Venezia, ripristinata la torre dell'orologio dell'Arsenale che torna a segnare

(di Marina Militare)
31/05/17

Grazie a un’accurata e paziente attività di manutenzione, dopo circa due decenni di inattività, i tanti Veneziani e gli innumerevoli turisti che ogni giorno passano dal Campo dell’Arsenale torneranno a 'sincronizzare' i loro orologi con la torre dell’arsenale, forse recuperando un’antica tradizione.

Le Torri dell’Arsenale di Venezia, infatti, sono tra i monumenti più ammirati e fotografati nella città lagunare, unico elemento fuori orario erano quelle lancette, ferme da troppo tempo.

D’altra parte, il meccanismo dell’orologio risultava bisognevole di mani veramente esperte e di una professionalità sempre più rara, nell’epoca del digitale: si tratta infatti di un orologio a pendolo, con scappamento ad ancora, di fattura probabilmente tedesca, risalente alla prima metà del 700.

Grazie all'impegno del comando di Maristudi è stato rintracciato Marco Valentincic, ultimo specialista che all’inizio degli anni 90 come dipendente dal Comando Marina di Venezia, si occupava della manutenzione del complesso meccanismo.

Lo scappamento, infatti, è un sistema meccanico che negli orologi a pendolo e a bilanciere traduce il movimento oscillatorio in rotazione di un ingranaggio.

Quello ad ancora è in realtà un miglioramento del sistema originale a corona, già noto dal XIII secolo, sviluppato da Robert Hooke, che inventò un sistema più affidabile rispetto al precedente, con ingranaggi più leggeri, economici e durevoli.

La torre dell’orologio è parte integrante di uno dei due più antichi accessi del grande Arsenale di Venezia, il cosiddetto ingresso di terra, la 'magna porta' che apre alla “gloriosa casa delle meraviglie”, come definita dallo storico Davis.

Una delle prime opere rinascimentali del 1460, la porta si sviluppava con caratteri ad arco trionfale, abbellita dalle vittorie alate e dall’iscrizione sul fregio della trabeazione  per commemorare la battaglia di Lepanto (1571). La torre dell’orologio e la torre gemella, dove campeggia una meridiana, risalgono al 1686. Ancora ben conservate, venivano utilizzate per lavorare con gli alberi dei velieri.

Tra di esse, si trova l’ingresso acquatico all’arsenale, unica porta d’acqua dell’intero Arsenale fino ai primi decenni dell’ottocento, quando ne fu aperta una seconda nella parte orientale.

Ben visibile da una delle due torri, l’orologio torna quindi a segnare il tempo nella laguna.