L’assegnazione ad una azienda italiana dei lavori di ripristino della diga di Mosul - senza i quali la struttura rischierebbe di crollare creando ingenti danni umanitari e ambientali - è un riconoscimento dell’eccellenza italiana per le industrie del settore. Al contempo, richiede un intervento, una cornice di sicurezza a tutela dei lavoratori. Mosul è una delle zone più strategiche per gli equilibri della regione, fonte di finanziamento essenziale per l’Isis.
A spiegare le ragioni del nuovo intervento in territorio iracheno, il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ospite della trasmissione Agorà su Rai Tre.
“I militari andranno a proteggere il lavoro di altri italiani che dovranno rimettere in sesto una infrastruttura fondamentale per il futuro dell’Iraq” - ha detto spiegando che la diga “ha un problema strutturale significativo sul quale bisogna intervenire altrimenti c'è il rischio di un disastro umanitario e ambientale”.
Ad oggi nella coalizione anti Isis quello italiano è il secondo contingente fra tutti i paesi che partecipano, secondo soltanto agli Stati Uniti: è presente a Baghdad e a Erbil, con contingenti dedicati anche all’addestramento delle forze di polizia locali.
Intervistata dal giornalista Gerardo Greco, il ministro ha detto che l’Italia - presente in diverse missioni internazionali tra le quali Afghanistan, Libano, Corno d’Africa e Kosovo - e sta fornendo unimportante lavoro politico - diplomatico per quanto riguarda la Siria.
Politica e diplomazia al lavoro anche per Libia. “L’Italia è pronta a fare quello che la situazione richiede” ha detto il ministro, ribadendo naturalmente la necessità che prima sia proclamato ungoverno legittimo, riconosciuto da tutte le parti interessate, di unità nazionale.