centrale operativa lo stato d'uso dell'arma: ovvero se si trova in fondina, se è stata estratta, se è stata armata ed addirittura se ha esploso dei colpi. Questo avviene senza che il militare debba fare alcuna comunicazione via radio o via telefono perché è tutto collegato da sensori ed un sistema di trasmissione. La centrale, ricevute le informazioni, può ridurre - se non azzerare! - i tempi di intervento di un equipaggio di supporto quando vede, ad esempio, che il carabiniere ha estratto la pistola dalla fondina.

E il tutto si interfaccia attraverso uno smartphone?

Esatto. Il sistema è composto da una pistola (durante la sperimentazione stiamo usando una PX4-Storm e non la 92 d'ordinanza ma si potrà adattare a qualsiasi arma), una fondina di tipo ad estrazione rapida, uno smartphone e la centrale operativa.

Con il telefono in dotazione si possono anche interrogare banche dati ed effettuare altre verifiche.

Mi sorprende il collegamento attraverso un telefono. La cara vecchia radio è definitivamente superata?

Non è del tutto alternativo. Uno smartphone è soggetto a copertura di rete mentre le nostre radio – stiamo parlando di sistemi di ultima generazione – garantiscono capacità e tipologia di comunicazioni in condizioni in cui normalmente un telefono cellulare non opera.

Sicuramente però è una validissima integrazione, in quando è possibile la trasmissione di flussi video, foto e l'invio di messaggi di testo direttamente a pattuglie nella zona d'intervento.

L'i-PROTECT può sostituire alcune procedure? Sapendo che con la pistola estratta o con il colpo in canna appare un avviso in centrale, il carabiniere potrà saltare le comunicazioni via radio?

Sì e no. Nel momento in cui il carabiniere estrae l'arma c'è un segnale georeferenziato, la centrale sa che si trova in tale condizione e - anche in via automatica – può essere segnalato alla pattuglia più vicina di avvicinarsi. Dato che i motivi per cui viene estratta l'arma possono essere disparati, è normale che prima o poi si entri in contatto con il militare. Esiste poi la possibilità per la centrale di attivare la videocamera del telefono per comprendere cosa sta accadendo.

Rimaniamo nell'ordine di idee che il sistema aiuta nell'immediatezza. Appena possibile si dovrà sempre contattare la centrale per un aggiornamento della situazione.

Quando parla della possibilità di “attivare la videocamera dello smartphone”, intende che verrà portato in un taschino frontale?

Dipende. Certo se sarà in una tasca interna non vedrò nulla ma potrò comunque ricevere una preziosa traccia audio. Esistono dei supporti che permettono di attivare la visione del telefono alloggiato sull'auto o sulla cintura del militare.

Può ricordare la scatola nera degli aerei?

Certo. Tutto può essere utile per documentare le procedure seguite.

Di base è un sistema di tutela di un operatore per eliminare nell'immediatezza la necessità di contattare la centrale.

Chi ha richiesto o proposto questo prodotto, l'Arma o le aziende?

È un compromesso. Il mio ufficio si occupa di valutare ciò che è presente sul mercato o che può essere sviluppato per aiutare le nostre attività istituzionali. Abbiamo quindi contatti con decine di aziende che forniscono apparati in esclusiva, altri in via di sviluppo, altri già commercializzati.

L'obiettivo è di fornire la cornice di sicurezza più ampia possibile per i nostri militari. Ogni giorno cerchiamo tecnologie, dai giubbetti antiproiettile ai dispositivi radio protetti, che ci consentano di raggiungere l'obiettivo.

Con Beretta siamo costantemente in contatto perché uno dei principali fornitori di armamenti. Loro stavano già studiando un sistema simile che è stato adattato alle esigenze dell'Arma.

Vedremo i risultati delle prove. Utili a noi ma anche all'azienda per modificare il prodotto. Normalmente ci sono alla fine di ogni sperimentazione diverse richieste per migliorare l'apparato.

Altri aspetti di i-PROTECT?

È perfettamente integrabile con i sistemi che già utilizziamo. Sia per quanto riguarda gli apparati di comunicazione a bordo delle vetture sia per quanto riguarda quelli delle centrali.

Potrebbe poi essere sviluppato per altre applicazioni. Mi viene in mente la tempistica per la gestione dell'uso dell'arma. Ogni pistola ha scadenze per la manutenzione, i controlli, etc. Se riuscissimo ad automatizzare queste scadenze – cosa già possibile con questa tecnologia – potremmo avere un grosso aiuto riguardo alla gestione della manutenzione. Con il conteggio dei colpi sparati, per esempio.

Potremmo poi abbinare l'intervento della pattuglia più vicina alla sola estrazione dell'arma dalla fondina.

Stiamo valutando. Un passo alla volta capiremo quali sono le migliori possibilità.

Fino a quando durerà la sperimentazione?

Fino a fine agosto. In caso di sviluppo o aggiornamento del sistema il periodo può essere ripetuto.

Se perfettamente integrabile con quanto già in dotazione dovrebbe avvantaggiarvi in termini di costi.

L'infrastruttura di comunicazione è la stessa. I militari utilizzano già palmari analoghi per interrogare banche dati o la centrale operativa. Non avrebbe avuto senso introdurre nuovi strumenti.

La PX4 Storm è anche una delle candidate a succedere alla 92...

È un'arma molto molto simile. Ovviamente anche molto più moderna, ma per quanto riguarda l'impiego, le sicure e la conformazione si pone come una delle possibili candidate.

Però questo avverrà a tempo debito. Al momento la 92 soddisfa le esigenze operative dell'Arma.

Ci risentiremo fra qualche mese per sapere l'esito del test?

Certo. Io sono ottimista. In questa fase gli obiettivi iniziali della sperimentazione saranno quasi sicuramente raggiunti. Vedremo poi se e come implementare l'apparato.

Andrea Cucco